Tutto il mondo dell’arte e della cultura in senso lato, quasi unanimemente ostile alla Brexit, guarda con preoccupazione all’arrivo di Boris Johnson a Downing Street
“La vita culturale del Regno Unito è in un punto critico“. Con queste parole l’artista Gavin Turk ha commentato con ArtNet la nomina di Boris Johnson a nuovo primo ministro britannico. Ma è un po’ tutto il mondo dell’arte e della cultura in senso lato, quasi unanimemente ostile alla Brexit che è invece il vero cavallo di battaglia dell’eclettico ex sindaco di Londra, a guardare agli eventi con preoccupazione. “Permettere ai Tories di mettere al potere un clown non eletto che vuole sospendere il parlamento dimostra che una minuscola frazione della popolazione britannica è piuttosto seria sul suo famoso senso dell’umorismo“, ha commentato più duramente Hannes Koch, co-fondatore di Random International.
“Quando Boris Johnson fece campagna per diventare sindaco di Londra per la prima volta, uno dei suoi impegni prevedeva il taglio di budget per progetti artistici come il Fourth Plinth“, hanno detto gli artisti Michael Elmgreen e Ingar Dragset, “in genere aveva opinioni forti su argomenti che non conosceva, salvo poi cambiare idea quando finalmente si confrontava con i fatti“. Il nome di Johnson resta legato a progetti artistico faraonici ma spesso dai risultati molto dubbi, basti pensare al costosissimo e sfortunato Garden Bridge di Thomas Heatherwick, presto abortito per problemi e mancanza di fondi, o alla Orbit Tower progettata da Anish Kapoor e finanziata dal magnate indiano dell’acciaio Lakshmi Mittal. E proprio da Kapoor è arrivata la risposta più forte alla mini-inchiesta lanciata da ArtNet: con l’invio dell’esplicito disegno che vedete sopra, che ironicamente indugia sull’intricata vita amorosa del politico…