Nel 2021 ricorreranno i novant’anni dalla morte di Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 – Parigi, 1931). La città di Ferrara si prepara a festeggiare l’anniversario
Giovanni Boldini è stato un artista geniale, che ha impresso una svolta fondamentale alla storia dell’arte europea.
La città di Ferrara ha nominato un comitato di studio per le celebrazioni e il presidente sarà Vittorio Sgarbi che ha dichiarato: “per tutto l’Ottocento la pittura italiana si era ristretta in una dimensione nazionale, poi risorgimentale e, per reazione all’Unità, locale, regionale, vernacolare. Boldini fu il primo pittore italiano a tornare europeo, a poter sostenere il confronto alla pari con gli artisti della sua generazione, gli impressionisti: con Manet, con Degas soprattutto. Boldini ha nel sangue la pittura italiana e la cultura europea: ne fa una miscela straordinaria, per primo concepisce il linguaggio internazionale, per primo intuisce il rapporto tra arte e moda, avvertendo la necessità di traslare nella pittura la vita contemporanea. Egli aspira a una bellezza assoluta, classica e al contempo moderna che trasferisce alle sue modelle, occasionali e blasonate, in un Olimpo, in una dimensione ultraterrena, sempre un po’ sopra le mortali questioni. Difficilmente, tra sete, veli e cappelli, avvertiamo la sensazione che le donne di Boldini condividano il nostro stesso spazio, posino i piedi dove noi posiamo i nostri. Esse incedono incorporee, senza peso, come volando”.
Dalla natia Ferrara, si trasferì a Firenze, e poi a Parigi, dove entrò in contatto con l’alta borghesia e l’aristocrazia francese e americana. Divenne il ritrattista più ricercato di fine Ottocento. Abitava a Montmartre, crocevia di artisti che, come lui, si ritrovavano al Caffè de la Nouvelle Athènes, dove si tenevano confronti e serrate discussioni, si programmava il futuro delle arti. Nasceva l’arte moderna. Con Degas, che lo considerava “il demone della pittura”, il pittore più tecnicamente dotato del tempo, Boldini strinse una sincera amicizia, un rapporto di profonda e vicendevole stima. Il genio ferrarese, come nessun altro, seppe tradurre in immagini la vitalità e la concitazione di un’epoca, la cosiddetta Belle Époque. Le sue ravvicinate inquadrature, simili a fotogrammi, i suoi quadri, che paiono scatti mossi, fissano la dinamicità di un attimo, con pennellate lunghe e vibranti, che paiono vere e proprie sciabolate.
Il Direttore del Comitato di studio Tiziano Panconi afferma che “Boldini, come Leonardo e Raffaello, prima di lui, comprese tutto della pittura, carpendone ogni segreto. E’ stato un genio assoluto del quale ancora oggi è profondamente incompresa la portata. Le iniziative che verranno intraprese nel 2021, fra le quali una grande mostra al Museo Mart di Rovereto, contribuiranno a indagarne e puntualizzarne la statura. I luoghi della cultura e con questi tutto ciò che riguarda Boldini – conclude Panconi – sebbene con le dovute cautele e le debite distanze sociali, dovranno al più presto riaprire, quale simbolo morale di un paese che anche nelle difficoltà estreme non rinuncia alla sua storia, per questo, con il presidente Sgarbi che ha lanciato per primo la proposta, abbiamo sottoscritto un appello sul Corriere della Sera affinchè riaprano i musei”.
Al fine di sottolineare efficacemente l’anniversario dei novant’anni dalla morte di Boldini, il Presidente della Fondazione Ferrara Arte Vittorio Sgarbi, d’intesa con il Sindaco di Ferrara Alan Fabbri e l’assessore alla cultura Marco Gulinelli, ha nominato un Comitato di Studio, che affiancherà il Comune e la Fondazione (www.ferraraarte.it) nella progettazione e nello sviluppo di un ricchissimo programma di mostre, convegni, documentari e pubblicazioni, che si svolgeranno nel corso del 2021. Sarà anche edito un catalogo “speciale anniversario”.
Il Comitato, composto da studiosi di chiara fama, è presieduto dallo stesso Sgarbi e diretto da Tiziano Panconi, considerato il massimo esperto dell’artista e presidente del Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli di Pistoia (www.museoboldinimacchiaioli.com) che si occupa dell’archiviazione delle opere. Ne fanno parte Beatrice Avanzi (Mart, Rovereto), Loredana Angiolino (Università La Sapienza, Roma), Maria Teresa Benedetti, Alessandra Borgogelli (Università di Bologna), Pietro Di Natale, Almerinda Di Benedetto (Università Luigi Vanvitelli, Napoli), Elena Di Raddo (Università La Cattolica, Milano), Leo Lecci (Università di Genova), Marina Mattei (Musei Capitolini e Università Link Campus, Roma), Gioia Mori (Accademia di Belle Arti, Roma) e Lucio Scardino.