E’ considerata una pietra miliare del Futurismo, così come il suo capolavoro. Ora la leggendaria scultura ‘Forme uniche nella continuità dello spazio’ di Umberto Boccioni arriva in asta da Christie’s a una stima di 3,8-4,5 milioni di dollari.
L’11 novembre questa iconica scultura andrà in vendita nella Grande Mela. Concepita in gesso nel 1913 e fusa nel 1972, è la prima volta in quasi 50 anni che una delle sculture del maestro italiano arriva sul mercato delle aste. L’ultima volta risale al 1975, quando una sua scultura fu acquistata dal New Orleans Museum of Arts.
Boccioni ha preso uno dei soggetti più venerati nella tradizione occidentale dell’arte – la figura umana-e lo ha diviso prima di ricostruirlo in una struttura complessa, astratta, con dinamiche sfaccettature e piani aggraziati che penetrano e attivano lo spazio che lo circonda. Avanzando audacemente in una posa di movimento, questa figura apparentemente indomita presenta una nuova concezione dell’uomo, così come della scultura, nel XX secolo: meccanica, avanzata e completamente moderna.
Il gesso originale della scultura si trova al Museo d’Arte Moderna di San Paolo. Tutti i pezzi in bronzo sono postumi. I due calchi del 1931 si trovano al Museo del Novecento di Milano e al Museum of Modern Art di New York. Uno del 1949 è al Moma. Un altro del 1951 era nella collezione del conte Paolo Marinotti. Quello del 1963 risiede al museo di San Paolo. Un altro, del 1972, si trova alla Tate Gallery di Londra.
L’attuale scultura proviene da un’edizione di dieci bronzi numerati, fusi nel 1972 dal modello di Marinotti del 1951, sei dei quali si trovano in istituzioni pubbliche, tra cui il Museo di Israele, Gerusalemme, il Museo d’Arte di New Orleans, il Museo Kröller-Muller, Otterlo e il Museo d’arte contemporanea di Teheran.
Lo scopo di Boccioni in queste opere non era semplicemente quello di rappresentare o trascrivere l’immagine di una figura in movimento, ma di trasmettere la sensazione di questo movimento, “il pulsare della sua anima”.
Boccioni ha raccontato di aver cercato non tanto di rappresentare “la costruzione di corpi, ma la costruzione dell’azione di corpi”: ‘Forme uniche nella continuità dello spazio’ di Boccioni è un’icona del Futurismo che ben sintetizza le tendenze del mercato attuale: tensione tra moderno e contemporaneo, figurativo e astrazione, desiderio di nuovo, iconoclastia del passato.
All’inizio del 1910, Boccioni scopre il suo catalizzatore sotto forma del Manifesto futurista di Filippo Marinetti (1909). Ispirato dalla rapida industrializzazione, poi in corso in tutta Italia, il teorico italiano scrisse di corpi meccanizzati e un futuro progressivo, aerodinamico. Il suo impatto su Boccioni è stato profondo. L’11 febbraio 1910, Boccioni, insieme ai compagni artisti Giacomo Balla, Carlo Carrà, Luigi Russolo e Gino Severini, firma il Manifesto dei pittori futuristi.
Rivolgendo la sua attenzione alla terza dimensione, Boccioni si lancia a capofitto in un periodo di sperimentazione scultorea.
“Rovesciamo tutto -ha scritto nel suo manifesto- e proclamiamo l’abolizione assoluta e completa delle linee finite”
Tragicamente, due anni dopo aver realizzato questa scultura, Boccioni fu calpestato a morte dal suo cavallo durante un esercizio di addestramento di cavalleria con l’esercito italiano durante la prima guerra mondiale. Morì all’ospedale militare di Verona a soli 33 anni.