Barack Obama diventa protagonista di diverse allegorie nei disegni di Kara Walker. L’artista afroamericana, da sempre interessata a questioni razziali, rinnova il suo impegno sociale nella mostra in esposizione dal 5 marzo al 4 aprile alla galleria Sikkema Jenkins & Co di New York.
Che Kara Walker fosse uno degli artisti più importanti della nostra contemporaneità non è una novità (anche noi l’avevamo inserita nella lista degli artisti più influenti del 2019), ma la mostra Drawings – in esposizione alla galleria Sikkema Jenkins & Co di New York – sembra evidenziare un ulteriore passo in avanti dell’artista per almeno due aspetti.
Il primo è che la mostra rappresenta una selezione che espone in anteprima una selezione di opere che andrà poi a comporre la prima grande monografica dedicata all’artista in Svizzera. Ad ospitarla il Kunstmuseum di Basilea nel maggio 2020. Successivamente la stessa mostra si muoverà all’HEART – Herning Museum of Contemporary Art di Herning, Danimarca, e al De Pont Museum of Contemporary Art di Tillburg, in Olanda. Il crescente e continuo interesse per Kara Walker da parte dei musei europei testimonia un assorbimento del lavoro dell’artista anche da parte del vecchio continente, che da seguito all’installazione che Walker aveva ideato per la celebre Turbine Hall della Tate Modern di Londra.
Il secondo aspetto riguarda l’assorbimento da parte di Walker della più stretta quotidianità nella sua opera e il coraggio di esporla senza filtri. Se infatti è vero che da sempre l’artista si è interessata alla rappresentazione di questione sociali legate al razzismo, all’identità di genere, alla sessualità e alla violenza, nel nuovo corpo di disegni queste tematiche sono rappresentate da un personaggio talmente vicino a noi da sorprenderci nel ritrovarlo nell’opera di un’artista così importante. Stiamo parlando dell’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama e della sua trasfigurazione in Otello, protagonista dell’omonima tragedia di Shakespeare. In uno di questi, per esempio, Obama/Otello è raffigurato con in mano la testa del suo nemico, Iago, che assomiglia molto a Donald Trump.
È uno solo uno dei numerosi disegni recenti dell’artista. dove Obama è protagonista di alcune scene allegoriche che mescolano un passato mitologico con la presente contemporaneità razzista. Allora in Barack Obama as “An African” With a Fat Pig (2019), l’ex presidente viene rappresentato come un uomo tribale visto attraverso gli occhi di un colonialista. In un altro, viene etichettato come Sant’Antonio, il santo patrono delle cose perdute, costretto a dimostrare l’esistenza di Dio, mentre i demoni volanti attaccano la sua carne (Barack Obama Tormented Saint Anthony Putting Up With the Whole “Birther” Conspiracy (2019)). E ancora, un disegno criptico intitolato Allegory of the Obama Years by Kara E. Walker (2019) mostra l’ex presidente nel cielo, luminoso e divino, mentre le nuvole scure si avvicinano. Una figura piange dal basso, come se stesse assistendo alla scomparsa della speranza.
Un condensato simbolico di peccato, ingiustizia, protesta, sofferenza che dimostra non solo l’efficacia espressiva di Kara Walker, ma soprattutto l’ampiezza con cui il suo messaggio vorrebbe diffondersi.