All’asta i beni mobili salvatisi dalla valanga che dopo il terremoto del 18 gennaio 2017 travolse l’Hotel Rigopiano di Farindola, su Gran Sasso, uccidendo 29 persone
“Non c’è ne’ pace, né rispetto per le 29 Vittime di una tragedia che si poteva evitare, la legge ammette e tutela determinate azioni, sarebbe però bastato un briciolo di umanità e rispetto dell’essere umano dinanzi a tale azione”. Così il Comitato Rigopiano, in attesa del fiore commenta la notizia della vendita all’asta dei beni mobili salvatisi dalla valanga che dopo il terremoto del 18 gennaio 2017 travolse l’Hotel Rigopiano di Farindola, su Gran Sasso, uccidendo 29 persone. “Se tutto ciò può essere legale nella vita quotidiana negli ambienti giudiziari”, prosegue il comitato, “esiste una sottile linea che separa il rispetto dall’avidità, e in questa triste e macabra circostanza c’erano tutti i motivi per non oltrepassarla e passare invece oltre; solo per quella linea che però purtroppo per il Dio denaro, nessuno ha voluto farci caso, brindare con i vini recuperati e risparmiati dalla valanga, una ulteriore pagina amara e viste che si continua a scrivere da quel maledetto giorno dove tante famiglie hanno smesso di brindare per sempre“.
Ad essere messi in vendita sul sito delle Aste Giudiziarie, infatti, c’erano vino, birra e champagne provenienti dalle cantine dell’hotel, oltre alla vasca a idromassaggio e i lettini della Spa, arredi, quadri, ceramiche. Per la cronaca, solo uno dei quindici lotti è stato aggiudicato: sono state infatti vendute, con un rilancio di 1.800 euro, dopo essere partite da una base d’asta di 700 euro, le casse contenenti vini pregiati, champagne e birre. Per gli altri quattordici lotti, che comprendevano anche caldaie a pallets, seghe elettriche e un gruppo elettrogeno, oltre a pregiate ceramiche di Castelli, le aste sono andate invece deserte.