La mostra di Artemisia presenterà oltre 30 opere che ripercorrono i quarant’anni di carriera in cui l’artista è riuscita a emergere in Europa
“È stata una decisione difficile da prendere, ma per motivi logistici e organizzativi legati all’epidemia di Coronavirus, abbiamo dovuto rimandare la mostra. Una scelta che non ha precedenti per la National Gallery, ma in queste difficili circostanze è la decisione giusta”. Parole improntate alla responsabilità, quelle di Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery di Londra, che così annuncia lo slittamento della mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi, la cui apertura era prevista per il 4 aprile.
Parole che un po’ sorprendono, in una Gran Bretagna che continua ad ostentare spavalderia ed incoscienza di fronte al dilagare della pandemia da Coronavirus. E che solo ieri, per fare un esempio, ha consentito lo svolgimento della Maratona di Liverpool, che in sprezzo delle norme che ormai tutto il mondo segue ha riunito qualche diecina di migliaia di persone per le strade della città e molte altre fra gli spettatori, con ovvi rischi di contagio per tutti.
E ci piace notare che a scegliere per la cautela sia un italiano, ancorché trapiantato oltre Manica. “Siamo tutti molto delusi da questo ritardo, ma è purtroppo inevitabile”, recita la nota del museo. “Speriamo di aprire Artemisia il più presto possibile, ma a causa della rapida evoluzione della situazione mondiale non possiamo attualmente dare una data specifica”.
Si tratta della prima grande monografica dedicata ad Artemisia Gentileschi (1593-1654 o dopo) nel Regno Unito. Che presenterà oltre 30 opere che ripercorrono i quarant’anni di carriera in cui l’artista è riuscita a emergere in Europa come un’eccellenza in campo pittorico. Guadagnandosi importanti commissioni e riuscendo ad entrare a fare parte (fu la prima donna a riuscirci) dell’Accademia degli artisti di Firenze.