John Baldessari – padre dell’arte concettuale statunitense e Leone d’Oro alla Biennale di Venezia – è deceduto nella notte del 2 gennaio all’età di 88 anni.
Ha bruciato tutte le sue opere pittoriche, ha combinato come nessuno prima immagini e parole, ha aperto la strada all’arte concettuale statunitense. Chi è? È John Baldessari. O meglio, purtroppo, era John Baldessari. Il grande architetto, performer e artista americano è deceduto a Los Angeles il 2 gennaio (ma la notizia è stata resa nota solo nelle ultime ore; tra i primi a rivelarlo sui social anche l’artista Pier Paolo Calzolari) all’età di 88 anni.
Baldessari, nato il 17 giugno del 1931 a National City (California) da padre italiano, Antonio Baldessari, e madre danese, Hedvig Jensen, è stato uno dei più influenti artisti della scena americana e mondiale dagli anni Settanta in avanti. Dopo aver studiato al San Diego State College, Baldessari ha insegnato arte per diversi anni nelle scuole di San Diego e, a partire dal 1966, ha cominciato a produrre le sue iconiche opere che univano la fotografia all’utilizzo di parole.
Si era cimentato anche nella produzioni di dipinti, che proprio nel 1966 ha però simbolicamente deciso di bruciare in un’epica performance. The Cremaion Project è l’opera catartica attraverso cui Baldessari ha abbandonato la pittura tradizionale: le ceneri delle opere realizzate dal 1953 al 1966 furono cucinate (ne risultarono dei biscotti) e poste dentro urne con targhe commemorative che ricordavano le opere distrutte. Tutto accompagnato dalle ricette per cucinare i biscotti. Da quel momento in poi l’artista si impegnò nella commistione di diversi medium come fotografia, poesia, performance, scultura e pittura.
Prendendo massicciamente spunto dalla cultura di massa (soprattutto cinema e tv), Baldessari è stato in grado di creare un codice linguistico riconoscibile e in seguito imitato. In particolare l’originale accostamento di diversi linguaggi gli ha permesso di restituire una complessa analisi del reale, ottenuta per stratificazioni e analogie impreviste, soluzioni formali inedite, montaggi simbolici dagli esiti imponderabili. Le opere, immediate seppur complesse, sono diventate iconiche del XX secolo.
Per questo i suoi lavori sono stati presentati in oltre 120 mostre personali e 300 collettive tra Stati Uniti e Europa, in musei come il Museum of Modern Art di New York, l’High Museum of Art di Atlanta, la Hayward Gallery di Londra, il Rijksmuseum Kruller-Muller di Otterlo (Paesi Bassi), la Galeria Marga Paz di Madrid, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles. Baldessari ha esposto, tra l’altro, a Documenta 7 a Kassel (1982), alla Biennale d’Arte di Venezia (1997) – dove nel 2009 si è aggiudicato il Leone d’Oro alla carriera – e alla Fondazione Prada di Milano (2010).
Il mondo dell’arte dice così addio al “gigante gentile dell’arte concettuale”, così com’era stato definito dal Los Angeles Times.