Quartett è l’opera di stile contemporaneo in scena dal 2 al 22 Ottobre 2019 al Teatro alla Scala di Milano.
Les Liaisons Dangereuses è il romanzo pubblicato nel 1782, scritto da Pierre Ambroise Francois Choderlos de Laclos, da cui è stata liberamente tratta la prima versione del testo Quartett di Heiner Muller, del 1982.
Luca Francesconi propone una versione moderna dell’opera in tredici scene, traducendo dal tedesco all’inglese la pièce teatrale di Muller e musicandone le parole. Ciò che rimane invariato è il titolo originale.
Quartett, opera prodotta ex novo dal Teatro alla Scala, ha debuttato nel capoluogo lombardo nel 2011 per riscontrare un ottimo successo a livello mondiale. È stata infatti ripresa, con diversi adattamenti, in molte capitali europee e non: Amsterdam, Barcellona, Buenos Aires, Lisbona, Londra, Parigi, San Francisco, Strasburgo, Vienna.
L’opera sarà inoltre il titolo di apertura della Staatsoper di Berlino, per la stagione 2020/2021, sotto la direzione di Daniel Barenboim.
A dirigere l’orchestra nelle date milanesi è il giovane Maxime Pascal, nel ruolo della Marchesa Marteuil il soprano Allison Cook e nel ruolo del Visconte Valmont il baritono Robin Adams. La regia originale di Alex Ollé e ripresa da Patrizia Frini.
Entrando nel vivo della storia, la trasposizione teatrale di Muller, rispetto al capolavoro settecentesco, propone solo due personaggi dei cinque originali: la seducente Marquise de Marteuil e il libertino Vicomte de Valmont.
I protagonisti si inventano un gioco delle parti pericoloso, cambiando personalità e genere, mistificando le loro identità. Verità e fantasia si mescolano e la facciata dei rapporti convenzionali viene stracciata in dialoghi e gesti crudeli. L’amore e la gelosia vengono derisi e superati, rendendo i due protagonisti persone capaci apparentemente di vivere la sensualità senza emotività.
“È proprio la normalità del rapporto a due che viene messa in questione” spiega Francesconi in una dichiarazione per il leaflet di sala.
Nell’apprezzato allestimento scaligero, gli interpreti fluttuano in una scenografia sospesa, che riprende visivamente il clima sospeso della narrazione. Infatti, la Marchesa ed il Visconte agiscono in un tempo e in un mondo parallelo, creato da loro stessi, che diventa anche la loro gabbia dalla quale non trovano via d’uscita, se non attraverso una fine tragica.
La musica proviene da due orchestre ed un coro. La prima grande orchestra, la quale è accompagnata dal coro, suona dalla sala prove e non è visibile al pubblico; essa viene fatta “entrare” in teatro grazie alla sofisticata tecnologia Ircam. Invece la seconda orchestra da camera, sebbene di dimensioni ridotte nella sua compagine, suona dalla buca. Le due orchestre sono distinte nel libretto grazie alla segnalazione IN – per quella in buca – od OUT – per quella in sala prove.
La dicotomia fra i due momenti musicali è forte: mentre l’orchestra dal vivo marca la crudezza della vicenda con suoni gravi e netti, la seconda orchestra ed il coro propongono invece melodie sognanti che seguono i momenti di debolezza emotiva dei protagonisti. La transizione fra i due umori è la dimensione che Francesconi chiama DREAM. Il senso del combattimento fra le due masse orchestrali è, inoltre, rappresentazione della sfida che i due personaggi, chiusi nella loro idea cinica di amore, lanciano alla società esterna che incombe su di loro.
L’opera ha avuto un buon successo da parte del folto pubblico presente in sala, con manifestazioni di apprezzamento per i due solisti e per il direttore sin dal debutto il 2 ottobre con un’Anteprima Under30.
Per chi fosse interessato a conoscere maggiormente l’autore, Francesconi è anche il protagonista del Festival Milano Musica 2019 che durerà fino al 25 Novembre con diverse sedi di incontro.