“Pornografia due” di Carol Rama arriva in asta da Phillips a Londra il prossimo 13 febbraio. Stima 150- 200 mila sterline
“Non ho avuto maestri pittori, il senso del peccato è il mio maestro.
Il peccato è una trasgressione del pensiero”
Carol Rama
Nel catalogo della “20th Century & Contemporary Art Evening Sale” della casa d’aste Phillips, spicca un nome di un’artista italiana il cui mercato negli ultimi 5 anni è cresciuto notevolmente, Carol Rama. Il picco di crescita del mercato dell’artista torinese si è visto nel 2017, con un fatturato annuo di ben 1,2 milioni di euro.
E’ proprio in quell’anno che sono sono state vendute le sue due opere più care in asta: “Arcadia (Ti Amo… Ti Amo)”, del 1975, battuta a 272.712 € (da una stima di 70-100 mila sterline) da Sotheby’s a Londra (8 marzo) e “Bricolage”, del 1967, battuta il giorno precedente, 7 marzo, dalla competitor Christie’s per 213.397 € (stima 60-80 mila £).
Il lavoro che arriva ora in asta, sempre nella City, è del 1965 e proviene dalla collezione dell’imprenditore brianzolo Walter Fontana. Fu acquistato nel 2011 ed è rimasto in prestito per anni al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Carol Rama, scomparsa nel 2015, nel corso di quasi otto decenni, ha prodotto un prodigioso corpus di opere che, nelle sue diverse formulazioni, è passato attraversato figurazione, astrazione, surrealismo, minimalismo e Pop. Inizialmente partita da un delicato stile figurativo, successivamente ha virato verso l’astrazione, impiegando materiali sia organici che industriali per trasmettere sensualità, imperiosità e delicatezza al tempo stesso.
“Pornografia due” è un ottimo esempio del cambiamento stilistico dell’artista. La tela, che dimostra appieno la capacità di Rama di sperimentare la materia pittorica, fa parte della serie “Bricolage”, che Rama ha “concettualizzato” insieme al suo caro amico Edoardo Sanguineti nel 1962. Il poeta genovese ha conosciuto la Rama alla fine degli anni ’40 e ha descritto i suoi bricolage con le parole di Claude Lévi-Strauss: ‘La poesia del bricolage deriva dal fatto che parla non solo con le cose, ma attraverso le cose“. Gli amici hanno avuto un grande ruolo nella sua vita, a cominciare da quelli dell’ambiente torinese, come Felice Casorati, Italo Calvino, Carlo Mollino, Corrado Levi e altri ancora.
Ciò che caratterizza tutto il percorso artistico di Carol Rama è l’incessante sperimentazione di tecniche e la sua inquietudine vitale, che si ritrovano sia nei primi acquerelli apertamente erotici della serie “Appassionata” negli anni Trenta e Quaranta, fino ai collage/bricolage tattili degli anni Sessanta e Settanta in cui composizioni di materiali inquietanti, come siringhe, piccoli occhi in vetro o camere d’aria in gomma, sembrano guardare lo spettatore da fondi pittorici informali e magmatici, fino ai lavori e alle incisioni che l’artista realizza dagli anni Ottanta, dove appaiono corpi, dentiere, lingue, organi genitali, figure di animali e scarpe abitate da falli.
Negli anni ’60, Rama ha realizzato due dipinti intitolati “Pornografia“; il primo risale al 1963 e lo ha donato a Sanguineti. Mentre il secondo è l’opera che va in vendita ora da Phillips che è rimasta in Italia fino ad oggi.
Le opere “organiche” presagivano la sua produzione prevalentemente a base di gomma degli anni ’70, di cui il materiale ricordava la carne e la pelle invecchiata. Anticonformista ribelle, Rama ha creato le sue regole comportamentali, di cui i suoi ritratti pittorici sono diventati illustrazioni emblematiche. Il suo desiderio di liberare il suo corpo dalle regole sociali è emerso in maniera manifesta nella serie “Appassionata” degli anni ’30, ma soprattutto nei suoi bricolage che definiscono la seconda metà della sua pratica artistica.
Fu approssimativamente fino al 1926 che la giovane Rama visse in uno stato di felicità, prima di sperimentare una successione di eventi negativi che influenzarono la sua percezione del corpo. L’infanzia trascorre infatti in condizioni di agiatezza: la famiglia Rama conduce una florida esistenza borghese grazie all’attività imprenditoriale del padre, una carrozzeria che realizza componenti di automobili per importanti aziende automobilistiche dell’epoca.
Ma negli anni ’30, tutto cambia. La madre di Rama si trovava in un manicomio e nel 1942, suo padre si suicidò. Queste due tragedie sono avvenute in un momento molto difficile, anche finanziariamente, per la famiglia Rama. Da queste perdite, l’artista è rimasta molto colpita. La sua arte diviene un modo per esorcizzare sofferenza e paure interiori. Ha affermato che “il senso del peccato è diventato il mio maestro artistico”. La situazione della madre ha avuto grande influenza sulla Rama bambina, che andava a trovarla in maniconio ed entrava a contatto con situazioni “anomale”, con pazienti che si comportavamo in maniera completamente diversa dalla rigida etichetta che si seguiva nella società di quegli anni.
“[…] Non capivo di essere in un ambiente da manicomio e […] ho visto queste donne, accovacciate per terra, con le gambe aperte, i loro sederi in aria, e ho creduto che tutto il mondo fosse così, no?”
Il grande riconoscimento pubblico le arriva soltanto nel 2003, quando le viene conferito il Leone d’oro alla carriera in occasione della 50ª Biennale di Venezia. Nel 2004 viene allestita un’ampia mostra antologica presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, che in seguito viene presentata al Mart di Rovereto e al Baltic Museum di Gateshead (Regno Unito). Carol Rama muore nel 2015 a 97 anni nella sua casa studio.
“Il lavoro, la pittura, per me, è sempre stata una cosa che mi permetteva poi di sentirmi meno infelice,
meno povera, meno bruttina, e anche meno ignorante…
Dipingo per guarirmi”.
“Pornografia due”, come detto, arriva sotto il martello di Phillips dalla collezione di Walter Fontana. Nato a Crescenzago (MI) nel 1919, Fontana nel 1952 fonda insieme al fratello Loris la Fontana Luigi s.p.a. a Veduggio con Colzano (MB), azienda che diventa ben presto la più importante industria italiana e fra le prime al mondo nel settore della bulloneria e viteria ad alta resistenza. Ricopre importanti incarichi tra cui presidente di Federmeccanica, dell’Associazione degli Industriali di Monza e Brianza, della Camera di Commercio Italo-Cinese fino ad essere nominato nel 1977 Cavaliere del Lavoro.
L’amore per l’arte si manifesta sin dai primi anni della sua attività imprenditoriale attraverso il continuo arricchimento della collezione di famiglia agendo al contempo anche come un vero e proprio moderno mecenate.
Negli anni Walter Fontana ha collaborato attivamente con alcuni importanti scultori italiani (tra cui Andrea Cascella, Pietro Consagra, Giacomo Manzù, Luciano Minguzzi, Arnaldo Pomodoro ed altri) nella realizzazione di sculture monumentali per il parco della sua villa a Capriano di Briosco e in altri importanti progetti. Nel 1983 viene eletto Presidente del consiglio di Amministrazione dell’Accademia delle Belle Arti di Brera. Muore a Capriano di Briosco (MB) nel 1992.
La Collezione Walter Fontana è composta da oltre centocinquanta opere di arte moderna e contemporanea le quali rappresentano alcune delle principali tendenze artistiche italiane del ‘900. E’ stata raccolta nel corso di oltre mezzo secolo tramite rapporti diretti con gli artisti e acquisti nelle maggiori gallerie d’arte e case d’asta ed è tutt’ora una collezione dinamica e sempre in evoluzione.
INFORMAZIONI:
www.collezionewalterfontana.it