Print Friendly and PDF

Mettere a nudo l’anima con la fotografia. Inge Morath arriva nella Città Eterna

Fino al 19 gennaio 2020 al Museo di Roma in Trastevere la prima retrospettiva italiana di Inge Morath (1923-2002), la prima fotoreporter donna entrata a far parte della famosa agenzia fotografica MAGNUM PHOTOS.

La fotografia è essenzialmente una questione personale: la ricerca di una verità interiore”
Inge Morath

Inge Morath è stata, soprattutto, una viaggiatrice. Nel corso della sua carriera ha realizzato reportage fotografici in Spagna, Medio Oriente, Stati Uniti, Russia e Cina, tutti preparati con cura maniacale. La sua conoscenza di diverse lingue straniere le ha permesso di analizzare in profondità ogni situazione e di entrare in contatto diretto e profondo con la gente. Preparazione, conoscenza, empatia. Così può giungere al momento magico, quello della «chiusura dell’otturatore. Un momento di gioia, paragonabile alla felicità del bambino che in equilibrio in punta di piedi, improvvisamente e con un piccolo grido di gioia, tende una mano verso un oggetto desiderato».

Inge Morath, Un lama a Times Square, New York, 1957
©Fotohof archiv/Inge Morath/ Magnum Photos”

Nella lunga e intensa carriera di Inge Morath, non poteva mancare Roma, la Città Eterna. Quando nel 1954 si reca per la prima volta nella Capitale, la fotografa americana ha da poco iniziato a lavorare per l’agenzia Magnum. Ora Roma ospita nel Museo di Roma in Trastevere la sua retrospettiva italiana: INGE MORATH. La vita. La fotografia, aperta al pubblico dal 30 novembre al 19 gennaio 2020.

A Roma, Inge ritorna invece nel 1960 per un lavoro su commissione: fotografare la bellissima attrice e modella Rosanna Schiaffino, che immortala all’interno della sua abitazione romana. Nei pochi anni che intercorrono tra i due momenti romani, Inge Morath si è ormai affermata. Il suo sviluppo è stato graduale. Dopo l’esordio come traduttrice e scrittrice in Austria, aveva iniziato a scattare nel 1952. L’anno successivo, grazie a Robert Capa, comincia a lavorare per Magnum Photos a Parigi. Per Inge Morath “La fotografia è un fenomeno strano … Ti fidi dei tuoi occhi ma non puoi fare a meno di mettere a nudo la tua anima.”

Inge Morath, Autoscatto, Gerusalemme, 1958
©Fotohof archiv/Inge Morath/ Magnum Photos”

Il suo primo importante reportage, datato 1953, è dedicato ai “Preti operai”. È di questi anni l’incontro con Henri Cartier-Bresson, con cui inizia un sodalizio decennale che ne segnerà l’esistenza. Proprio nel 1960, l’anno del ritratto di Rosanna Schiaffino, Inge accompagna infatti Cartier-Bresson a Reno, per lavorare sul set de Gli Spostati, pellicola con Marilyn Monroe e Clarke Gable diretta da John Huston. Qui scatta uno dei suoi più bei ritratti: una Marilyn quasi scomposta che sola, lontana dal set, prova dei passi di danza. Durante le riprese Inge conoscerà lo scrittore e drammaturgo Arthur Miller, sceneggiatore della pellicola, che diventerà suo marito nel 1962. Che si trattasse di celebrità o di gente comune, di singole persone o di comunità, le sue sono immagini che sanno cogliere le intimità più profonde dei soggetti.

Inge Morath, Marylin Monroe sul set di “Misfits”, Nevada, 1960
©Fotohof archiv/Inge Morath/ Magnum Photos”

Riesce a fissare l’anima di grandi artisti – da Henri Moore, a Alberto Giacometti, Jean Arp, Pablo Picasso – e di scrittori come André Malraux, Doris Lessing, Philip Roth e celebrità come Igor Stravinskij, Yul Brynner, Audrey Hepburn, Marilyn Monroe, Pierre Cardin, Fidel Castro. Immortala l’anima dei luoghi. Imperdibili le sue foto della casa di Boris Pasternak, della biblioteca di Puskin, della casa di Cechov, degli studi di artisti permeate dallo spirito delle persone che vi avevano vissuto. “Nel 1956, finalmente arrivai a New York e Saul Steinberg accettò di incontrarmi nell’ Upper East Side e posare per un ritratto. […] Ho suonato il campanello e Steinberg è uscito con una busta di carta in testa sulla quale aveva disegnato un autoritratto”.

Il percorso espositivo si sviluppa in 12 sezioni che ripercorrono tutte le principali esperienze professionali e umane della Morath, attraverso circa 140 fotografie e decine di documenti originali. Compaiono anche immagini, realizzate da grandi maestri come Henri Cartier-Bresson e Yul Brinner, che ritraggono Inge Morath in diversi momenti della sua carriera.

Inge Morath, Audrey Hepburn sul set di “Unforgiven”, Messico, 1959
©Fotohof archiv/Inge Morath/ Magnum Photos”

L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Marco Minuz, Brigitte Blüml – Kaindl, Kurt Kaindl. Organizzazione: Suazes, in collaborazione con Fotohof e Magnum photos, e con il supporto di Zètema Progetto Cultura.

Inge Morath | La vita. La fotografia.

30 NOVEMBRE 2019 | 19 GENNAIO 2020

MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE
Piazza Sant’Egidio 1/b – 00153 Roma

Catalogo: Silvana editoriale
mostramorath.it

Commenta con Facebook