Dal 25 ottobre al 15 marzo 2020 la GAM di Milano espone l’ideale bellezza femminile. Le Teste ideali di Antonio Canova sono al centro della mostra che indaga le sfumature del fascino immortale della donna.
Dove risiede la bellezza di un volto femminile? In un ricciolo irrequieto che sfugge all’acconciatura, nella fossetta che si apre tra le guance, nel distendersi sinuoso del collo: in una parola, nei dettagli. Lo sapeva anche Antonio Canova che, negli ultimi anni della sua gloriosa carriera artistica, ha dedicato ogni suo sforzo creativo alla ricerca della perfezione nei lineamenti femminili. Nella continua analisi e variazione del tema lo scultore ha avuto modo di riflettere sulle specificità che rendono una donna idealmente bella. La purezza delle forme, la dolcezza delle linee, l’immortalità del fascino sono restituiti nella serie da lui stessa definita delle teste ideali.
La Galleria d’Arte Moderna di Milano pone al centro della sua nuova mostra Canova. I volti ideali proprio questa crepuscolare fase della sua produzione. La storia di questo genere è raccontata attraverso 39 opere, di cui 24 di Canova, e ruota attorno a tre capolavori dello scultore già presenti nella collezione: il modello originale in gesso di Ebe, il busto in bronzo di Napoleone e l’erma in marmo della Vestale, fulcro della mostra. Realizzata tra il 1818 e il 1819, la Vestale fu replicata in tre marmi che per la prima volta si trovano riuniti in occasione di questa mostra e vengono messi a confronto in un dialogo inedito al centro del percorso espositivo.
Più in generale la mostra è suddivisa in 5 sezioni e prende piede dalle formulazioni più classiche del genere, della loro evoluzione romantica e della sublimazione apportata da Canova. Ogni opera non può inoltre non giovare dell’ambiente neo-classico che le circonda: le decorazioni, gli specchi, i riflessi, i marmi. Un contesto suggestivo che racchiude i volti di personaggi non reali, ma che grazie alla continua limatura e analisi giungono a rappresentare un canone di bellezza ideale che influenzerà l’intero gusto occidentale.
Dal ritratto all’ideale, prima sezione della mostra, delinea proprio la capacità di Canova di svariare sullo stesso tema in modo da approfondirlo: per esempio la musa Clio è stata replicata tre volte, con modifiche nella resa della morbida epidermide e nell’acconciatura, attentamente studiata e variata in ogni esemplare. Elena e Isabella, sezione dedicata a Elena di Troia e Isabella Teotochi Albrizzi, che nel 1809 aveva pubblicato Opere di scultura e di plastica di Antonio Canova, precede La Vestale di cui abbiamo già parlato.
Un tipo della beltà italiana mette a confronto i busti della Beatrice dantesca (ispirato alla bellissima Juliette Récamier) e di Eleonora d’Este (musa di Torquato Tasso) con la pittura a fresco di Ghirlandaio, ammirata da Canova durante i viaggi a Firenze. Un’occasione per tracciare l’evoluzione del concetto di bellezza da classicità, Rinascimento e Romanticismo. L’idea e la poesia consacra infine l’immortalità dell’arte di Canova lasciando emergere i concetti antistanti la pratica, la poesia che supera la concretezza dell’opera. Il tutto perfettamente esemplificato dall’opera di Giulio Paolini dedicata al grande artista, che chiude la mostra.
SCHEDA TECNICA
Canova. I volti ideali
GAM Galleria d’Arte Moderna
Via Palestro 16, Milano
25 ottobre 2019 – 18 febbraio 2020
A cura di Omar Cucciniello e Paola Zatti
Orari
martedì – domenica 9.00 – 19.30
lunedì chiuso
Ingresso
intero euro 10
ridotto euro 5