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Pensieri di un artista isolato. Francesco Lauretta

Francesco Lauretta Francesco Lauretta
Francesco Lauretta
Francesco Lauretta

Francesco Lauretta e le sue riflessioni di artista “recluso” al tempo del Coronavirus. Diari letterari tra confessioni e speranze, intimi e riflessivi

Non era mai successo. Nemmeno il coprifuoco della Guerra Mondiale era così rigido: tutti a casa, mattina, sera, notte. E non era mai successo che il rapporto, il contatto con l’”altro”, imprescindibile regola del vivere contemporaneo, diventasse il nostro peggior nemico. Ci voleva un pericolo invisibile, ancor più minaccioso proprio perché impalpabile, per costringerci a fare qualcosa che ormai non facciamo più: guardarci dentro. Vivere solo con noi stessi. Un riallineamento delle coscienze, che ci permette – o forse ci costringe – a rivedere certe cose con un’ottica diversa, più “pura”. Alcuni artisti italiani lo fanno con i lettori di ArtsLife: diari letterari tra confessioni e speranze, intimi e riflessivi, un ripensamento dell’arte come scelta di vita sociale. Un nuovo contributo di Francesco Lauretta (1964)…

Sulla quarantena

3 aprile. Poco più di una settimana fa, seconda metà di marzo, sfogliando alcune immagini di opere fatte recentemente m’è caduto l’occhio su una dove si vede una folla acclamante, di fedeli in quel caso, e l’ho postata nei social con la dicitura: Quadri impossibili di questi tempi. Francamente era la prima volta che vedevo una mia opera con occhi nuovi, o con gli occhi provati da questo tempo sconvolto. Ma neanche ho tenuto un diario quotidiano, o racconto, come faccio normalmente dal 1991, perché ogni sera chiudo il giorno stremato, sfinito anche se poi il primo desiderio è quello, potente, di svegliarmi e ricominciare daccapo il mio lavoro.

Francesco Lauretta, Festa gialla, olio e oro su tela, 110 x 183 cm., 2020, in corso d'opera
Francesco Lauretta, Festa gialla, olio e oro su tela, 110 x 183 cm., 2020, in corso d’opera

Ho letto di tutto in questi giorni, tutti in qualche modo si affannano a rispondere dei giorni fuor di sesto avanzando ipotesi, o semplicemente raccontandosi, auspicando il meglio, o il peggio del dopo, dopo che ognuno cerca di schiarire con una immagine felice o funesta, ma insomma così va il mondo.

Qualcuno mi ha scritto: “Sai, mi domando come possa mutare il lavoro di un artista in un momento simile, non credo possa essere identico, intendimi … La ricerca non è mai uguale a se stessa o non sarebbe tale, ma questa condizione non l’abbiamo mai vissuta.” Riporto la mia risposta a braccio: “Non lo so. Immagino che alcuni, molti, probabilmente cambieranno non so come definirla, postura? Io, in verità, da qualche mese sto cercando di sviluppare un progetto che per il momento ho chiamato “la vita rinovellata”, o “Le gratitudini”.

Ci sono opere che da sempre o quasi mi si ripresentano suggerendomi che cosa aspetti anch’io a provare non tanto a farle o ripresentarle, ma opere come La fonte della giovinezza di Cranach, le bagnanti di Cézanne, e Les Demoiselles d’Avignon mi hanno messo nella condizione di riflettere qualcosa di insolito, che non so definire del tutto – ci sto lavorando e spero di mettere in mostra qualcosa sperando, intanto, che quest’orrore sia finito, e noi salvati – ma, come dire, il desiderio di mettere in mostra qualcosa che mostri una “redenzione” mi affascina.

Francesco Lauretta, Festa rossa, olio su tela, 113 x 163 cm., 2020
Francesco Lauretta, Festa rossa, olio su tela, 113 x 163 cm., 2020

Non so, vedremo. Tornerò, come probabilmente tutti, a riflettere su questi giorni. Così dal 2 marzo, mi sono munito di materiali necessari per poter affrontare una quarantena che sapevo potesse essere lunga, e ho iniziato a dipingere.

C’è da dire che questo stare in casa non ha cambiato molto le mie abitudini. Da molti anni anche intorno al tema della morte. Da un paio, dopo aver incontrato La fonte della giovinezza ho capito, anche dopo letture e studi importanti, che poteva essere interessante procedere su queste riflessioni redentrici. Così ho raccolto riflessioni, pensieri, disegni, ascolti, poesie che sono prossimi a questo sogno umano. L’incontro con una sorta di gravitazione nuova era sorta da prima dell’avvento del tempo subdolo del coronavirus. Semmai questo momento spiega meglio le prime intuizioni e poi le riflessioni apportate su come impostare un’opera che possa fare un salto di quiddità.

Questi giorni li scandisco, come fosse un diario, pubblicando il lavoro svolto quotidianamente su una tela, una festa, la chiamo così perché di tanto si tratta, di san Michele che sconfigge il drago. È un gloria, un inno alla vita. I colori alterati, luminosi, dorati, e la folla esultante, strabiliante perché è incontenibile la gioia della vita “risorta”, o risolta.

Francesco Lauretta, Risorto, esercizio dalla Scuola di Santa Rosa, inchiostri su carta, 42 x 29 cm., 2020
Francesco Lauretta, Risorto, esercizio dalla Scuola di Santa Rosa, inchiostri su carta, 42 x 29 cm., 2020

E questo è l’auspicio nonostante la cupezza cui noi, tutti o quasi, siamo sottoposti in questo momento storico.

Francesco Lauretta

http://www.francescolauretta.it

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