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Steven Spielberg: in un libro 7 film per capire il regista più popolare della contemporaneità

Spielberg Andrea Minuz Marsilio

Spielberg Andrea Minuz MarsilioSteven Spielberg: dallo Squalo a Ready Player One, sette film del grande regista americano raccontati nel volume a cura di Andrea Minuz

Steven Spielberg non è solo uno dei registi di maggior successo del cinema americano, ma è anche un personaggio pubblico e un’icona della contemporaneità. In questo volume a cura di Andrea Minuz (edito da Marsilio) vengono analizzati sette suoi capolavori (Lo Squalo, E.T., Jurassic Park, Schindler’s list, Minority Report, Munich, Ready Player One) per tracciare i percorsi che caratterizzano la sua personalità autoriale.

Spielberg ha prima costruito un cinema cinema di grande intrattenimento, visto e letto su due livelli diversi (uno immediato e l’altro stottotestuale, caratterizzato di rimandi e citazioni alla storia del cinema), poi, affrontando la storia, ha fatto del cinema uno strumento di (ri)lettura e reinterpretazione del Novecento (e non solo, da Schindler’s List a Munich, poi a ritroso con Lincoln e di nuovo al contemporaneo con The Post).

Assieme a Clint Eastwood, Martin Scorsese e Woody Allen è uno dei grandi registi simbolo del cinema contemporaneo americano, ma nella sua poetica si intrecciano una diversità di temi e immaginari ben più ampi rispetto ai colleghi: dalla salvaguardia della memoria della Shoah alla nostalgia identitaria per gli anni ’80, dal divertissement più sfrenato alla cronaca politica. La sua è forse la filmografia che più di tutte è radicata nel nostro immaginario di spettatori, il suo impatto culturale enorme.

Ma nonostante questo, anzi forse proprio per questo, ancora oggi una parte della critica fa fatica a riconoscergli lo status di “autore”, riconoscendogli sì mestiere e senso degli affari (produttore e business man a capo del sistema piramidale di Hollywood) ma non un reale valore “artistico”, in maniera analoga a quanto era successo a Hitchcock prima di essere riabilitato dai tipi dei Cahiers du cinema.

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Troppo popolare per essere un artista?  Per comprendere la cifra autoriale di Spielberg va tenuto in considerazione l’ampio raggio delle sue attività: oltre 150 produzioni tra lungometraggi, serie TV e documentari. La sua dimensione pubblica e imprenditoriale non può prescindere l’analisi del suo lavoro come regista, ma anzi aiuta a far chiarezza sulla “cifra” della sua visione come narratore (oltre che come tecnico).

Questo volume pone il regista di Indiana Jones e Jurassic Park al centro di un’indagine di taglio accademico, aggiornata, lucide e al di là dei semplici biografismi. Una lettura fondamentale per capire a fondo uno dei protagonisti più influenti del cinema contemporaneo.

 

Andrea Minuz insegna Storia del cinema presso l’Università «Sapienza» di Roma. Ha scritto e curato numerosi volumi, tra cui La Shoah e la cultura visuale. Cinema, memoria, spazio pubblico (2010); L’invenzione del Luogo. Spazi dell’immaginario cinematografico (2011); Viaggio al termine dell’Italia. Fellini politico (2012). È membro del comitato scientifico della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro e scrive di media e televisione per il quotidiano «Il Foglio».

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