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Dall’occhio alla mano: forma e superficie dialogano da Mimmo Scognamiglio, a Milano

Peter Halley, Rob and Jack 1990 Peter Halley, Rob and Jack 1990
Peter Halley, Rob and Jack 1990
Peter Halley, Rob and Jack 1990

A Milano la galleria Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea indaga il colore, tra forma e superficie, attraverso le opere  di Halley, Prudencio Irazábal e Jason Martin.

Da ieri fino al 01 gennaio 2020, la galleria Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea presenta un progetto espositivo basato su tre artisti di spicco nell’arte contemporanea internazionale. Beyond Color presenta opere di Peter Halley, Prudencio Irazábal e Jason Martin.

Che cosa li unisce? L’idea curatoriale parla di un confronto tra tre modi non figurativi di interpretare colore, luce e materia attraverso la tecnica pittorica.

Alla prova della visita fatta durante la vivace inaugurazione, l’impatto del colore fluorescente rende Peter Halley -ben noto al pubblico italiano- il primo artista che si fa notare.

Jason Martin
Jason Martin

Subito dopo, l’attenzione del visitatore si sposta all’impatto sensuale delle grandi opere di Jason Martin, con poca varietà cromatica, ma grandi pennellate e spatolate sensuali: emanano un odore forte di olio di lino, tanto da indurre qualche incauto visitatore a toccarle. Opere del 2018, ma apparente “pittura fresca”. Guardare ma non toccare: l’artista lamenta di aver sofferto in altre mostre per alcune “impronte” rimaste impresse sulla tela: l’olio resta sempre un poco duttile.

L’ultimo ad affiorare all’attenzione del visitatore è lo spagnolo Prudencio Irazábal: le sue opere dalla superficie lucida e gelatinosa lasciano trasparire, a ben guardare, una realtà tutta figurativa che si può solo immaginare al di là della superficie dell’opera.

Prudencio Irazabal
Prudencio Irazabal

Ed ecco l’intuizione espositiva. I tre artisti dialogano. Le superfici: secca e muraria quella di Halley, cremosa e sensuale quella di Martin, liscia e gelatinosa quella di Irazábal. La forma: aritmetica e ostentatamente statica quella di Halley, sensuale dinamica e casuale quella di Irazábal, eterea ed enigmatica quella di Martin, che suggerisce forme e vedute figurative ignote.

Li unisce la ricerca della superficie tattile e la semplificazione della forma, che però domina.

Calciche aritmetiche, sensuali movimenti di carezze, gelatinosi enigmi.

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