1-54 Contemporary African Art Fair è la fiera più esotica dell’autunno londinese. Giunta alla sua settima edizione, l’esposizione galleristica viene quest’anno accompagnata da mostre collaterali e incontri di approfondimento che ne innalzano ulteriormente il livello qualitativo.
“We are not your usual contemporary art fair” potrebbero dire gli organizzatori di 1-54 Contemporary African Art Fair, parafrasando una delle opera di copertina di questa settima edizione, I am Not Your Negro di Bisa Butler. E in effetti per vision e qualità delle gallerie partecipanti alla fiera l’evento ha ormai i crismi dell’unicità: 44 gallerie provenienti da 19 paesi saranno a Londra dal 3 al 6 ottobre 2019 per esporre il meglio che l’arte africana può proporre al giorno d’oggi. Inoltre Kerryn Greenberg, responsabile delle mostre internazionali della Tate, è stata invitata per la prima volta a curare il programma di colloqui FORUM 1-54 e si concentrerà sull’eredità del curatore nigeriano Bisi Silva. Come il Negro della Butler che siede distinto ma eccentrico, elegante e allo stesso tempo stravagante, così si presenta la fiera più esotica dell’anno inglese. Una voce ormai consolidata nel panorama fieristico e punto di riferimento per i collezionisti di arte africana.
Tra gli espositori quest’anno ci sono 16 gallerie africane: Addis Fine Art, AFRONOVA GALLERY, AGorgi, Circle Art Gallery, Galerie Cécile Fakhoury, Gallery 1957, Guns & Rain, Kalashnikovv Gallery, L’Atelier 21, Loft Art Gallery, Mashrabia Gallery, Selma Feriani Gallery, SMITH, SMO Contemporary Art, Ubuntu Art Gallery, WHATIFTHEWORLD.
Dei 44 espositori, 15 gallerie saranno accolte per la prima volta alla fiera di Londra, tra cui Catinca Tabacaru Gallery, Claire Oliver Gallery, espace d’art contemporain 14 ° N 61 ° O, Galerie Ernst Hilger, Galleria Anna Marra, Guns & Rain, The Hole, Kalashnikovv Gallery, Luce Gallery, Mindy Solomon Gallery, Nil Gallery, Sakhile & Me, SMITH, Tabari Art Space e Ubuntu Art Gallery.
140 artisti emergenti e affermati, 9 le mostre personali annunciate: Louisa Marajo (espace d’art contemporain 14 ° N 61 ° O), Alexandria Smith (Galleria Anna Marra), Godfried Donkor (Gallery 1957), Prinston Nnanna (The Hole), Anton Kannemeyer (HUBERTY & BREYNE GALLERY), Chourouk Hriech (L’Atelier 21), Michaela Younge (SMITH), Ibrahim El Salahi (Galleria Vigo), Mohau Modisakeng (WHATIFTHEWORLD).
1-54 presenterà una serie di mostre collaterali alla Somerset House, tra cui la prima mostra personale di Mary Sibande nel Regno Unito: I Came Apart at the Seams. L’artista presenterà una serie di opere fotografiche e scultoree che esplorano il potere dell’immaginazione e la potenzialità della rabbia di essere costruttiva nel modellare identità e narrazioni personali in un mondo post-coloniale. La mostra segue il viaggio trasformativo dell’avatar di Sibande, Sophie. Prendendo forma come una serie di sculture colorate a misura d’uomo modellate sulla stessa Sibande, Sophie trasgredisce dalle sue origini da domestica in una miriade di personaggi, trascendendo pregiudizi razziali ed emarginazione.