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Come stampava Andy Warhol? La serigrafia spiegata dalla Tate

Andy Warhol, Orange Marilyn, 1964

Le opere iconiche di Andy Warhol riprodotte in serie attraverso la tecnica della serigrafia. Perché l’arte è da consumare, come qualsiasi altro prodotto.

Pittore e scultore, ma anche regista e attore, Andy Warhol (1928 – 1987) è stato uno degli artisti più influenti del XX secolo, nonché padre della Pop Art. Da Marilyn Monroe a Che Guevara, le sue opere più note sono diventate delle vere e proprie icone, realizzate in serie con l’ausilio dell’impianto serigrafico. Pochi colori e margini netti creano un effetto silhouette che rimanda alla cartellonistica pubblicitaria. Perché l’arte, secondo il genio di Pittsburgh, è “di massa” e “democratica”, come i consumi nell’America del boom economico.

Sviluppata in Oriente in tempi molto antichi, questa tecnica di stampa si diffonde negli Stati Uniti all’inizio del XX secolo, diventando poi uno dei principali mezzi espressivi della Pop Art. Tra i suoi vantaggi, quello di permettere infinte possibilità di variazione dell’immagine, utilizzando colori differenti o aggiungendo la pittura alla stampa. “Non è forse la vita una serie di immagini, che cambiano solo nel modo di ripetersi?“.

Nel video della Tate, la tecnica di stampa serigrafica utilizzata dall’artista spiegata passaggio per passaggio.

 

Andy Warhol

 

Andy Warhol, Orange Marilyn, 1964

 

Andy Warhol, Joseph Beuys, 1980

 

 

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