L’acqua alta a Venezia sommerge anche il murale realizzato da Banksy lo scorso maggio. E sui social si scatena la polemica
Ricordate l’incursione veneziana di Banksy dello scorso maggio? La sua bancarella abusiva in piazza San Marco con tanto di successivo post Instagram ironico sulla Biennale di Venezia? In realtà la vera opera era tutta la performance messa in scena ma il nucleo embrionale da cui tutto era partito era la denuncia verso il problema delle grandi navi in laguna: uno dei tanti problemi che la città si trova quotidianamente ad affrontare. Poco più di un mese dopo si era sfiorata la tragedia con una nave da crociera che aveva perso il controllo a causa di una tempesta, finendo per urtare una banchina. Dopo quell’episodio, l’opera di Banksy raffigurante una grande nave che deturpava la classica veduta di Venezia conosciuta in tutto il mondo era diventata una sorta di icona della richiesta, proveniente da più parti, di spostare il traffico delle grandi navi dalla città.
Era passato quasi in secondo piano un altro intervento dello street artist sempre a Venezia (Rio Novo a Dorsoduro) – raffigurante un bambino migrante con un giubbotto di salvataggio che chiedeva aiuto mediante un fumogeno di SOS – che dialogava idealmente con “Barca nostra” di Christoph Büchel all’Arsenale. La seconda opera dello street artist in Italia, se contiamo la “Madonna con la pistola” di Napoli.
Ora anche questa opera rischia di diventare una nuova “icona” di quanto sta avvenendo a Venezia. Una città vulnerabile come un bambino che chiede aiuto per non finire del tutto sommersa dall’acqua. La marea infatti non ha risparmiato il murale, che si è trovato per molte in gran parte coperto dall’acqua. Molti hanno temuto che potesse danneggiarsi irrimediabilmente invece sembra che abbia resistito, anche se come sappiamo l’emergenza non è ancora terminata. La notizia ha suscitato commenti diametralmente opposti sui social. In molti, colpiti dal lutto delle due vittime e dai gravi danni subiti dall’enorme patrimonio artistico e architettonico della città, hanno considerato quasi uno scandalo preoccuparsi dello stencil, altri invece la considerano un’espressione d’arte che, come tale, va tutelata esattamente come tutte le altre. Non si tratta ovviamente dell’unico dibattito che si è scatenato sui social dopo quella che possiamo senz’altro definire una tragedia annunciata. Le polemiche che si concentrano sulla questione del Mose registrano contrapposizioni tra tutte le parti politiche che si accusano a vicenda. In realtà, in queste ore caotiche e di piena emergenza, il dibattito sviluppato sulla rete rischia di essere sterile e fine a se stesso in quanto non si ha ancora una conta dei danni subiti e purtroppo, da quanto riportano le previsioni del tempo, non si può ancora affermare di essere usciti dall’emergenza.