Dall’11 ottobre al 10 novembre ICA Milano espone le opere del duo artistico Masbedo. Perchè le frontiere cambiano è la mostra che attraverso l’immagine cinematografica racconta il poetico muoversi in bilico della Sicilia.
Il dato: Siracusa è tagliata dallo stesso parallelo che passa per Tunisi. Tradotto: parte del territorio siciliano poggia più a sud di quello africano, rendendo perciò l’isola un’eccellente dimensione di frontiera, con un piede qua e l’altro di là. Contestualizzato: la Sicilia è così perfetto protagonista della mostra Perché le frontiere cambiano, organizzato da ICA Milano – Istituto Contemporaneo per le Arti.
Curata da Aberto Salvadori, direttore Fondazione ICA Milano, la mostra espone il lavoro di una coppia di artisti siculi: Nicolò Massazza (1973) e Iacopo Bedogni (1970), i quali insieme formano il duo Masbedo. Da venerdì 11 ottobre a domenica 10 novembre 2019 i due piani della Fondazione saranno percorsi da una riflessione incentrata sulla storia passata e presente della Sicilia, terra di tutti e di nessuno, perennemente oscillante nella sua poetica incertezza. Un territorio perfetto per rappresentare l’incertezza del confine, linea solo ideale e quindi suscettibile a cambiamenti.
«Le frontiere cambiano, basta ascoltare le storie di chi viaggia per rendersene conto. Gli artisti sono quei viandanti, disertori, cercatori di verità nascoste, come scrive Emanuele Trevi, grazie ai quali possiamo e dobbiamo andare oltre la convenzione del limite che una frontiera impone; ecco perché le frontiere cambiano ».
Aberto Salvadori, direttore Fondazione ICA Milano e curatore della mostra
La mostra raccoglie lavori preesistenti, riedizioni e opere inedite, tutti generatisi in territorio siciliano e legati alla sua complessità culturale e sociale. Importanza centrale è dedicata al mondo del cinema, perfetto strumento di divulgazione e riflessione che pone l’immagine al centro della sua natura. Gli artisti attivano così un ragionamento sul cinema del passato, conducendo un’indagine sull’immagine deportata nella memoria e sulla sua capacità di influenzare le azioni culturali e performative.
Si fondono così tra loro elementi della storia siciliana, come la vicenda della casa di produzione Panaria Film e la testimonianza del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, celebri riferimenti alla cinematografia dei registi Vittorio De Seta, Ugo Gregoretti, Francesco Rosi e Luchino Visconti, e le questioni legate alla comunità Tamil di Palermo.
Un’occasione per scorgere al centro di una Sicilia quasi mistica, sospesa tra Europa e Africa, abbagliata da un’intensa luce africana, evocativa di una zona di frontiera, il sogno indimenticato della magia del cinema.