L’educazione al gusto e alla conoscenza collezionistica è il tema conduttore dell’asta di Dipinti Antichi del 3 dicembre di Wannenes a Genova.
La vendita presenta una selezione di opere di qualità e fantasia creativa che possono incuriosire l’appassionato come il raffinato conoscitore, come ad esempio il prezioso olio su rame raffigurante la Santissima Trinità con San Girolamo di Lorenzo Franchi (Bologna, 1565 – Reggio Emilia, 1632) (lotto 249, stima 8.000 – 12.000 euro), insieme alla Scena di Mercato di Dirck van Cats (attivo a L’Aia nel 1607 – 1632) (lotto 228, stima 30.000 – 50.000 euro), e all’eterna lotta tra castità e pulsione, forza fisica e spirituale che sono i temi iconografici celati nei soggetti di Apollo e Dafne e Giuditta e Oloferne. Nella tela di Apollo e Dafne il bellunese Sebastiano Ricci (Belluno, 1659 – Venezia, 1734) (lotto 229, stima 20.000 – 30.000 euro) dimostra una strepitosa conduzione pittorica che rappresenta un mirabile esempio di tardo barocco assai prossimo dell’arte romana seicentesca di Annibale Carracci e Pietro da Cortona, qui miscelati con gli stilemi del pittoricismo veneto.
Nella Giuditta e Oloferne del genovese Paolo Gerolamo Piola (Genova, 1666 – 1724) (lotto 224, stima 10.000 – 15.000 euro) documentato nel 1690 nell’atelier di Carlo Maratti dove ha modo di aggiornare il proprio linguaggio in chiave classicista, in particolare emiliana e bolognese, possiamo notare una chiara influenza all’algido stile di Guido Reni, ma con una bellezza e forza pittorica che ci consente di considerare il dipinto una delle sue creazioni migliori, se non il suo capolavoro.
L’arte di Giovan Battista Gaulli detto Baciccio (Genova, 1639 – Roma, 1728), è una delle più radiose del barocco e nella composizione del San Giuseppe con il Bambino (lotto 123, stima 40.000 – 60.000 euro) egli rende omaggio all’arte di Gian Lorenzo Bernini, essendo la composizione in rapporto con il medesimo soggetto tracciato a sanguigna dal maestro nella cappella del Palazzo Chigi di Ariccia.
Il Settecento veneziano appare in tutta la sua dissacrante verità nelle opere di Pietro Longhi (Venezia, 1701 – 1785) che sarà esitato con un Pastorello in piedi (lotto 260, stima 15.000 – 25.000 euro), e un Pastorello seduto (lotto 261, stima 15.000 – 25.000 euro), presenti nella Galleria Orsi di Milano nel 1993, ma soprattutto con L’allegra coppia già presente nel 1981 nella collezione veneziana di Ettore Viancini (lotto 266, stima 30.000 – 50.000).
Per quanto riguarda l’arte dell’Ottocento svetta di Vincenzo Gemito (Napoli, 1852 – 1929), il modello in cera del celeberrimo Ritratto di ragazzo (lotto 446, stima 7.000 – 9.000 euro), preparatorio alla versione in terracotta conservata al Museo e Certosa di San Martino di Napoli – adesso esposta al Petit Palais di Parigi per la prima antologica dell’artista in Francia che ne celebra la grandezza dove si coglie appieno la felicità espressiva del suo genio artistico, che raggiuge con la grazia dei semplici l’essenza delle cose.
Di assoluto rilievo La venditrice di zucca di Alessandro Milesi (Venezia, 1856 – 1945) (lotto 376, stima 20.000 – 30.000 euro), una sottile tavoletta ad olio di Giovanni Fattori (Livorno, 1825 – Firenze, 1908) raffigurante la Campagna livornese (lotto 386, stima 20.000 – 22.000 euro), e La Favorita, un delicato pastello dell’orentalista Fausto Zonaro (Masi, 1854 – Sanremo, 1929).
DIPINTI ANTICHI E DEL XIX SECOLO
3 dicembre 2019
ASTA 298-299
Palazzo del Melograno
Piazza Campetto 2, Genova
Tornata 1 ore 14:00
lotti 1 – 352
Tornata 2 ore 20:30
lotti 353 – 527
ESPOSIZIONE
30 NOVEMBRE – 2 DICEMBRE 2019
10.00 – 13.00 | 14.00 – 18.00