Sta arrivando il temporale, mostra personale di Francesco Gennari a cura di Lorenzo Giusti alla Gamec di Bergamo, intreccia materiali, metafisica, minimalismo, autoritratti e un alter-ego. Opere anti-monumentali che colmano lo spazio di un silenzio solenne introducendo lo spettatore a una visione intima e personale.
Francesco Gennari (Pesaro, 1973) circoscrive le sue opere nel senso fisico del termine: ogni lavoro è chiuso, definito, contenuto. La matrice minimalista è solamente un richiamo sovrapponibile a livello formale, ciò che si trova nelle sue realizzazioni è una straripante emotività estranea all’avanguardia degli anni Sessanta. “Io rappresento i miei sentimenti, i miei continui e improvvisi cambiamenti di umore, ciò che sarà di me dopo la morte e, più in generale, le angosce o quella tensione che gli uomini hanno sempre avuto guardando il cielo stellato o pensando al senso della propria esistenza in questo mondo”. E forse per questo che spesso il soggetto delle sue opere è sé stesso.
Sta arrivando il temporale è una mostra in cui riecheggia un silenzio solenne, le mura dipinte di un grigio denso richiamano al titolo dell’esposizione, i lavori smuovono lo spazio. In ogni opera non c’è un “io” ma un “Lui”, un doppio, che ne rappresenta la vera essenza, il vero motivo scatenante. Lui è diverso (2019), un cerchio di marmo rosa scolpito come una decorazione di panna su di una torta, è intriso di gin, lo spirito che abita la materia in cui l’artista o meglio il suo doppio aveva l’esigenza di recarsi. Così come Autoritratto su menta (con camicia bianca) (2019), la figura è quella di Francesco Gennari riflessa su di uno sciroppo alla menta ma il liquido scosso trasfigura il volto facendo emergere il doppio dell’artista, la sua causa: “io sono Francesco Gennari, ma in me c’è anche un’altra entità che affettuosamente chiamo “Lui”.
La determinazione del sé, della sua emotività passa attraverso materiali e forme diversissime, dal bronzo, al vetro di murano, all’oro, al nichel, alla luce solare, sostanze a cui Francesco Gennari non attribuisce una gerarchia ma nelle quali infonde la propria ambigua e autonoma metafisica. Il tempo, la ripetizione, lo sguardo (2019), calco in bronzo di due ciotole per il cane, è posta dietro l’angolo dell’ampio spazio dove si sviluppa la mostra, quest’opera così dimessa si compie con lo sguardo dello spettatore che ne scandisce il tempo e la ripetizione, come suggerisce il titolo, e quindi la quotidianità, il percorso della vita, i giorni che passano: viene da trattenere il respiro, da essere malinconico e quasi disperati. È così che Francesco Gennari conduce la sua pratica, sentendosi quasi un estraneo nella creazione, assistendo lo spettatore nell’immersione interpretativa.
Sta arrivando il temporale
Francesco Gennari
a cura di Lorenzo Giusti
26 ottobre 2019 – 6 gennaio 2020
Gamec, Bergamo
www.gamec.it