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Arte balsamo della psiche. La quarantena degli artisti, Caterina Erica Shanta

Caterina Erica Shanta Caterina Erica Shanta
Caterina Erica Shanta
Caterina Erica Shanta

Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?

L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.

I tempi di Caterina Erica Shanta

Come passi la giornata, dove e come lavori ora?

Dopo i primi giorni del lockdown ho cercato di essere razionale, dovevo capire che sarebbe durato più tempo del previsto e che avrebbe dilatato le mie esperienze, diluendole nelle giornate a venire. Dovevo rallentare, ed è difficile quando sei dentro un ciclo di progetti e ipotesi per il futuro. Così mi sono proprio fermata, con l’intenzione di concludere nel mio studio – che è anche il mio computer – ciò che era rimasto in sospeso da tempo. Lavoro principalmente nel campo delle immagini in movimento e non poter uscire di casa ha sconvolto radicalmente le mie modalità produttive; ad esempio, come si può fare cinema se non puoi interagire fisicamente con le persone? Nelle relazioni essere mediati completamente dai social rende le cose stranamente più complicate. Poi nel futuro chissà, stanno accadendo molte cose nella rete. Credo sia ancora presto per capire e comprendere ciò che accade e ciò che accadrà. Credo che questo cambierà profondamente le nostre abitudini, il nostro modo di vivere in modi sociali diversi, spero in direzione di maggior empatia.

Caterina Erica Shanta, La Tempesta, Flipbook, installation view, 2019
Caterina Erica Shanta, La Tempesta, Flipbook, installation view, 2019
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…

I primi giorni ero inquieta dal silenzio improvviso, con l’unica costante sonora dell’automobile della protezione civile che ogni giorno passa lenta in strada con lampeggianti blu, altoparlanti accesi e la frase in ciclo “Restate a casa! Grazie della vostra responsabilità”.

La finestra e la terrazza sono il luogo privilegiato della mia giornata, e in queste ultime settimane mi sono accorta di alcune cose mai viste prima. Col silenzio e l’assenza delle persone che circolano, hanno iniziato a nidificare e appropriarsi del territorio circostante altri animali o uccelli. A ri-abitare o co-abitare gli spazi improvvisamente disponibili. Credo che questo sia un momento importante e prezioso per riformulare ed essere più critici rispetto ai nostri criteri produttivi, come singoli soggetti, come società civile e specie.

Caterina Erica Shanta, Palmyra, lecture performance and video screening, 45', 2015
Caterina Erica Shanta, Palmyra, lecture performance and video screening, 45′, 2015
Leggere, scrivere, riflettere, altro…

Passo il tempo a scrivere e leggere, ma perlopiù scrivo molto: cose che mi passano per la testa, che ho letto o idee per progetti futuri. Per staccare, a volte gioco ai videogame da consolle e in rete, dove è pieno di giocatori che interagiscono tra loro con obiettivi a volte assurdi. Molto divertente.

Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?

Vedere la mia famiglia, i miei amici, passare del tempo assieme, poi banalmente fare lunghe passeggiate a vedere l’erba alta nei campi.

Caterina Erica Shanta, A History About Silence, video, 21', installation view, 2019
Caterina Erica Shanta, A History About Silence, video, 21′, installation view, 2019

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