Yesterday: Danny Boyle torna al cinema con un Mamma Mia per gli amanti dei Beatles, ma va tutto storto
Con Danny Boyle va così: non si può mai essere sicuri. Nella sua filmografia alti e bassi si susseguono senza continuità di sorta, facendo di lui – nel corso degli anni – un regista tanto dotato quanto inaffidabile. Senza andare a ravanare tra Trainspotting e The Millionaire, ancora resta da capire se In trance, qualche anno dopo, possa essere rivalutato come scult, subito dopo un capolavoro come Steve Jobs seguito immediatamente da un dimenticabilissimo T2 Trainspotting (chi vuole può salvarlo per effetto nostalgia).
Ora, dopo una parentesi televisiva (con Trust, che ripercorre la storia del rapimento di John Paul Getty III), il regista inglese torna al cinema con Yesterday, commedia musicale con Lily James e Himesh Patel, nei panni di Jack, un musicista sognatore che – come tanti – non riesce a sfondare. Grandissimo fan dei Beatles, Jack è sul punto di rinunciare al suo sogno, quando un giorno succede un fatto inaspettato: nessuno si ricorda più dei Fab Four. Spariti. Loro insieme a tutte le loro canzoni, colonna sonora di milioni di vite. Solo Jack sembra ricordarsi e conoscere tutti i loro successi, diventando l’unico depositario di un patrimonio musicale/culturale svanito nel nulla. Le canzoni dei Beatles così… Diventano le sue. Piacciono tanto questi motivetti così ispirati che lui alla fine decide di dire che, sì, li ha scritti lui. Per Jack inizia così una formidabile quanto vertiginosa scalata al successo. La cosa più fastidiosa di un film come Yesterday è che nella parte iniziale si sente la mano di un regista con un gusto, un occhio e una tecnica non così comuni, ci si lascia quindi ingannare da un senso di calda e rassicurante fiducia. Non sarà la solita commedia banale, mal scritta e raffazzonata, sembra dirci questo incipit così felicemente riuscito. Gli intenti sono surreali certo, ma il cinema è surrealismo per vocazione. Poi invece… Entra in scena Ed Sheeran e tutto va a rotoli. Non per colpa sua, sia chiaro. Velocemente Yesterday si va a configurare come un Mamma Mia con le canzoni dei Beatles, in cui la trama diventa strumentale, unico obiettivo quello di traghettare i protagonisti verso un lieto fine qualsiasi al suono di All You Need is Love, Here Comes the Sun e tutte le canzoni che più amate del quartetto di Liverpool.
Lo sceneggiatore, non a caso, è Richard Curtis, penna dell’imbarazzante Mamma Mia! Here We Go Again e di quel grosso equivoco che è sempre stato Notting Hill (la commedia romantica capolavoro della seconda metà degli anni ’90 è solo Il matrimonio del mio migliore amico).
Purtroppo Boyle butta alle ortiche la possibilità di portare a casa una commedia con i fiocchi, abbandonando la narrazione alla parabola ritrita sul lato oscuro del successo e sulla forza salvifica dell’amore, incasellando banalità e momenti in bilico tra sbadigli e ridicolaggini (senza mai domandarsi che fine abbiano fatto – nel frattempo – almeno Paul McCartney e Ringo Starr, ma regalandoci una pacchianissima comparsata di John Lennon). Nota positiva la presenza salvifica (ma non abbastanza, purtroppo) di Kate McKinnon (Il tuo ex non muore mai, Ghostbusters), iconica come suo solito.
Richard Curtis. Tu invece cosa hai scritto a parte questa ammucchiata di frasette sapute?
Richard Curtis. Tu invece cosa hai scritto a parte questa ammucchiata di frasette sapute?