Il fotografo francese Henri Cartier-Bresson è considerato un pioniere del fotogiornalismo, tanto da meritare l’appellativo di “occhio del secolo“.
Teorico dell’istante decisivo in fotografia, nel 1947, con il suo amico Robert Capa e molti altri fotografi, fondò la Magnum Photos, che permetteva ai membri di mantenere i diritti sulle proprie immagini. Quando è morto nel 2004, poco prima del suo 96° compleanno, ha lasciato dietro di sé più di mezzo milione di negativi realizzati nel corso di 50 anni in più di 40 Paesi.
1. Era un pessimo studente. Nato nel 1908 in un villaggio fuori Parigi, è stato bocciato per tre volte agli esami di maturità.
2. Quando era molto giovane ha vissuto per un anno in Costa d’Avorio, dove ha contratto una forma particolarmente grave di malaria tanto che pensava di morire. E’ stato in questo periodo che, non avendo a disposizione il materiale per dipingere, ha iniziato a fotografare le persone che incontrava.
3. Ha trascorso tre anni come prigioniero di guerra, dopo essere stato catturato dai tedeschi. Dopo due tentativi falliti di fuga, è riuscito a scappare e ha trascorso il resto della guerra fotografando l’occupazione della Francia con la sua amata macchina fotografica Leica.
4. La copertina del libro del 1952 “Images à la sauvette” è stata disegnata dal suo caro amico Henri Matisse.
5. Cartier-Bresson ha fatto di tutto per preservare l’anonimato che ha facilitato il suo lavoro. Quando gli fu conferita la laurea ad honorem dall’Università di Oxford nel 1975, nascose il viso alla folla.
6. Dopo aver trascorso gli anni ’50 e ’60 viaggiando per il mondo in missione – tornando in Cina, India e Messico, oltre a visitare Cuba e il Giappone – Cartier-Bresson alla fine si stancò del suo stile di vita giramondo. Si sposa una seconda volta nel 1970 e nel 1974 si dimette da Magnum. Torna anche alla sua vocazione iniziale: pittura e disegno.