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Joker: la proposta indecente di Todd Phillips

Joker: la proposta indecente di Todd Phillips

Joker: la proposta indecente di Todd PhillipsJoker: la proposta indecente di Todd Phillips a Warner Bros. e DC Comics che dopo il trionfo a Venezia sta conquistando il botteghino

Joker, la pellicola standalone dedicata al supercattivo più amato di Gotham City che ha conquistato il Leone D’Oro come miglior film alla Mostra del Cinema di Venezia è nato da una felice quanto irriverente proposta di Todd Phillips a Warner Brothers e DC Comics. Phillips è il creatore della trilogia di Una Notte da Leoni e ha contribuito a lanciare la carriera di Zach Galifianakis, che per un gioco delle parti cinematografico è anche la voce dell’ultimo Joker visto sul grande schermo: quello di The Lego Batman. Come il suo barbuto attore feticcio, Todd Phillips ha scompaginato i progetti di tutti, riuscendo a cambiare lo status quo del cinefumetto americano, oggi colpito dalle dichiarazioni al vetriolo di Martin Scorsese che lo ha definito un parco divertimenti impossibile da considerare come cinema.

Todd Phillips ha messo al centro della sua proposta la presenza di Joaquin Phoenix, sempre attratto da progetti a basso budget ma con grandi potenzialità espressive. Il regista ha dichiarato di non voler portare Phoenix nel DC Extended Universe (la continuity cinematografica della Justice League, Aquaman e Wonder Woman) ma di voler portare il mondo dei fumetti in quello di Joaquin Phoenix. È così che la Warner, già impensierita dai risultati di Justice League (Zack Snyder, 2017), che doveva rappresentare l’evento definitivo di casa DC ma non ha dato gli esiti sperati, ha deciso di dar fiducia al papà di Parto Col Folle e alla sua disturbante e livida riedizione dell’immaginario comedy e violento della peggiore nemesi di Batman: il Joker.

Nasce così un film, slegato dal resto della continuity DC, ambientato nel 1981 per raccontare una possibile versione delle origini del supercattivo, che per felice scelta della DC Comics manca di una vera e propria storia d’origine. Alla fine del volume The Killing Joke, che avrebbe dovuto raccontare le origini del supercriminale, Alan Moore fa dire al suo malefico protagonista con fare sornione «se proprio devo avere un passato, preferisco avere più opzioni possibili».Joker: la proposta indecente di Todd PhillipsIn una livida e mefitica Gotham City, la follia inizia a fare notizia, la criminalità ingrossa le sue file e ratti fuori taglia invadono ogni angolo della città. Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) è un giovane disadattato, afflitto da una profonda depressione e da uno strano disturbo che gli provoca esplosivi attacchi di risate. Arthur vive con la madre Penny (Frances Conroy) ex segretaria di Thomas Wayne, oggi impegnata a scrivere proprio al magnate e candidato sindaco di Gotham lunghe lettere dallo spoglio appartamento in cui vive con Arthur, nella convinzione che questi un giorno le risponderà.

Arthur lavora per un’agenzia di clown – un gruppo di vinti e brutti ceffi difficili da mascherare sotto il cerone – e pur essendo afflitto da una profonda depressione vuol fare stand-up comedy, affascinato da Murray Franklin (Robert De Niro che ribalta qui il suo ruolo in Re per una Notte), grande mattatore del proprio one man show, in realtà uomo egocentrico e spregiudicato.
Mentre Arthur ha una rivelazione agghiacciante sul suo passato – che gioca con la teoria del Joker fratello di Bruce Wayne – e fra i corridoi dell’Arkham Asylum (dove se no?) comprende le radici di quell’agghiacciante risata che lo invalida, la violenza esplode in tutta Gotham. È bastato un solo gesto di violenza perché si scatenasse, dopotutto lo stesso Joker di The Killing Joke ci insegna che siamo tutti a una brutta giornata dalla follia!

In Joker è chiaro che a fare la differenza è l’interpretazione di Joaquin Phoenix, una performance estrema la cui preparazione ha ridotto l’attore a una figura fragile e sottile, percorsa da una muscolatura scheletrica in perpetuo e nevrotico movimento. Phoenix usa ogni fibra del suo corpo per comunicare il profondo disagio di Arthur, una nevrosi che lo scuote e lo mette in ginocchio finché non trova la sua cifra nella danza, in quel movimento teatrale e psicotico, a metà fra l’espressionismo queer di Lindsay Kemp e il numero di danza The Old Soft Shoe che Ray Bolger portò in TV nel 1957 e che Phoenix segnala come sua ispirazione per i passi di danza del suo Joker. Si aggiunge l’agghiacciante risata che tormenta Arthur: Phoenix l’ha perfezionata per essere l’unica connessione fra il fragile Arthur del 1981 e il sadico criminale che in futuro si macchierà di innominabili torture e delitti nei confronti di nemici e amici (prima fra tutte una certa Harley Quinn, oggi pronta per la sua fantasmagorica rinascita sul grande schermo).Joker: la proposta indecente di Todd Phillips

Joker: la proposta indecente di Todd PhillipsJoker è anche un malefico omaggio all’immaginario comedy cinematografico e musicale, a partire dall’archetipo rappresentato da Charlie Chaplin e dai suoi personaggi, outsider che riescono sempre a commuoverci e a strapparci una risata. Todd Phillips fa attraversare il suo Joker da Chaplin: lo vediamo schettinare in Tempi Moderni sul grande schermo di un cinema e il suo brano Smile è la più potente cassa di risonanza del disagio di Arthur. Joker racconta di chi vive nell’ombra intorno al cono di luce che illumina il palcoscenico, sia esso televisivo piuttosto che di un teatro off-off. La vita non è una tragedia in primo piano ma una commedia in campo lungo, per citare ancora Chaplin.

In Joker la colonna sonora amplifica la percezione di una commedia al contrario: accanto ai brani originali, assai drammatici, della compositrice islandese Hildur Guðnadóttir (già autrice della OST di Soldado e Chernobyl) abbiamo una selezione di standard jazz (Frank Sinatra, Fred Astaire), rock psichedelico (Jefferson Airplane, The Who, Cream) e sonorità elettroniche e decadenti che concorrono alla costruzione del Joker, risultato scellerato e iconico di tutte queste sonorità messe insieme.

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