Tra Cina e Russia. Due giorni di aste da Wannenes a Milano che spaziano dall’arte asiatica all’antiquariato, con un focus sulle icone e argenti russi.
L’asta di Asian Art del 26 novembre 2019 offre come al solito infiniti spunti d’interesse per culture che misurano il tempo con il compasso ampio dei millenni che sedimentano la storia con opere d’arte tanto iconiche quanto cariche di simboli reconditi. L’abito a questo proposito è paradigmatico. Sin dalle più antiche Dinastie il colore ed il simbolismo ricamato degli abiti distingueva i ranghi sociali e militari e, durante il regno dell’imperatore Qianlong (1736-1795), della Dinastia Qing, fu redatto un documento che regolava il dress code di Palazzo.
Gli abiti di corte erano divisi in tre grandi categorie: formale (Ch’ao-fu), semi-formale(Ch’i-fu), ed informale(Ch’ang-fu). I primi venivano indossati nelle più importanti cerimonie quali ascensione al trono o cerimonie quali compleanni, matrimoni o cerimonie sacrificali, i secondi chiamati “Dragon Robe”, erano indossati da tutti coloro che facevano parte della corte o servivano l’imperatore in imprese ufficiali. I colori indicavano lo status dei ranghi cinque come i cinque elementi dell’universo: Blu (Est/legno) per i nobili. Bianco (Ovest/metallo) associato al lutto. Nero (Nord/acqua) per il rango minore. Rosso (Sud/fuoco) per i rituali del matrimonio e della nascita.
In tal proposito saranno presentati tre abiti, un raro cappello e quattro borsine da corte, provenienti dalla collezione privata del conti Zavagli Ricciardelli e dei baroni Di Brocchetti, che ricoprirono a partire del XIX secolo alte cariche politiche e nella Regia Marina Italiana, vivendo in oriente (Giappone e Cina fino all’inizio del XX secolo) consuetudine diplomatica e militare tramandata agli eredi (lotti 59 – 66, con stime per gli abiti da 9.000 – 15.000 euro a 2.000 – 3.000 euro, a 1.000 – 1.500 per le borsine, e 4.500 – 7.000 euro per il cappello).
Del selezionato catalogo è spicca una coppia di vasi cerimoniali in porcellana smaltata bianco e coperchi, Cina, dinastia Qing, XVIII secolo (lotto 26, stima 14.000 – 30.000 euro), una piccola figura in bronzo di Shiva e Parvati, Ardhanrishvara, India del Nord Est, X secolo (lotto 39, stima 3.000 – 6.000 euro), e una grande pietra grigio scuro di Vishnu, India settentrionale, Periodo Pala, XI-XII secolo (lotto 50, stima 24.000 – 40.000 euro). Elegante nella sua ipnotica iconicità una grande figura in pietra di Ganesha, India, Uttar Pradesh, epoca Prathihara, X secolo (lotto 52, stima 20.000 – 30.000 euro), una stele di pietra nera di Shiva e Parvati, Umamaheshvara, India, Bihar, IX secolo (lotto 53, stima 18.000 – 28.000 euro), così come una maschera in terracotta di Bhairava, Nepal, XV – XVI secolo (lotto 56, stima 9.000 – 15.000 euro).
Molto rara una coppia di porta ghiaccio quadrati in porcellana bianca e blu, Cina, dinastia Qing, del tardo XVIII secolo inizi del XIX secolo (lotto 80, stima 5.000 – 10.000 euro), e di grande finezza di fattura una coppia di vasi a bottiglia in porcellana “Famiglia Rosa” “Drago e Fenice”, marcata e del periodo Guangxu (1875-1908) (lotto 82, stima 12.000 – 20.000 euro).
Infine, emergono per una raffinata piacevolezza una coppia di coppe a medaglioni su fondo giallo in porcellana “Famiglia Rosa”, dinastia Qing, marcate a sigillo e del periodo Daoguang (1821-1850) (lotto 83, stima 7.000 – 15.000 euro), e un porta pennelli “Scholar” in giada verde spinacio finemente intagliato, Cina, dinastia Qing, Qianlong 1736 – 1795 (lotto 88, stima 50.000 – 90.000 euro).
ASIAN ART
MILANO, 26 NOVEMBRE 2019
ORE 15.00
La vendita di “Argenti, Avori, Icone e Oggetti d’Arte Russa” del 27 novembre 2019 si compone di un variegato catalogo di lotti che soddisfano i molteplici interessi degli appassionati e conoscitori di questo vivace segmento dell’antiquariato. Un calice in argento, rame dorato e corallo del 1699, realizzato dalle manifatture trapanesi per il console Giuseppe Porrata con una esuberanza decorativa vistosa, molto ricercata, e originale (lotto 83) stima 5.000 – 8.000 euro. Il corallo ha una natura polimorfica e metamorfica, in bilico tra i tre regni: non minerale anche se pietrificato, non vegetale anche se ramificato, non animale anche se del colore del sangue.
Con la diffusione del pensiero cristiano il corallo si trasforma nel simbolo del sangue del Redentore, quindi ornare con coralli ostensori e calici significava accentuare la loro funzione di sacri contenitori del Salvatore.
Di elegante fattura una serie di caffettiere, a partire da quella romana del XVIII secolo eseguita dall’orafo Vincenzo Belli a base poligonale con incisa l’arma araldica dei Marchesi Vecchiarelli di Chieti (lotto 84, stima 8.000 – 9.000 euro), seguita da una senese del XVIII secolo con coperchio a cupola con presa a pigna (lotto 85, stima 8.000 – 10.000 euro); e ancora una dello stato pontificio del 1811-1814 con boccaglio con attacco antropomorfo (lotto 107, stima 5.000 – 6.000 euro), ed infine una spettacolare versione dell’orafo romano Sanini del 1795-1797 con una grande ansa in forma di levriero (lotto 110, stima 5.000 – 6.000 euro).
Un boccale commemorativo in argento svedese in argento del XIX secolo con medaglie di re svedesi e norvegesi sarà esitato con una stima di 3.200 – 4.200 euro (lotto 147), mentre un bel tankard in argenti realizzato nel 1829 dall’orafo londinese Paul Storr a base circolare con bordo gradonato (lotto 162, stima 5.000 – 6.000 euro), e una grande coppa in argento dorato con coperchio di gusto rococò, anche questa cesellata a Londra nel 1838, dall’orafo R. Garrard II partirà da una quotazione di 6.500 – 8.500 euro (lotto 174).
Da segnalare una placca in avorio tedesca del XVIII secolo con cornice in legno parzialmente ebanizzato raffigurante un baccanale e putti in un paesaggio boschivo (lotto 205, stima 6.000 – 8.000 euro), e un grande vaso in avorio con montatura in argento, realizzato a Londra nel 1889 dall’orafo C. Edwards (lotto 206, stima 5.500 – 6.500 euro).
Un piano in marmo nero del Belgio, porfido e malachite con micromosaico raffiguranti i Fori Imperiali (lotto 219, stima 3.000 – 4.000 euro), e una tabacchiera in oro, argento dorato, smalti, tartaruga con micromosaico raffigurante il Tempio di Vesta (lotto 221, stima 4.000 – 5.000 euro), entrambi realizzati a Roma nel XIX secolo, dimostrano quanto era florido il mercato nell’Ottocento legato ai viaggi del Grand Tour.
Da collezionista di wunderkammer la cornucopia in corno con montatura in argento del XIX-XX secolo, poggiante su due piedini architettonici a torre, con figure ed elefanti (lotto 234, stima 5.000 – 7.000 euro). Infine, per quanto riguarda le icone spicca la “Vergine della Passione” di scuola cretese del XVII secolo, tempera su tavola (lotto 292, stima 10.000 – 12.000 euro), e il “Menologio dell’anno con ottantaquattro immagini della Vergine” realizzato in Russia nel XIX secolo con la tecnica della tempera su tavola che verrò battuto con una stima di 2.000 – 3.000 euro (lotto 311).
ARGENTI AVORI ICONE E OGGETTI D’ARTE RUSSA
MILANO, 27 NOVEMBRE 2019
ORE 15.00