Uno dei più famosi ed influenti artisti britannici è ora in mostra alla National Portrait Gallery di Londra. David Hockney: Drawing from life è una retrospettiva a cura di Sarah Howgate che attraverso 150 opere esplora la carriera di disegnatore e la passione per la ritrattistica di Hockney, artista britannico classe 1937.
David Hockney in sessant’anni di carriera ha sempre dimostrato grande versatilità nella sua produzione. Mai fermo nello stesso punto e mai utilizzando troppo lo stesso approccio o la stessa tecnica egli ha continuato ad evolvere, giocoso e provocatore al tempo stesso e utilizzando vari media – dall’inchiostro alle matite colorate, dai pastelli alle Polaroid accostate l’una accanto all’altra, fino ad arrivare ai più recenti esperimenti con l’acquarello e il digitale. Questa retrospettiva mostra proprio questa varietà di linguaggi e attraverso una serie di ritratti ed autoritratti va ad illustrare la visione unica che Hockney ha del mondo che lo circonda.
Appassionato di arte fin da bambino, David Hockney si è formato alla Bradford School of Art dove ha studiato disegno e pittura ed ha appreso l’importanza dell’anatomia e della prospettiva. In Self-portrait (1954) possiamo vedere un giovane Hockney con un’espressione sicura sul volto. L’uso vibrante del colore e la sperimentazione con diversi media (in questo caso collage applicato su un foglio di giornale) preannunciano quello che diventerà caratteristico delle sue opere successive.
Nel 1960 l’artista inglese visita una grande retrospettiva dedicata a Pablo Picasso in corso alla Tate Gallery di Londra. Picasso diventa per Hockney una grande fonte di ispirazione. Dopo la morte dell’artista spagnolo, avvenuta nel 1973, Hockney realizza l’opera Artist and model (1973-74) nella quale descrive attraverso l’uso di tecniche diverse un’immaginario incontro tra sé stesso, rappresentato come un modello nudo, e il maestro cubista.
Una piccola stanza della retrospettiva è dedicata alla rappresentazione della madre. David Hockney ebbe con la madre un rapporto molto speciale; Laura Hockney supportò sempre il figlio nella sua carriera di artista e il rapporto tra i due si fortificò ancora di più specialmente dopo la morte di Kenneth Hockney, il padre dell’artista. I ritratti esposti sono molto intimi e mostrano una relazione importante e profonda. L’opera Mother. Bradford. 19 Feb 1979 (1979) è stata eseguita successivamente alla morte del padre dell’artista e mostra una donna pensierosa e un po’ malinconica con lo sguardo fisso sul figlio davanti a lei, un po’ come se rivedesse in lui il marito deceduto.
Negli anni Settanta Hockney si trasferisce a Parigi, una città che ha sempre associato a Picasso. Il suo studio si trova vicino al Museo del Louvre ed egli si reca spesso a vedere i capolavori dei grandi maestri. È proprio in questo periodo che si riavvicina al disegno, che aveva abbandonato per un po’ di tempo, e torna a realizzare ritratti di amici e conoscenti. Nel corso degli anni David Hockney ha rappresentato ripetutamente molti dei suoi amici più cari. Una di questi è Celia Birtwell, stilista e designer tessile inglese. Essa non può essere definita come una modella dell’artista perché rappresentò per lui molto di più. I due furono al centro della vita bohemienne londinese degli anni Sessanta e rimangono tutt’ora confidenti e intimi amici. La Birtwell posò ripetutamente per Hockney ed è protagonista di molti ritratti in questa retrospettiva. Insieme a lei altre due persone sono state importanti per l’artista inglese e per questo spesso immortalate: Gregory Evans e Maurice Payne. Il primo è stato amico ed amante dell’artista ed in seguito anche assistente, fidato consigliere e curatore mentre il secondo, è fin dagli anni Sessanta un amico importante per Hockney. I tre hanno hanno preso parte ad un recente progetto dell’artista e nel 2019 sono stati protagonisti di alcuni ritratti realizzati tra la Normandia e lo studio dell’artista a Los Angeles. I ritratti più recenti mostrano il passaggio ed i segni del tempo per questi tre personaggi. Realizzati con media diversi ed in maniera veloce essi vanno ad evidenziare ancora una volta la versatilità di Hockney. Nella stessa stanza sono presenti anche degli autoritratti eseguiti con l’acquarello e in cui l’artista rappresenta sé stesso durante dei momenti di introspezione o in maniera giocosa.
Nella sua carriera di artista David Hockney non si è fatto mancare nulla ed è arrivato ad usare persino le tecniche digitali, di cui nella retrospettiva sono presenti alcuni esempi. Artista versatile e sempre in cambiamento, egli vede la varietà del mondo e come il mondo si evolve e va a rappresentare questa varietà nelle sue opere.
Lo stesso artista afferma: “Quando conosci le persone vedi di più nel loro volto. Tutto, anche il più piccolo schizzo, coinvolge il cuore”. La retrospettiva è un concentrato di affetti e di intimità che ci fa soffermare sui volti e ci invita ad esplorarli e a decifrarne il pensiero e che ci fa vedere espressioni comuni all’animo umano. Un’esplorazione dell’animo umano che David Hockney realizza rigorosamente a modo suo, giocando e sperimentando.