Un museo nazionale italiano virtuale. E’ l’idea alla base del programma di Radio3, Museo nazionale. 150 opere d’arte della storia d’Italia, e del libro omonimo appena pubblicato da Officina Libraria e curato da Monica D’Onofrio. 150 capolavori italiani commentati da altrettanti esperti e storici dell’arte: si va da Tomaso Montanari con Bernini, Achille Bonito Oliva con Francesco Clemente, Gian Carlo Calza con Hokusai, e poi Flavio Fergonzi con Arturo Martini, Fernando Mazzocca con Hayez, Antonio Paolucci con Paolo Uccello, Carl Strehlke con Beato Angelico, Anna Coliva con Tiziano, Enrico Morteo con Sottsass, Maria Cristina Bandera con Giorgio Morandi, Ester Coen con Boccioni e tanti altri.
Plaude all’iniziativa il ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini, intervenuto alla presentazione del volume a conclusione del dibattito fra il direttore di Rai Radio3 Marino Sinibaldi, la direttrice delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma (sede dell’incontro, la Galleria Barberini) Flaminia Gennari Santori, il direttore dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro Luigi Ficacci e la scrittrice Melania Mazzucco. Spiega il Ministro Franceschini: “Come viene spesso sottolineato, nel nostro paese non c’è un grande museo nazionale simile al Prado o al Louvre. Eppure i musei italiani sono, nel complesso, i più visitati al mondo grazie ai tanti capolavori disseminati sul territorio. Questo libro potrebbe essere il primo volume di una serie che prosegue all’infinito perché invita a viaggiare in tutta Italia, proprio quello di cui abbiamo bisogno oggi. Ci sono siti come la Fontana di Trevi a Roma o Piazza San Marco a Venezia che rischiano di non rispondere più ai criteri di sicurezza, né per i visitatori né per i beni visitati. Mentre altri luoghi e opere meravigliosi rimangono semivuoti”.
Per ovviare il più possibile alla mancanza di mezzi dei siti “minori”, Franceschini ha ricordato il meccanismo di solidarietà apportato dalla sua gestione: il venti per cento del ricavato degli ingressi viene ridistribuito fra tutti i musei e aree archeologiche. “L’incasso del Colosseo e di Pompei va a finanziare le piccole realtà”, spiega il ministro; che ricorda anche di aver istituito una Direzione nazionale musei all’interno del Ministero (dice: “sembra incredibile, ma non esisteva”) e la tanto discussa autonomia. Franceschini la difende ancora una volta: “Cinque anni fa i musei erano semplici uffici ministeriali diretti da funzionari con una carica inferiore ai sottosegretari,funzionari che tuttavia avevano a che fare con i vertici delle istituzioni straniere corrispondenti, i quali, invece, erano ai massimi livelli. Inoltre l’incasso degli ingressi finiva nel bilancio generale del Ministero”.
Le nuove riforme varate da Franceschini si inseriscono in un quadro turistico in forte evoluzione. Il ministro dice di aver voluto il turismo come parte integrante dei Beni Culturali per creare sinergie non solo strettamente economiche.“La meta più ambita al mondo resta l’Italia. Naturalmente non c’è solo l’attrattiva artistica, ma anche il cibo, la moda, il design, la cultura in generale. Qualcuno ha detto che in Italia non ti accorgi nemmeno di essere fuori o dentro un museo perché sei comunque circondato dalla bellezza”, conclude Franceschini.
Autori e curatori hanno rinunciato ai proventi del libro che andranno in favore del restauro di una terracotta della Madonna con il bambino, ridotta in frantumi dal terremoto del 2016 nelle Marche e in Umbria.