Le illustrazioni di Gunter Böhmer hanno accompagnato i testi di scrittori come Hermann Hesse, Thomas Mann, Franz Kafka e Luigi Pirandello. Ora le sue opere sono in mostra alla Biblioteca Palatina di Parma dal 5 ottobre al 15 novembre 2019.
L’unità tra testo e immagini è un obiettivo difficile da perseguire, soprattutto quando sei chiamato a restituire visivamente capolavori letterari di autori del calibro di Hermann Hesse, Thomas Mann, Franz Kafka, Luigi Pirandello, Stendhal, Gustave Flaubert e Guy de Maupassant. Gunter Böhmer non si è lasciato però intimidire dall’ingombrante personalità di questi (e altri) scrittori, proponendo una personale interpretazione delle loro opere.
L’esposizione Nell’officina di Gunter Böhmer. L’illustrazione del libro come avventura interiore, ospitata dalla Biblioteca Palatina di Parma dal 5 ottobre al 15 novembre 2019, raccoglie alcuni degli esiti più significativi dell’attività di illustratore di testi, come detto soprattutto letterari, svolta da Böhmer. Sono presenti, per esempio, alcuni libri d’artista a tiratura limitata con litografie e incisioni originali oltre a circa centocinquanta volumi che recano la riproduzione di suoi disegni e di tecniche miste su carta; oltre mille copertine disegnate.
Tutto è iniziato nel 1933, quando Hesse gli commissiona l’illustrazione del suo Hermann Lauscher. Da li non si fermerà più:Thomas Mann, Franz Kafka, Robert Walser, Edward Mörike, Georg Büchner, Jeremias Gotthelf, Nino Erné, Hans Walter, Ossip Kalenter, Edgar Allan Poe, William Faulkner, John Keats, Liam O’Flaherty, Gabriele D’Annunzio, Luigi Pirandello, Stendhal, Gustave Flaubert, Guy de Maupassant, Honoré de Balzac, Hans Christian Andersen, i fratelli Grimm, Pedro Antonio de Alarcón.
I suoi esordi sono segnati dalla tradizione pittorica e illustrativa francese, caratterizzati quindi da uno sguardo che va alla scoperta delle bellezze del mondo e delle dolcezze della vita. Presto i suoi disegni si caricano degli umori e delle passioni dell’espressionismo tedesco, con le sue durezze, le sue cupezze, le sue angosce, e del tramando di esperienze quali quelle di Picasso, di Alberto Giacometti e di Marino Marini, fino a qualche incursione nei grovigli e nei meandri del segno informale.