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Nasce il governo 5Stelle-PD. Ecco cosa prevede (?) il programma in materia culturale

Zingaretti e Di Maio pronti a varare il nuovo governo Zingaretti e Di Maio pronti a varare il nuovo governo
Zingaretti e Di Maio pronti a varare il nuovo governo
Zingaretti e Di Maio pronti a varare il nuovo governo

Sommari riferimenti alle questioni genericamente “culturali” nella bozza programmatica del nuovo governo. Si punta sul “recupero delle più antiche identità culturali e delle tradizioni locali”

Con un inopinato ritardo di oltre un’ora rispetto a quanto annunciato, la piattaforma Rousseau ha partorito l’atteso responso: gli elettori del Movimento 5 Stelle – almeno quelli iscritti al sito dedicato alle consultazioni online, circa 79mila i votanti – si sono espressi per il 79% a favore della nascita del governo Conte-Bis, sostenuto dallo stesso movimento guidato da Luigi Di Maio, stavolta in coalizione con il Partito Democratico. Lo scenario politico, tutti lo riscontrano quotidianamente, è in continua mutazione, per cui è ovvio che proporre analisi o previsioni in questo momento è esercizio gratuito, se non del tutto inutile. Noi – come pochi altri – per ora abbiamo dovuto constatare l’assoluta assenza dal dibattito e dal “contenzioso” sulle poltrone di governo del Ministero dei Beni Culturali: e abbiamo rimarcato la gravità di questo per un Paese come il nostro che dovrebbe al contrario assegnare grande importanza e “peso” politico ad un ruolo chiave nella gestione di un asset fondamentale come i Beni Culturali per L’Italia.

Alberto Bonisoli
Alberto Bonisoli

Poi però è accaduto che i due partiti che si apprestano a varare il nuovo governo abbiano diffuso un programma: si sono affrettati a precisare che si tratta di una bozza del tutto provvisoria, ma è pur sempre un documento di indirizzo sul quale riflettere, pur con tutti i distinguo del caso. Ma anche qui ci tocca trovare la conferma che le questioni genericamente “culturali” non vengono ritenute utili a qualificare un programma, pur in un momento delicato come quello che solo stasera ha trovato la sua svolta. Senza inserire nostre considerazioni, ci siamo limitati a cercare ed estrapolare i pochi passaggi nei quali i 26 punti in cui si struttura il programma lambiscono il tema “cultura”, nelle sue diverse declinazioni. Ed abbiamo riscontrato che un solo punto, il numero 24, tratta “organicamente la materia, quando puntualizza che “Occorre promuovere i multiformi percorsi del turismo, valorizzando la ricchezza del nostro patrimonio naturale, storico, artistico, anche attraverso il recupero delle più antiche identità culturali e delle tradizioni locali”. Ci permettiamo di notare solamente che quando si accenna al recupero di antiche identità culturali e dei tradizioni locali, si va alquanto in contrasto con quanto proposto dal ministro uscente Alberto Bonisoli, il quale ha basato la sua azione al contrario su buone dosi di innovazione e modernizzazione.

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte

Ci sono – per puntualità di analisi – altri passaggi che inseriscono fattispecie “culturali” nella trattazione: come quando si anticipa che “È essenziale investire sulle nuove generazioni, al fine di garantire a tutti la possibilità di svolgere un percorso di crescita personale, sociale, culturale e professionale nel nostro Paese”, o che “Occorre promuovere una più efficace protezione dei diritti della persona e rimuovere tutte le forme di diseguaglianze (sociali, territoriali, di genere), che impediscono il pieno sviluppo della persona e il suo partecipe coinvolgimento nella vita politica, sociale, economica e culturale del Paese”. E ancora: “Occorre realizzare un Green New Deal, che comporti un radicale cambio di paradigma culturale e porti a inserire la protezione dell’ambiente tra i principi fondamentali del nostro sistema costituzionale”, per passare al “progetto di innovazione e digitalizzazione della P.A. costituisce una misura particolarmente efficace per contribuire allo sviluppo e alla crescita economica e culturale del Paese”. Fuor di pedanteria, ci sono altri due punti che lambiscono temi legati a creatività e attrattività turistica: uno stavolta più “bonisoliano”, che puntualizza come “Occorre rafforzare il nostro export, individuando gli strumenti più idonei per promuovere e accompagnare il made in Italy”, uno più glocal, che assicura che “Il Governo dovrà collaborare per rendere Roma una capitale sempre più attraente per i visitatori e sempre più vivibile e sostenibile per i residenti”.

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