L’appuntamento clou dell’autunno delle aste nel Bel Paese è con la vendita di Sotheby’s Milano dedicata all’arte contemporanea.
Questa sera (21 novembre) si terrà l’inaugurazione su invito, mentre apre al pubblico domani l’esposizione dei lotti nelle sale di Palazzo Serbelloni e proseguirà fino a martedì 26, giorno della prima sessione di vendita di due (la day sale sarà il giorno seguente, il 27).
Questa di Sotheby’s è la seconda asta meneghina dell’anno dedicata all’arte moderna e contemporanea. Il catalogo si sviluppa con un’alternanza di opere firmate da artisti italiani ed internazionali provenienti da collezioni private.
Claudia Dwek (Chairman Contemporary Art Sotheby’s Europe) racconta così il focus della vendita: “L’asta propone una selezione accurata di lavori provenienti dall’Italia e dall’estero. Il 26-27 novembre avremo opere di artisti italiani da importanti collezioni internazionali affiancati da altre di artisti stranieri scelti a suo tempo da lungimiranti collezionisti italiani. In asta lavori di Fontana, Morandi, Calderara, Boetti, una significativa opera su carta di Twombly del 1964, Noland, Albers, Max Bill, Hartung, oltre alla preziosa raccolta di ceramiche di Fausto Melotti. Un appuntamento importante per il vivace mercato italiano”.
La vendita serale del 26 novembre conta 38 lotti. Tra i nomi dei big stranieri Cy Twombly, che guida il catalogo.Già nella collezione Giorgio Franchetti di Roma e da questi acquistato nel 1964 dagli attuali proprietari, “Untitled” -matita pastelli a cera, pittura per interni e biro su carta- eseguito nel 1964 è stimato 1.200.000-1.800.000. L’opera è molto simile a un “Untitled” venduto a Londra nel 2017 che da una stima di 700 mila sterline era stato aggiudicato ad oltre 2.600.000 GBP. Mai pubblicamente esposta e rimasta nella stessa collezione privata europea dalla creazione, unisce due grandi pilastri della pratica artistica di Twombly: la pittura e il disegno.
Robert Rauschenberg è in asta on l’opera “Indian (Hoarfrost)” del 1974, effaçage su tessuti, già proveniente da Sperone, New York e Leo Castelli, New York, stimata 40.000-60.000 euro. Nell’opera Rauschenberg trasferisce immagini prese da giornali e riviste su tessuti non stirati. Inizialmente il lotto era intitolato “Chandelier (Hoarfrost)”, ma successivamente l’artista ha cambiato il titolo in “Indian (Hoarfrost)” in seguito a una visita in India con suo figlio, che lo ha descritto come “semplicemente stupito dai colori. Un nuovo senso del tessuto lo ha sopraffatto lì”.
Idealmente il catalogo è pervaso da uno spirito di scambio proficuo: opere di artisti italiani dall’estero, come il grande Calderara del 1974 (100-150 mila) che proviene dal Sudamerica mentre l’omaggio al quadrato di Albers datato 1959 (300-400 mila) fa parte di raccolta privata milanese.
“Raft Way” di Kenneth Noland, che è stato anche un allievo di Josef Albers, è un grande acrilico su tela già in mostra alla Biennale di Venezia del 1978. Stima 180-250 mila euro. L’anno di realizzazione, il 1969, è un anno per l’artista statunitense che espone alla galleria Lawrence Rubin di New York e René Ziegler a Zurigo, e in tre mostre collettive, tra le quali “New York Painting and Sculpture: 1940-1970”, presso il Metropolitan Museum of Art di New York.. Lavori di Noland si trovano in molti musei del mondo, tra i quali il Pompidou di Parigi, il Whitney di New York e la TATE Gallery di Londra.
Arriva dalla casa di un collezionista bolognese “T1962k17” di Hans Hartung, del 1962 e quotato 170-200 mila. Dopo il recente record di Londra di “Housing Developed” venduto per quasi 3 milioni di euro, Sotheby’s propone per la sede milanese un altro lavoro di Scarpitta, un “Untitled” datato 1958 monocromo, fasce di tela, olio e resina. Un’opera lirica nella sua semplicità e nella sua potenza. Questo “Bandage” di Scarpitta, già proveniente dalla Galleria dell’Ariete di Milano, è stimato 600-800 mila. In asta due lavori di Mario Schifano, entrambi datati 1966. “Vittoria sul Sole per Kasimir Malevic”, un dittico, smalto su tela e perspex, è proposto a 280-350 mila.
Non poteva mancare Alberto Burri con un “Bianco Cretto” del 1973 (550-750 mila) illustrato a colori sul catalogo generale a cura di Bruno Corà. Alighiero Boetti è in asta con 3 opere provenienti già da Lucio Amelio e oggi da una collezione privata tedesca. Spicca “Legno Ferro (Pavimento)” della limitata serie dei Pavimenti realizzati nel 1967. ( 80 -120 mila). Non mancano anche i grandi del Novecento. Come Giorgio de Chirico con gli “Archeologi” del 1929 (220-280 mila) e il “Trovatore” del 1965 (200-300 mila).
Giorgio Morandi conta in catalogo tre nature morte, quella del 1957 (in mostra a Londra alla Royal Academy of Arts nel 1970-71) è valutata 600- 800 mila. Il giorno seguente, nella day sale, sarà dispersa una bella collezione privata milanese di ceramiche di Fausto Melotti degli anni Cinquanta e Sessanta. Non macheranno opere di Lucio Fontana: una terracotta smaltata buchi e graffito, è offerta a 200 -300 mila mentre un “classico” due tagli verde “Concetto Spaziale, Attese” dello stesso anno della ceramica, già proveniente dallo Studio Marconi, quota 500-700 mila.
L’esposizione dei lotti si apre al pubblico venerdì 22 a Palazzo Serbelloni, in Corso Venezia 16.
Catalogo online su www.sothebys.com