“Storie della buonanotte per bambine ribelli”, libro di successo internazionale delle scrittrici italiane Francesca Cavallo ed Elena Favilli, vietato ai minori quasi fosse pornografico
Proprio nel giorno in cui monopolizza l’attenzione di media e opinione pubblica, con il riaprirsi della questione curda dopo la decisione di Donald Trump di ritirare le forze armate statunitensi dalla Siria del Nord, la Turchia di Erdogan non manca di mettersi in evidenza anche sullo scenario socio-culturale, con un nuovo grave episodio di censura. E la cosa non potrebbe riguardarci più da vicino, visto che vittima dell’oscurantismo del presidente turco è il libro di due scrittrici italiane, un bestseller internazionale, pubblicato per la prima volta in inglese nel 2016 e tradotto poi in 30 lingue, con vendite di oltre un milione di copie. Si tratta di “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, di Francesca Cavallo ed Elena Favilli, una raccolta di cento biografie di donne storiche presentate come racconti destinati a bambini e ragazzi, da Cleopatra a Malala Yusufzai, da Coco Chanel e Frida Kahlo.
Ma nella Turchia di Erdogan, notoriamente non nuova ad episodi di censura culturale, il libro è classificato come “osceno”, adatto solo a chi ha compiuto 18 anni, non può essere esposto nelle vetrine dei negozi e può essere venduto solo dentro a borse opache. Una misura normalmente applicabile al solo materiale pornografico. “È un grosso errore, un chiaro atto di censura”, ha dichiarato Ilbay Kahraman, proprietario della casa editrice Ayrintilar. Il quale ha già avuto modo di scontrarsi con associazioni e media filo-governativi quando pubblicò un libro per bambini della scrittrice svedese Katerina Janouch, boicottato da una campagna di sindacati e associazioni di donne vicino all’AKP, il Partito islamico che governa la Turchia dal 2002. “Queste pressioni portano già a una forte autocensura, molti editori non vogliono correre rischi, e le biblioteche pubbliche mettono il veto sulle opere inserite nella lista nera, riducendo così gli introiti”.