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Un anno al Motel Nicolella

Sono più o meno sei mesi che ho aperto questo luogo, virtuale ma anche estremamente reale sotto tanti aspetti. Ricordo che l’ispirazione del motel mi è venuta durante le scorse vacanze pasquali. Volevo ricreare l’atmosfera decadente e borghese del Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, mescolandolo però con quei tremendi affittacamere che si incontrano nei piccoli paesi degli Stati Uniti, quando si percorre la California ma anche il Missouri, o anche a Segrate.


Il concetto di Motel mi è molto vicino. Un po’ perché corrisponde una fase continuamente transitoria della nostra vita, un po’ perché anche nel suo essere di passaggio fa sempre casa. Personalmente mi sono sempre sentito a mio agio nel camere degli alberghi. In pochi minuti prendo possesso di tutto lo spazio: deposito lo spazzolino e il deodorante, scarto le ciabatte dalla plastica, apro la finestra che quasi sempre dà su un interno o su un muro, accendo la TV in muto e poi metto la musica. Mi rilassa molto mescolare le immagini video, magari di un canale straniero di cui non conosco la lingua, con la musica, come fosse un’installazione.

Eh sì, al Motel Nicolella è passata tanta gente. Alcuni super big dell’arte ma qualche nuova leva.
Senza nessun preconcetto, senza nessuno snobismo che fa tanto parte di questo pazzo mondo.

Vorrei essere per voi un posto dove andare a scovar roba buona, famosa o sconosciuta, ma sempre interessante per qualche ragione.

Per il 2020 ho in testa di ospitare molta gente. Con interviste inedite, intime, dove si parla di arte ma anche di molto altro. Ricordo con affetto quelle che faceva Maurizio Cattelan su Flashart dove tutto chiedeva agli artisti tranne che parlare di arte. E’ un modo ottimo per descrivere le persone e le loro passioni.

Bene, allora è tutto. Ci vediamo l’anno venturo.

Lasciate le chiavi in reception e pagate il mini bar, che mica è gratis.

Vi aspettiamo per un nuovo soggiorno, a presto.

Un ringraziamento speciale a Paolo Manazza, che mi ospita su questo bel portale, al mio padawan Luca Zuccala, e a Chiara, che mi passa i pezzi e me li impagina, ogni santa settimana.

 

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