Domingo costretto a cancellare la sua partecipazione al Macbeth alla Metropolitan Opera di New York un giorno prima della premiere: artisti e impiegati “furiosi” a causa della sua esibizione
Ogni imputato è innocente fino a quando non vengano provate le sue colpe davanti a un tribunale, nell’ultimo grado di giudizio previsto dall’ordinamento. Questa regola che sta alla base del diritto, si rivela inefficace di fronte ai “tribunali” mediatici, pronti a condannare senza appello al solo affacciarsi di un’accusa: semplicemente sulla base dei “sentimenti” del momento, quasi sempre prodotti da meccanismi perversi incuranti dell’obbiettività. L’ondata irrefrenabile del movimento #metoo ha fatto già diverse vittime, in tal senso: una di quelle attualmente alla sbarra – ne abbiamo già parlato – è il celebre tenore spagnolo Plácido Domingo, accusato di molestie sessuali da una ventina di donne. Non serve sottolinearlo: non sta certo a noi pronunciarci sulla veridicità di tali accuse, e del resto non abbiamo nessun motivo per difendere aprioristicamente Domingo, restando in attesa dei risultati dell’inchiesta avviata in California dalla Los Angeles Opera, della quale peraltro il cantante è direttore generale.
Ci tocca tuttavia osservare con stupore che certi settori dell’opinione pubblica paiono aver già pronunziata una sentenza di condanna: ed in questo – non stupisce – la vecchia Europa si è mostrata decisamente più garantista del moralista e bacchettone mondo anglosassone. Al Festival di Salisburgo – per fare solo un esempio – il tenore è stato apprezzato e applaudito: a New York – e veniamo alla notizia del giorno – Domingo si vede costretto a cancellare la sua partecipazione al Macbeth messo in scena dalla Metropolitan Opera un giorno prima della prevista premiere, dopo aver saputo che diversi artisti e impiegati del teatro erano “furiosi” a causa della sua esibizione.
“Anche se respingo fermamente le recenti accuse mosse contro di me e sono preoccupato per un clima in cui le persone sono condannate senza un giusto processo, dopo aver riflettuto penso che la mia apparizione in questa produzione di Macbeth toglierebbe attenzione al duro lavoro di i miei colleghi sul palco e dietro le quinte“, ha dichiarato l’artista, amareggiato. “Ho debuttato al Met quando avevo 27 anni. Sono felice che, all’età di 78 anni, sono stato in grado di cantare il meraviglioso ruolo da protagonista nelle prove generali di Macbeth, che considero la mia ultima esibizione sul palco del teatro“.