È una delle mostre più importanti della primavera: i musei di tutto il mondo chiedono di ospitarla ma la prima tappa sarà naturalmente a Roma. Il Ministro Franceschini ad ArtsLife: “Presto un nuovo museo”. Immagini e video in anteprima
Roma. Si preannuncia come una delle mostre più importanti della stagione espositiva del 2020 in Italia e non solo. Già, perché la mostra The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces, che aprirà i battenti dal 25 marzo 2020 presso la nuova sede espositiva dei Musei Capitolini a Palazzo Caffarelli, girerà il mondo. Un evento internazionale che potremmo definire storico considerato che sarà il primo atto di un processo che porterà nei prossimi anni alla creazione – o meglio al ritorno a Roma, seppur in un’altra sede espositiva – del Museo Torlonia. Il progetto scientifico di valorizzazione della collezione è stato affidato a Salvatore Settis che cura la mostra con Carlo Gasparri, archeologi e accademici dei Lincei, e con l’organizzazione di Electa, editore del catalogo. Le sculture esposte in mostra sono restaurate grazie al contributo di Bvlgari che da Roma ha sempre tratto ispirazione. Il progetto di allestimento è di David Chipperfield Architects.
Al centro della rassegna la famosa Collezione Torlonia, considerata da molti la collezione d’arte antica più importante del mondo e costituita da busti, rilievi, statue, sarcofagi ed elementi decorativi. Uno spaccato della storia del collezionismo di antichità in Roma dal XV al XIX secolo. Una collezione che, per varie vicende, anche storiche, non viene esposta al pubblico da 70 anni. Tanti i tentativi di istituzionalizzare la prestigiosa collezione dal dopoguerra in poi. Per ragioni di sicurezza dovute al periodo di agitazioni post-belliche, infatti, la collezione fu raccolta, su richiesta del Ministero, in alcuni ambienti protetti al piano terra dello stesso palazzo di via della Lungara a Roma. Negli anni successivi, vari tentativi si susseguirono per trovare un accordo che riportasse in vita il Museo di scultura antica fondato a Roma nel 1875 dai Torlonia.
I progetti non videro mai realizzazione per ragioni tecnico-amministrative. Fino all’accordo firmato nel 2016 tra la Fondazione Torlonia istituita dal Principe Alessandro Torlonia (1925 – 2017) e il Ministero per i beni e le attività culturali rappresentato allora (come ora) dal Ministro Franceschini che al riguardo ha affermato in conferenza stampa: “Quando abbiamo iniziato questo percorso, qualcuno ci ha detto ‘non ci riuscirete mai’, ma grazie a Salvatore Settis (curatore della mostra n.d.r.) siamo andati dal principe Alessandro. In un colloquio, che ricorderò come tra i più interessanti del mio mandato da ministro, abbiamo costruito un percorso che si è concretizzato con l’accordo“.
Insomma, una storia a lieto fine che vede una virtuosa alleanza tra il settore pubblico e quello privato. “Una storia di continuità istuituzionale – al di là delle maggioranze e delle persone senza la quale il paese non va avanti” ha affermato il Vice Sindaco Luca Bergamo che ha aggiunto anche l’importanza di questa operazione all’insegna della pubblica fruizione del patrimonio culturale così come previsto anche dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Uno spaccato della vita di Roma che farà il giro del mondo.
Parola al Ministro Franceschini
Indubbiamente, un prestigioso successo che il ministro Franceschini può annoverare nel suo precedente mandato e che raccoglie i frutti solo oggi. Per questo motivo ArtsLife – a termine della conferenza stampa ospitata presso la Galleria Corsini di via della Lungara – gli ha posto alcune domande alle quali il Ministro ha risposto con la consueta diplomazia:
Ministro, prima di lei in tanti si sono avvicendati per trovare un accordo di istituzionalizzazione della collezione. Come è riuscito ad ottenere questo risultato nell’accordo del 2016?
Il lavoro di tutti quelli che ci hanno lavorato prima è servito per raggiungere un risultato importante. Ho cominciato qualche anno fa questo lavoro e del resto era giusto che ci fosse l’impegno massimo perché la collezione d’arte antica privata più importante del mondo meritava un impegno totale dello Stato.
Cosa può dirci riguardo alla futura (ri)apertura del Museo Torlonia?
Adesso abbiamo cominciato con questa mostra, l’accordo prevede che dopo che avrà girato per il mondo trovi una sede permanente a Roma. Discuteremo le modalità, stiamo cercando un luogo prestigioso all’altezza di questa collezione stupefacente per qualità e bellezza, poi decideremo insieme alla famiglia.
Può indicare un arco di tempo?
“Non posso sbilanciarmi sui tempi. Noi abbiamo intenzione correre che significa individuare il luogo, fare l’accordo con la famiglia sulle modalità di gestione del museo, ristrutturare o adeguare l’edificio a un museo. Non vedrò il Museo Torlonia prima del termine del mio mandato, lo vedrò dopo”, dice sorridendo.
La mostra
Delle 620 opere della collezione Torlonia, catalogate nel 1880, ne saranno esposte 96 che ripercorreranno a ritroso nel tempo la storia della collezione. Una “collezione di collezioni” perché la famiglia Torlonia, non solo ha acquistato nel corso degli anni singole opere ma intere collezioni storiche. Sarà dunque questo il filo narrativo della mostra, allestita secondo un criterio cronologico che va dall’inizio della storia del collezionismo fino all’Ottocento. Soprattutto a Roma infatti, a partire dal XV secolo, si formò la pratica socio-culturale della raccolta di sculture antiche negli spazi privati, da cui sarebbero derivate una serie di conseguenze a catena, dai disegni delle opere antiche fino alla nascita del concetto di museo. È questo il clima fervido che stregò Johann Joachim Winckelmann – padre della moderna archeologia – al suo arrivo a Roma. Ed è proprio nella Città Eterna che nasce il primo museo al mondo, dove il padre fondatore della moderna archeologia passava i pomeriggi: I musei Capitolini. Tutto torma, tutto è legato in un gioco di specchi e rimandi.
Il percorso espositivo quindi si snoderà nelle varie sale a ritroso nel tempo. Lo ha spiegato il curatore Salvatore Settis:
“La prima stanza servirà a evocare il momento in cui il Museo Torlonia è stato visitabile, dal 1875 circa fino alla seconda guerra mondiale. Quindi sarà come entrare in una stanza del Museo Torlonia. Poi si va indietro nel tempo: nella seconda stanza noi troveremo una serie di acquisizioni ottocentesche dalle sterminate proprietà della famiglia Torlonia Nella terza sezione andiamo nel settecento: alcuni pezzi di Villa Albani che sono migrati in altre residenze Torlonia e, una specie di introduzione a chi vorrà visitare Villa Albani. Si va avanti nella stanza più bella dove vediamo andando indietro nel tempo, nel seicento, una parte della collezione Giustiniani, la collezione di sculture più conosciuta del Seicento romano. Nella parte successiva si va ancora più indietro nel tempo, alle collezioni romane del tardo quattrocento-cinquecento. Nell’ultima sala troveremo i bronzi donati dal Papa Sisto IV ai romani”.
Una mostra che dopo la prima tappa di Roma, girerà il mondo. Come ha sottolineato il curatore:
“La sola notizia che la collezione Torlonia verrà di nuovo in parte esposta in questa mostra ha talmente attratto l’attenzione che abbiamo già un certo numero di richieste di musei stranieri da tutto il mondo. Ci sono già alcuni rapporti avanzati, un’occasione irripetibile per chi ama l’arte, in tutto il mondo”.
Molto soddisfatto il Presidente della Fondazione Torlonia, Alessandro Poma Murialdo:
“L’accordo quando c’era mio nonno firmato con il Ministro Franceschini è assolutamente innovativo e all’epoca era ancora un sogno. Oggi invece possiamo dire di avere delle certezze: viene fissata la data della mostra italiana, l’accordo prevede una sequenza di fatti che porteranno sempre di più all’istituzionalizzazione dell’attività legata alla fondazione. La tappa italiana è il punto di inizio fondamentale un tour internazionale per dargli il respiro internazionale che è giusto che abbia questa collezione. Ringrazio in particolare Bvlgari che fin dall’inizio ha sposato con entusiasmo questo progetto e si è fatta carico di tutto il lavoro di restauro delle statue selezionate per la mostra ma che a breve si occuperà anche di tutte le opere della collezione”.
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