Non intendo lanciare un preciso messaggio attraverso le mie opere, sarebbe svilente per le figure farsi meri veicoli per trasmettere un messaggio. Lascio che tutto sia aperto all’interpretazione soggettiva, do la possibilità all’osservatore di osservare se stesso attraverso le mie sculture.
Pur utilizzando una tecnica tradizionale come quella della lavorazione del legno, Stephan Balkenhol (Hessen, Germania, 1957), uno dei più maggiori scultori contemporanei, realizza sculture figurative che superano gli schemi classici della rappresentazione. Fondendo con sapienza due tendenze opposte quali l’immediatezza della figura scolpita e l’essenzialità minimalista, Balkenhol va oltre il ruolo tradizionale della statuaria attraverso una ricerca incentrata sulla gente comune, anziché su personaggi storici e conosciuti.
L’artista utilizza diverse varietà di legno, tra cui pioppo e abete, e scolpisce partendo da singoli blocchi trattati in maniera grezza, lasciando ben visibili i segni degli strumenti utilizzati: martelli, seghe elettriche e scalpelli. In seguito, colora parti delle superfici con toni intensi e monocromi. Il risultato sono figure anonime, distaccate, quasi dei prototipi di esseri umani che non rivelano emozioni né sentimenti, ma restituiscono la complessità dell’individuo contemporaneo. Dal 12 dicembre 2019 al 29 febbraio 2020, la sede milanese di Monica De Cardenas ospita la personale dell’artista con una selezione di opere recenti.
Nel video della Galerie Thaddaeus Ropac, l’artista racconta il suo modus operandi in occasione della mostra Neue Skulpturen.