Pittura di luci e sentimenti. Tra Simbolismo e Futurismo. Gaetano Previati, la personale dedicata al grande pittore divisionista dalla sua città natale, Ferrara, arriva al Castello Estense dall’8 febbraio al 7 giugno 2020.
Gaetano Previati (1852-1920) torna a casa nel centenario della sua morte per un omaggio a tutto tondo alla sua carriera. Dai disegni ai dipinti a olio, è la luce a farla da protagonista assoluta. Una luce caleidoscopica, spezzettata e poi riassemblata a creare stupefacenti effettivi visivi. Sessanta opere provenienti da collezioni pubbliche e private, a cui poi si aggiungono documenti inediti e una serie di illustrazioni realizzate per i libri di Edgar Allan Poe e per i Promessi Sposi. Che sia nelle tele di grande formato o nelle piccole opere a pastello, la bravura di Previati è quella di riuscire sempre a far emergere il lato emotivo e sentimentale dei soggetti che ritrae. Una pittura di stati d’animo, base di quella che sarà poi la pratica di Umberto Boccioni.
Partito da una formazione tardo-romantica, la sua pittura si è presto distanziata dagli esperimenti ottocenteschi per introdurre esiti innovativi e originali, poi presi a modello dagli attori del rinnovamento dell’arte italiana, simbolisti da una parte e futuristi dall’altra. Nel prato (1889-90) è il quadro che segna l’adesione dell’artista al movimento divisionista, di cui riprende il tentativo di una resa “spezzata” della luce, quasi cercando di riprodurre dei motivi musicali in pittura.
Superata la pittura da cavalletto, Previati segue un approccio sperimentale per dar vita ai suoi soggetti, dalle scene religiose alla gente del popolo. A questo si aggiunge una predilezione per le opere di grande formato, capolavori di luci e colori che lasciano incantato chiunque li guardi.
La mostra ferrarese si apre con Gli ostaggi di Crema, un bozzetto del 1879 nato dalla sua «indole artistica ardita fino all’esagerazione». Dai temi storici si passa a quelli letterari (molto amato e riproposto è stato l’episodio di Paolo e Francesca) e mitologici, con una particolare attenzione per i tipici “soggetti maledetti”, come le Fumatrici di oppio e Cleopatra.
Una parabola creativa che si chiude dove inizia quella del Futurismo. Il mito della macchina, tanto caro a Bocconi e Marinetti, fa la sua comparsa nelle ultime opere di Previati, che fino alla fine si dimostra eclettico e capace di interpretare le tematiche più varie senza farsi fermare da limite alcuno.
*Adorazione dei Magi, 1890-94
Informazioni utili
Tra simbolismo e futurismo. Gaetano Previati
Ferrara, Castello Estense
8 febbraio – 7 giugno 2020