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Milano Film Festival. Al via la 24° edizione della rassegna che porta il cinema indipendente in città

Harmony Korine, The Bum Beach, 2019
Harmony Korine, The Beach Bum, 2019

Dall’attesissima anteprima nazionale di The Beach Bum all’avvio del Concorso Internazionale Cortometraggi preceduto da Nimic di Yorgos Lanthimos, passando per il primo lungometraggio in gara, Swallow di  Carlo Mirabella-Davis. Inaugura col botto la nuova edizione del Milano Film Festival (4-10 ottobre), sotto la direzione artistica di Gabriele Salvatores.

Ci siamo. Come ogni anno, la prima arietta autunnale porta con sé il debutto di una stagione culturale feconda e stimolante, in cui apprezzare fino in fondo quello che il panorama artistico meneghino ha da offrire. Spostandosi dall’usuale periodo settembrino, il Milano Film Festival conquista i riflettori dal 4 al 10 ottobre, e non solo. Per la prima volta, approda nel cuore pulsante della città, tra il via vai di turisti e i negozi alla moda: le storiche sale anni ’20 del Cinema Odeon di via Santa Radegonda, multisala parte del circuito The Space dal 2009, solitamente poco frequentato dai cinefili allergici al mainstream.

Carlo Mirabella-Davis, Swallow, 2019

146 ore di cinema, musica, masterclass e incontri, con tanti ospiti internazionali e registi emergenti. Il Concorso Internazionale Lungometraggi vede in gara 7 film legati da un utilizzo inatteso dei generi. Da Swallow, di Carlo Mirabella-Davis, un thriller-horror femminista che critica una società standardizzata e soffocata da ridicole regole di genere, a Koko-di-Koko-da di Johannes Nyholm (già noto per The Giant), un’opera onirica che affronta il tema della perdita di un figlio, passando per il thriller psicologico A Certain Kind of Silence del ceco Michal Hogenauer, che vede una ragazza alla pari messa in crisi dalla necessità di seguire le regole poco ortodosse della famiglia per cui lavora. Più dolce è l’adolescenza esplorata da Lucia Garibaldi in The Sharks, in cui la protagonista affronta le prime delusioni amorose nell’atmosfera estiva di un villaggio turistico, seguito dall’altrettanto solare e malinconico Ham on Rye dell’americano Tyler Taormina, film corale che smonta i cliché del coming of age. E ancora, la storia di un giovane renitente alla leva durante la guerra civile ungherese a metà ‘800 in Guerilla di György Mór Kárpáti, per concludere con un film di formazione ambientato nel difficile quartiere Reboleira di Lisbona, O Fim do Mundo di Basil Da Cunha.

Johannes Nyholm, Koko-di Koko-da, 2019

41 opere brevi sono quelle del Concorso Internazionale Cortometraggi, inaugurate questa sera dalla proiezione in anteprima italiana di Nimic di Yorgos Lanthimos. Un cortometraggio che, dopo Il sacrificio del cervo sacro (2017) e La favorita (2018), riconferma il regista greco quale maestro delle spaesamento, in un’inquietante realtà che scarta verso l’irreale.

Yorgos Lanthimos, Nimic, 2019

Da non perdere tra i film fuori concorso, nella sezione The Outsiders, oltre all’attesissimo The Beach Bum, che vede  Matthew McConaughey nei panni del folle poeta Moondog, l’esordio di Makoto Nagahisa We are Little zombies, che ci trasporta in un mondo insensato in cui quattro giovani orfani danno vita a una bizzarra band musical, e l’ennesima prova attoriale di Tilda Swinton in The Souvenir di Joanna Hogg, che dipinge con eleganza la upper middle class inglese. O ancora American Mirror di  Arthur Balder, Searching Eva di Pia Hellenthal, Cercando Valentina – il mondo di Guido Crepax di Giancarlo Soldi, o First Love del maestro giapponese Takashi Miike.

Makoto Nagahisa, We are little zombies, 2019

Non manca certo un segmento dedicato a quel che fermenta nel panorama indipendente italiano. Sotto il nome di Incontri Italiani, vede tra gli altri uno dei pochi film del Bel Paese presenti quest’anno al Sundance, La scomparsa di mia madre di Beniamino Barrese, documentario che narra la storia tormentata di una delle prime top model italiane, Benedetta Barzini. Da segnalare, anche i tre documentari presentati nella sezione Other Natures, incentrati sul quanto mai attuale tema ambientale, oltre a Focus Animazione, che riflette sulle nuove correnti dell’animazione mondiale.

Beniamino Barrese, La scomparsa di mia madre, 2019

Tra gli altri incontri gratuiti, da segnare in agenda quello di martedì 8 ottobre con Hannah Woodhead, co-direttore della rivista cinematografica londinese Little White Lies oppure, domenica 6, quello con l’influencer Sofia Viscardi e con la diva pop-punk Myss Keta. O ancora, le masterclass aperte al pubblico dedicate al rapporto con il corpo e l’immagine, che vedono protagoniste le attrici italiane Margherita Buy, Giulia Michelini, Valeria Solarino e Laura Chiatti.

Per conoscere tutto il programma: http://www.milanofilmfestival.it/it/

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