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Da Pietro Aretino a Neo Rauch. Che mostre in arrivo agli Uffizi!

Rauch Rauch
Rauch
Rauch

Dodici mesi ad arte con la grande scultura classica, la prima mostra monografica dedicata al pittore ottocentesco Giuseppe Bezzuoli, la contemporaneità romantica di Neo Rauch, una esposizione con antichi manoscritti rubati poi recuperati dai Carabinieri ed anche una speciale rassegna sulla storia e l’evoluzione della calzatura nel corso dei secoli.

Il calendario espositivo delle Gallerie degli Uffizi per il prossimo periodo che va dall’autunno 2019 all’estate 2020.

CALENDARIO DELLE MOSTRE

Plasmato dal fuoco.
La scultura in bronzo nella Firenze degli ultimi Medici
a cura di Eike D. Schmidt, Sandro Bellesi e Riccardo Gennaioli
Palazzo Pitti, Tesoro dei Granduchi
18 settembre 2019 – 12 gennaio 2020

Per la prima volta, si offre un quadro aggiornato della scultura in bronzo a Firenze in età barocca, concentrandosi sul periodo degli ultimi granduchi di casa Medici. Partendo da una selezione di bronzi del Giambologna, della sua scuola e dei maestri più importanti nella lavorazione metallica del primo Seicento, la scelta delle opere si concentra sulle commissioni nate, essenzialmente, per diretto impulso della corte fiorentina o comunque ad essa legate. Particolare risalto sarà dato alle figure di Giovan Battista Foggini e Massimiliano Soldani Benzi, protagonisti di un profondo rinnovamento della scuola scultorea toscana, diventata a tutti gli effetti una tra le più rinomate del tempo. Da questi maestri partirà la rinascita della plastica in bronzo a Firenze tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, cui tutta l’Europa guarderà, grazie alle strepitose creazioni di artefici fiorentini come Giuseppe Piamontini, Giovacchino Fortini, Antonio Montauti, Agostino Cornacchini, Lorenzo Merlini, Girolamo Tacciati, Giovan Camillo Cateni e Pietro Cipriani.

Neo Rauch
Opere dal 2006 al 2019
a cura di Max Seidel e Serena Calamai
Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini
16 ottobre 2019 – 12 gennaio 2020

Neo Rauch, nato a Lipsia nel 1960, è considerato il maggior esponente della pittura della Germania dell’Est dopo la caduta del muro di Berlino. Gli sono state dedicate mostre monografiche al Metropolitan Museum di New York, a Montréal, e all’Albertina di Vienna, e ora per la prima volta la sua opera approda in Italia, con molti dipinti creati appositamente dall’artista per gli spazi dell’Andito degli Angiolini di Palazzo Pitti. Questi ambienti ottocenteschi si rivelano congeniali alle visioni poetiche e spesso enigmatiche di Rauch, che sfidano l’osservatore attingendo a fonti figurative e del Romanticismo tedesco, e che nell’indagine profonda della condizione umana rivelano l’influenza del Realismo socialista e del Surrealismo.

Pietro Aretino e l’arte del Rinascimento
a cura di Anna Bisceglia, Matteo Ceriana e Paolo Procaccioli
Gli Uffizi, Aula Magliabechiana
26 novembre 2019- 3 marzo 2020

Un centinaio tra dipinti, sculture, oggetti di arte applicata, arazzi, miniature e libri a stampa, ricostruiscono il mondo di un grande intellettuale del Cinquecento, Pietro Aretino (1492-1556). Il suo ritratto alla Galleria Palatina è uno dei capolavori di Tiziano, noto per le effigi di Papi e Imperatori, nientemeno. Pietro Aretino visse, e alimentò con i suoi scritti, un momento fondamentale per la storia e per l’arte italiana: quello che vide l’affermazione di Michelangelo e Raffaello a Roma e la diffusione in tutta Europa della cultura maturata nei primi tre decenni del Cinquecento nello sfarzo della corte di Giulio II, Leone X e Clemente VII. Aretino visse, in una parola, nel pieno della “Maniera Moderna”, secondo la definizione di Giorgio Vasari nelle sue Vite degli artisti, pubblicate nel 1550 e nel 1568. La mostra è scandita in cinque sezioni che illustrano i principali momenti della vicenda di Pietro, e l’avvicendarsi di scenari che vanno dagli esordi tra Arezzo e Perugia, all’approdo alla corte pontificia Roma, fino al trasferimento nel nord Italia, a Mantova prima e infine a Venezia.

Aretino
Aretino

I Cieli in una stanza.
Soffitti lignei a Firenze e a Roma nel Rinascimento
a cura di Claudia Conforti, Maria Grazia D’Amelio, Francesca Funis,
Lorenzo Grieco
Gli Uffizi, Sala Detti e Sala del Camino
10 dicembre 2019 – 8 marzo 2020

La mostra illustra i soffitti lignei a cassettoni, chiamati “cieli” nel Rinascimento. Elementi costruttivi e ornamentali dello spazio interno, i soffitti sono un compendio di tecnica, di arte e di rappresentazione simbolica, che attualizza la cultura antica, nella rifondazione che tra Quattro e Cinquecento interessa chiese e palazzi a Firenze e a Roma. Saranno esposti disegni in gran parte provenienti dalla raccolta degli Uffizi, che illustrano prototipi antichi, dalla Domus Aurea al tempio di Bacco a Roma; progetti dei Sangallo, di Vasari e bottega, di Michelangelo, di Zucchi, di Maderno e altri; le monumentali capriate portanti. Arricchiranno la mostra dipinti, incisioni, modelli e autentici lacunari rinascimentali. Dispositivi interattivi mostreranno soffitti lignei di Roma e Firenze, scelti tra i più belli e importanti.

Ai piedi degli dei.
Le calzature dal mondo classico al contemporaneo
a cura di Lorenza Camin, Caterina Chiarelli, Fabrizio Paolucci
Palazzo Pitti, Museo della Moda e del Costume
16 dicembre 2019 – 19 aprile 2020

La storia, il ruolo sociale e la valenza simbolica della calzatura a partire dal mondo classico sino al contemporaneo sono l’argomento della mostra.
Nel mondo greco, per esempio, lo status e il ceto di appartenenza di una persona si distingueva anche in base all’altezza delle suole, ai colori e alle decorazioni delle calzature che indossava. In mostra sono esposti i principali tipi di scarpe utilizzate nel periodo compreso fra il V secolo a.C. e il IV a.C, rinvenute in contesti archeologici dell’Europa del nord. Raffigurazioni su rilievi, vasi figurati e statue integreranno il nucleo archeologico, cui si affiancherà una sezione dedicata alla fortuna della calzatura antica nella cultura del Novecento, attraverso due punti di vista fra loro complementari: la moda e il cinema. Scarpe dei maggiori stilisti italiani del secolo scorso saranno esposte insieme ai modelli della più celebre manifattura italiana di calzature per il cinema, la Pompei Shoes, per alcuni dei film peplum divenuti veri e propri cult, da Cleopatra a Quo Vadis, Da Ben Hur al Gladiatore.

Il mito ritrovato
I Niobidi dagli Horti Lamiani e dalla villa di Valerio Messalla Corvino a confronto
a cura di Alessandro Betori, Sergio del Ferro, Fabrizio Paolucci
Gli Uffizi, Sala della Niobe
18 dicembre 2019 – 15 marzo 2020

Nel 2013, esattamente 430 anni dopo il ritrovamento delle 13 statue del gruppo dei Niobidi non lontano da San Giovanni in Laterano, sette sculture raffiguranti lo stesso mito sono state rinvenute nei resti di quella che, con ogni probabilità, fu la villa di Valerio Messalla Corvino, posta nei pressi dell’attuale Ciampino. Le statue, che ornavano il perimetro di vasche, ripropongono il già ben noto legame fra questo soggetto e la decorazione di grandiosi ninfei, come era appunto quello degli Horti Lamiani, al cui interno furono trovate nel 1583 le sculture oggi agli Uffizi. L’eccezionale possibilità di porre a confronto i marmi di Ciampino con quelli appartenuti all’antica collezione medicea illustrerà uno dei temi portanti della propaganda augustea, il mito di Niobe punita, e la sua ripresa nell’arredo di Horti e Ville del patriziato. La moderna ricerca archeologica consentirà così di fare luce e chiarezza su una scoperta di oltre quattro secoli fa, mentre i marmi fiorentini completeranno la serie di Ciampino con tipi e modelli statuari lì assenti, restituendo, nel loro insieme, un’eco della caleidoscopica ricchezza scultorea dei luoghi di piacere della Roma imperiale.

‘La grandezza del universo’ nell’arte di Giovanna Garzoni
a cura di Sheila Barker
Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini
6 marzo – 7 giugno 2020

Protagonista riconosciuta nell’evoluzione dell’illustrazione scientifica, Giovanna Garzoni è meno nota come illustratrice dell’immaginario geografico dell’epoca barocca. In composizioni armoniche e spesso di piccole dimensioni, la pittrice combinò infatti oggetti esotici e di provenienze diverse come porcellane cinesi, nautili del Pacifico, zucche e fiori messicani, piante sudamericane o cani da salotto inglesi, con il fine ultimo di stupire e divertire.
Scostandosi dal modello di vita femminile del suo tempo, la Garzoni viaggiò in Italia, forse in Francia, ed ebbe accesso alle più importanti collezioni di curiosità. In mostra saranno esposte le sue opere collezionate dai Medici e tutt’ora patrimonio delle Gallerie, oltre a prestiti mirati che illustrano il campo d’azione dell’artista e la sua abilità di ritrattista. Sulla base di un inventario inedito, una sezione ricostruisce la Wunderkammer di Vittoria della Rovere ospitata nella Sala dell’Aurora al Poggio Imperiale, facendo quindi luce, indirettamente, su una figura di spicco della famiglia granducale.

Storie di pagine dipinte
Manoscritti e miniature recuperati dal Nucleo Tutela del Patrimonio di Firenze
a cura di Sonia Chiodo
Palazzo Pitti, Sala delle Nicchie
21 marzo – 23 giugno 2020

Antichi manoscritti miniati, pagine e miniature ritagliate, provenienti dalle numerose istituzioni religiose italiane, trafugati e in seguito recuperati dal Nucleo Tutela del Patrimonio, celebrano il lavoro svolto negli anni dai Carabinieri dell’Arte, richiamando l’attenzione sulla fragilità estrema del nostro patrimonio storico artistico e sulla necessità della tutela e della corretta conservazione. Il percorso espositivo presenta una serie di “casi di studio” esemplari, che documentano i diversi metodi per ricostruire la storia di questi oggetti, spesso manomessi per favorirne il commercio illegale: grazie a indizi anche minimi, avvalendosi di competenze interdisciplinari, è possibile ricollegare questi oggetti dispersi al loro contesto fisico e geografico di appartenenza.
Oltre a spiegare le caratteristiche peculiari di questi gruppi di codici rispetto al percorso della storia della miniatura, di ognuno si evidenzieranno le pagine recuperate e, se ve ne sono, quelle ancora da ricercare.

Giuseppe Bezzuoli (1789-1855)
Un grande protagonista della pittura romantica
a cura di Vanessa Gavioli, Elena Marconi, Ettore Spalletti
Gli Uffizi, Aula Magliabechiana e Sala Detti
2 aprile – 31 luglio 2020

Si tratta della prima mostra monografica dedicata a Giuseppe Bezzuoli, uno dei protagonisti della pittura dell’Ottocento. Dagli esordi neoclassici, il percorso espositivo giungerà alla fase matura, con capolavori che si inseriscono a pieno titolo nella grande pittura romantica italiana: basti citare l’Ingresso di Carlo VIII a Firenze, Il ripudio di Agar, Eva tentata dal serpente (recentemente acquistata dalle Gallerie degli Uffizi) e i grandi ritratti della borghesia.
La mostra permetterà inoltre di confrontare la produzione artistica di Bezzuoli con quella di maestri del calibro di Francesco Hayez e Massimo D’Azeglio, nonché dei maggiori esponenti della cultura cosmopolita a Firenze nel primo Ottocento, con i magnifici ritratti di Ingres e di Thomas Lawrence. Le sculture di Horatio Greenough e Hiram Powers, oltre ai paesaggi di Thomas Cole, saranno in un’apposita sezione dedicata ai giovani artisti americani frequentatori dei corsi di Giuseppe Bezzuoli presso l’Accademia di Belle Arti, dove egli ebbe, tra i suoi più celebri allievi, anche Giovanni Fattori.

Hierapolis, Signora delle Ninfe.
Miti e realtà di una città d’Asia
a cura di Francesco D’Andria, Grazia Semeraro, Ilaria Romeo,
Fabrizio Paolucci
Giardino di Boboli, Limonaia Grande
26 maggio – 18 ottobre 2020

La mostra intende far conoscere la città di Hierapolis, le sue produzioni artistiche, la sua storia sociale e religiosa, i suoi monumenti, attraverso un’ampia selezione di manufatti conservati principalmente presso il Museo Archeologico di Pamukkale (Denizli), nei magazzini della Missione Archeologica Italiana, ed altri provenienti da musei italiani ed europei. I materiali originali saranno accompagnati da pannelli illustrativi, da ricostruzioni grafiche e virtuali, da modelli e riproduzioni di oggetti ed edifici.
La produzione artistica sarà illustrata da oggetti provenienti dalla necropoli e dai principali poli monumentali.
Suggestive ricostruzioni virtuali e visualizzazioni grafiche guideranno i visitatori alla scoperta dei principali monumenti, il santuario di Apollo, il teatro, i ninfei e le terme, che costituivano i poli di aggregazione della comunità.
Sarà dunque possibile istituire un dialogo tra gli oggetti così da ricostruire percorsi, relazioni, scambi e definire la fisionomia della città di Hierapolis nel quadro più vasto dell’impero romano e bizantino.

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