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La semplice alchimia della natura. Renata Boero in mostra a Milano

Fino al 10 gennaio  2020 Renata Boero torna protagonista a Milano con la mostra Tempo e Tempi alla Galleria Federico Vavassori

Perché trattenere tutto ciò? E io dissi,
Dove posso deporlo?
– Anne Carson, The Glass Essay

Nella sua serie Ctoniographie, Renata Boero pone i suoi lavori nel sottosuolo. Con passi impregnati di ritualità, l’artista usa materiali come curcuma, ratania o cenere in un elaborato processo di bollitura e interramento. I lavori che ne risultano non tentano di rappresentare l’alchimia della natura, semplicemente la compiono. Cuocendo le sue tele in una serie di misture, piega il tessuto e lo immola, consentendo ai segni del tempo e alle tracce del proprio ambiente di proseguire nella trasmutazione. Il repentino disseppellimento della tela interrompe la decomposizione del materiale. Da quel momento in poi i lavori continuano a svilupparsi, seguitano a materializzarsi.

Il processo è distinto dalla rappresentazione in quanto queste forme e figure emergono dal didentro, anziché per applicazione. È l’invisibile a produrre il risultato. L’artista monitora e indicizza le fasi della germinazione, annotazioni scritte si fanno strada sulla tela, aggiungendo un livello di testimonianza all’immaginario astratto. Le composizioni tornano col pensiero alla logica strutturale dei sistemi modernisti a griglia, alludendo nel contempo alla manualità tessile.

Renata Boero potrebbe avere ereditato i suoi riquadri da Agnes Martin, con cui condivide anche una connessione alla terra e un’ostinazione in una sorta di automatismo. Boero conferisce alla parte attiva della natura un ruolo autoriale nel suo processo, assimilando l’impatto del sottobosco a una firma sui suoi lavori. La linea scrupolosa e i colori controllati di Martin costituiscono le condizioni per un’esperienza di totalità, per un presente avviluppante. Per quanto meno percepibile in un primo momento, il lavoro di Boero è il risultato di un processo meticoloso di sperimentazione, misurazione e trasformazione dei materiali.

Il lavoro di Renata Boero presenta una sorta di risonanza organica con l’opera di Hanne Darboven, in quanto quest’ultima utilizza la griglia, la struttura del calendario o la forma della scrittura a mano per afferrare un’esperienza neutrale del tempo, un ordine onnicomprensivo e sempre in scorrimento.

Analogamente, il lavoro di Boero mostra una storia da cui è continuamente trasformato nelle condizioni del suo essere presente, aprendosi nella sua costante evoluzione agli occhi dello spettatore.
Questo ci ricorda l’“oggi” con cui si apre Malina di Ingeborg Bachmann, dove la prospettiva di un’immediatezza continua, di un vero “oggi” è fondamentalmente soverchiante: «troppo eccitante, troppo enorme… Perché “oggi” è una parola che solo i suicidi dovrebbero usare, per tutti gli altri non ha alcun senso.»

La presenza assoluta è infatti scoraggiante, richiede l’accettazione di qualsiasi cosa possa emergere. I lavori di Renata Boero ci spingono a partecipare alla loro simultaneità, il loro essere presenti è avvolgente e profondamente verace. Tutto esiste proprio lì con noi.

Renata Boero | Tempo e Tempi

November 15, 2019 – January 10, 2020

Galleria Federico Vavassori
Via Giorgio Giulini 5
IT-20123, Milan
+39 02 39660009

info@federicovavassori.com

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