Roberto Concas, studioso sardo, già direttore della Pinacoteca Nazionale di Cagliari, annuncia la scoperta di un linguaggio crittografato nel disegno più famoso di Leonardo da Vinci
“Mentre altro cercavo, ecco la svolta. Che si configura nella forma, assolutamente inedita, di un algoritmo, una semplice sequenza di operazioni aritmetiche, due divisioni e una sottrazione, che consentiva di trovare, nei retabli pittorici e nei trittici, le misure delle tavole centrali e laterali, una condizione ripetuta che dava dimostrazione di sé”. Si svelano subito complesse, le parole con le quali Roberto Concas, studioso sardo, già direttore della Pinacoteca Nazionale di Cagliari, annuncia la scoperta di “un linguaggio crittografato nel disegno più famoso di Leonardo da Vinci e persino una luce risolutiva sulla Divina Proporzione che il frate matematico Luca Pacioli definiva come una scienza segretissima”.
Il disegno di cui parla lo studioso è quello dell’Uomo Vitruviano: rispetto al quale l’attenzione di Concas è ricaduta “sulla scala di misura, in cubito e palmi, disegnata dal maestro, in basso appena sotto i piedi dell’uomo vitruviano, e scandita da trattini posti con una certa regolarità”. La scoperta di Concas, afferma il direttore del Polo Museale della Sardegna Giovanna Damiani, “è, a mio avviso, definibile come rivoluzionaria, capace di imporre un nuovo paradigma di lettura nella storia dell’arte, un nuovo canone. Che non cancella quelli a noi consueti ma apre a interpretazioni nuove, forse intuite da alcuni storici dell’arte ma mai sino ad oggi codificate”. A tentare di farlo sarà una mostra organizzata alla Pinacoteca Nazionale di Cagliari nella primavera 2020, in cui, dati alla mano, il curatore evidenzierà come dietro a moltissime opere d’arte di epoca rinascimentale ma anche più tarda, ci sia certo estro artistico, abilità nella pittura ma anche – e non in ruolo secondario – un preciso calcolo matematico.