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Cosa ha letto la redazione in quarantena, fino a oggi. Parte seconda

Redazione Tianjin Binhai Library, China
Royal Portuguese Reading Room, Rio de Janeiro

Eccoci di nuovo. La redazione di Artslife, come quasi tutti del resto, ha un po’ più tempo e lo sta utilizzando anche, se non sopratutto, per leggere. Qui di seguito trovate la seconda parte di tutti i libri letti e consigliati da noi. Ce ne per tutti i gusti: da grandi classici a letture specializzate, alcune anche un po’ di nicchia. Se vi siete persi la prima parte la trovate qui. Mentre le immagini che vedete sono alcune tra le più belle biblioteche del mondo.

 

Caterina Angelucci

Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio di Italo Calvino
Si tratta di un ciclo di sei conferenze che Calvino avrebbe dovuto tenere nell’autunno del 1985 all’Università di Harvard nell’ambito delle Poetry Lectures, prestigiose lezioni affidate nel tempo a personalità come T.S. Eliot, Igor Stravinsky e Jorge Luis Borges, e mai fino a quel momento a un italiano. Purtroppo, nel settembre di quello stesso anno Calvino muore lasciando il manoscritto delle Lezioni, di cui l’ultima, la sesta, incompiuta. Ogni capitolo è dedicato ai sei valori letterari da preservare per il millennio imminente, il nostro, il 2000. E qui, come tutti i grandi, Calvino si rivela estremamente attuale. In ordine di importanza, Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità e Coerenza. Consiglio di leggere o rileggere quella sulla Visibilità, la quarta, dedicata all’immaginazione, ora così essenziale. “Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere una facoltà umana fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall’allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini (…) controllare la propria visione interiore senza soffocarla e senza d’altra parte lasciarla cadere in un confuso, labile, fantasticare”.

Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes
Il saggio, pubblicato per Einaudi nel 1979, è un viaggio attraverso la geografia di ottanta luoghi topici dell’amore che Barthes frammenta in ordine alfabetico. Com’è fatto questo libro: “quello che viene proposto è, se si vuole, un ritratto; ma questo ritratto non è psicologico, bensì strutturale: esso presenta una collocazione della parola, la collocazione di qualcuno che parla dentro di sé, amorosamente, di fronte all’altro (l’oggetto amato), il quale invece non parla”. E per comporre questo soggetto amoroso l’autore fa riferimento, oltre alla propria esperienza, a parti desunte da libri. Ogni citazione presenta a lato il suo autore: da Goethe (Werther. opera preponderante) al Simposio di Platone, a Nietzsche (di cui seguiva la lettura di Deleuze), dalla psicoanalisi freudiana e lacaniana a Balzac, Dostoevskij, Flaubert, Proust e Stendhal. Ci sono più livelli di lettura del saggio, complice la scelta di uno stile evocativo e colto, il più semplice, forse, è l’ironica e distaccata rivelazione di se stessi attraverso comportamenti e pensieri universali.

Una panchina a Manhattan di Anna Ottani Cavina
Una panchina a Manhattan è la pubblicazione più recente della storica dell’arte Anna Ottani Cavina, docente alla Johns Hopkins University, professore emerito all’Università di Bologna e visiting professor presso Yale, Brown e Columbia. Oltre ad aver allestito esposizioni internazionali sui temi della pittura caravaggesca, del Seicento italiano, dell’età neoclassica e romantica.”Anche se lo abbiamo quasi dimenticato, c’è stato un tempo in cui le grandi esposizioni internazionali riscrivevano la mappa (e rivoluzionavano la conoscenza) del mondo dell’arte, rivelando universi visivi fin lì nascosti, scatenando passioni e polemiche, ma alla fine guidando, molto più della critica o dell’accademia, le evoluzioni del gusto”. Molte di queste cronache sono state scritte sul posto (alcune confluite in articoli per La Repubblica o Il Sole 24 Ore e saggi), da Parigi a Leida, Ginevra, Edimburgo, Berlino, Londra e New York, nei giorni della vernice di una mostra o un’esposizione. Cronache di “quel momento un po’ magico di confluenza fra intuizioni della critica e nuove palpabili verità” messo a confronto con il parterre contemporaneo dei tempi correnti. Cronache di un momento che avrebbe portato alla riscoperta di artisti inabissati, come Vilhelm Hammershøi, Thomas Eakins e Pietro da Rimini, o alla consacrazione degli “eroi e mattatori di sempre” riscoperti oltre il canone (Matisse, Ruskin e Leonardo). 390 pagine di densa ma scorrevole prosa alternata a immagini di opere, da Georges de La Tour a David Hockney, con una raccolta di lezioni dei grandi incontri quali sono stati quelli con Federico Zeri, Giuliano Briganti e Robert Rosenblum. E la panchina del titolo è quella di quest’ultimo, una delle tante, fra il cuore della NYU e il campus di Washington Square “da dove Rosenblum invitava a rileggere l’arte passata e presente, l’arte che cambia e che forse anche no”.

Redazione
George Peabody Library, Baltimore

Veronica Franzoni

Gli amori difficili di Italo Calvino
Potrebbe sembrare uno di quei manuali per coppie in crisi, uno di quei libri con consigli per ritrovare sé stessi dopo una rottura: Gli amori difficili..e come superarli; o un libro sul perché siamo tanto attratti da quello che non possiamo avere: Gli amori difficili..e come rincorrerli. Nulla di questo. Gli amori difficili di Calvino sono venti storie, venti avventure di anonimi, un impiegato, un fotografo, un viaggiatore, un miope, una moglie, un automobilista che testimoniano come l’amore sia in realtà un esperimento. Più che storie d’amore in senso stretto, per Calvino queste sono storie di come una coppia non s’incontra e come il desiderio dell’amato diventa l’essenza stessa del rapporto. A chi ha un amore difficile in corso e a chi ha un amore lontano.

Follia di Patrick McGrath
Un romanzo intenso e malato fino all’ultima pagina che mette a disagio l’idea di sentimento. I protagonisti sono Edgar, un pittore criminale e psicopatico che ha massacrato la moglie credendo che lo tradisse e Stella, la moglie del suo psichiatra, una donna innamorata che insegue il simbolo dell’amoralità, lo idealizza e si lascia travolgere per fuggire da una vita noiosa. L’erotismo diventa la chiave d’accesso del loro mondo, un mondo però che si può conoscere solo attraverso il dolore. Come in un diario clinico, i fatti sono raccontati in modo razionale e lucido, sospeso tra interpretazione psichiatrica e passione carnale. Una follia contagiosa.

Instant Moda di Andrea Batilla
“La moda, dagli esordi a oggi, come non ve l’ha mai raccontata nessuno”. Comparso nelle librerie all’inizio di quest’anno, Instant Moda è un libro per chi di moda non ne sa molto. L’ex direttore dello IED di Milano esordisce con un racconto sulla storia della moda ponendo attenzione su quelle figure chiave a cui non sono stati dati i giusti meriti, forse perché donne o forse perchè il loro nome non è stato portato avanti dai grandi gruppi mondiali del lusso. Un libro che vuole porre rimedio al racconto della moda come qualcosa di superficiale.

Redazione
The Library of El Escorial, Spain

Elena Giorgini

Tadao Andô. Le opere, gli scritti, la critica. A cura di Francesco Dal Co
Il manuale propone in forma cartacea l’intera vita progettuale dell’architetto Tadao Andô (115 opere) riportandone le illustrazioni, i disegni, le planimetrie. Dalla celebre casa Azuma, uno dei primi edifici progettati da Andô, all’evoluzione delle numerose abitazioni presso Kyoto, Kobe, Osaka e Tokyo, fino alla progettazione dei complessi Time’s e Rokko. Dalle abitazioni, ai musei, ai centri commerciali, ai padiglioni per Expo, Andô si distingue sempre tra le Archistar per l’attenzione profonda che dedica allo studio della luce, alle corti – mezzo attraverso il quale raccorda la natura all’uomo – all’uso sapiente dei materiali quali il legno e il cemento armato. Il libro è poi corredato da un saggio di Francesco Dal Co e, in calce, da svariate interviste all’artista che mettono in luce non solo l’Andô architetto, ma anche l’Andô uomo, con la sua spiritualità, i suoi ricordi d’infanzia, le personalità che l’hanno ispirato.

Museologia radicale. Ovvero, cos’è «contemporaneo» nei musei d’arte contemporanea? di Claire Bishop
Quando il museo pubblico rappresenta solo un mezzo per promuovere eventi e mostre blockbuster (investimenti sicuri, con un ampio target e facilmente commercializzabili ma con poca sostanza e di infima qualità) che tutela più i guadagni materiali dei privati che quelli educativi del visitatore, attirato sempre più da mostre con effetti speciali, dove volgere lo sguardo? Claire Bishop fornisce ai lettori alcune utili indicazioni. Tre istituzioni europee di arte contemporanea, il Van Abbemuseum di Eindhoven, il Museo Nacional Reina Sofia di Madrid e il MSUM di Lubiana, si distinguono per le innovative soluzioni offerte ai visitatori, facendo fronte a situazioni difficili, come i tagli dei fondi pubblici dettati dalle misure di austerity. Attraverso una saggia politica di acquisizioni, o più spesso attraverso l’allestimento e la rilettura delle proprie collezioni permanenti, questi musei forniscono rari esempi di sperimentazione artistica e rendono possibile l’utilizzo delle proprie risorse (sfruttando anche il quantitativo di opere nei magazzini) per attuare un discorso critico e politico sull’attuale fase storica, quella contemporanea. Ma che cos’è il contemporaneo e cosa significa questa parola così labile? La Bishop riprende il filo di un acceso dibattito internazionale e delinea il manifesto di una nuova concezione del contemporaneo. Il compito che tutti i musei sono chiamati a svolgere è una rilettura critica del presente che favorisca nuovi sviluppi futuri.

L’occhio e lo spirito di Maurice Merleau-Ponty
Il saggio, del 1960, propone riflessioni sul tema della visione e come questa influenzi la pittura. Il tema centrale è sempre l’arte. Ponty prende in esame l’atto della visione, adottando come riferimenti Cézanne e Klee. L’atto della visione è inteso come un prendere parte, abitare, essere coinvolti spiritualmente con ciò che si ha davanti agli occhi. Pratica del pittore è la costante visione delle cose senza giudizi, senza valutazioni. Attraverso l’occhio e le mani il pittore dipinge e con questo atto si dà all’arte con tutto il corpo, trasformando il mondo in pittura. L’occhio vede il mondo, viene toccato dall’impatto con esso e attraverso la mano ne restituisce l’immagine sulla tela. In questa maniera vengono scardinate le categorie di oggetto e soggetto e piuttosto che vedere il quadro si impara a vedere attraverso esso, con esso.

Redazione
Tianjin Binhai Library, China

Vera Monti

L’architettrice di Melania Mazzucco
Il libro è la biografia, in chiave romanzata, ma non per questo meno storicamente accurata, di Plautilla Bricci, pittrice e architetto vissuta nella Roma del 1600, delle quali opere ricordiamo, tra le altre, la Madonna con Bambino, esposta in Santa Maria in Montesanto, e la progettazione di Villa Benedetta, i cui prospetti sono ospitati nell’Archivio di Stato di Roma. L’autrice riesce nel non facile compito di coniugare realtà storica e creare personaggi a tutto tondo. Innanzitutto Plautilla, la cui voce ti accompagna per tutto il libro, fino a darti la sensazione di conoscerla, ma anche suo padre, il creativo Giovanni Briccio, dal quale ha ereditato il dono della pittura. L’amato Abate Benedetti, con il quale Plautilla intreccia una relazione segreta che dura, a intervalli, la maggior parte
della sua vita e la sorella Albina, con la quale ha un forte legame, che si affievolirà via via che le loro vite prenderanno direzioni opposte: Albina quella familiare, Plautilla quella artistica.  Tutto questo in una cornice di fatti ed evidenze storiche, come la Peste del ‘600, frutto di una sapiente ricerca archivistica. Unico nel suo genere.

Le assaggiatrici di Rosella Postorino
Berlino, 1943: Rosa Sauer è una ragazza di ventisei anni come molte altre:sposata da poco, troppo poco per avere bambini, e troppo poco anche per poter dire di conoscere davvero suo marito, che parte per il fronte poco dopo il matrimonio. A causa delle ristrettezze economiche in cui presto si ritrova, Rosa accetta di lavorare al servizio del Fuhrer. Non immaginerà certo che il suo contributo al Reich consisterà nell’assaggiare il cibo destinato a Hitler, o che finirà per invaghirsi di un ufficiale delle SS. Il più famoso e, a detta di tanti, anche il più avvincente, della serie di romanzi esistenti sulle assaggiatrici hitleriane.

Redazione
National Library of Finland, Helsinki

Lorenzo Peroni

Angeli e insetti di Antonia S. Byatt
Dall’autrice di Possessione, un racconto romantico, decadente e coltissimo in cui la natura si rivela un’impietosa metafora della società inglese vittoriana. William Adamson, sopravvissuto a un naufragio sulla via del ritorno dall’Amazzonia, si ritrova nuovamente catapultato nella “civiltà”. A servizio di Sir Harald Alabaster, studiando farfalle, api e formiche, si innamora della figlia del suo protettore, Eugenia. È un amore ideale, idilliaco forse, letteralmente “da favola”. Ma dietro le apparenze più gioiose, come ci insegna la natura (se osservata con scrupolo e attenzione), si nascondono verità insospettabili e feroci. La scrittura di Antonia S. Byatt, che è sempre sopraffina, ha la grazie del volo delle farfalle e la spietatezza dei ragni di più letali.

Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli di Alan Bradley
Giallo inglesissimo, primo della fortunata serie a firma Alan Bradley che vede protagonista l’impertinente Flavia de Luce, undicenne appassionata di chimica ed esperta di veleni nell’Inghilterra degli anni ’50. Flavia viva in un’antica magione inglese, un po’ decaduta, con il padre (un taciturno filatelico) e le due sorelle che la trattano da Cenerentola. Con lei il ricordo, sfocato ma sempre presente, della madre morta in una spedizione sull’Himalaya. La signora Mullet (la cuoca di casa) e uno strano giardiniere, Dagger (affetto da tress post-traumatico) completano la fauna della casa. A turbare la monotonia delle giornate della piccola Flavia ci penserà un cadavere nel giardino di casa. Un giallo brillante che abbonda di arguzia.

C’era una volta il cinema di Sergio Leone
Memoir-intervista di Sergio Leone, frutto di quindici anni di dialogo ininterrotto con Noël Simsolo tra Parigi, Cannes e Roma: da Clint Eastwood a Gian Maria Volonté, da Ennio Morricone a Claudia Cardinale. Un libro fondamentale per tutti gli amanti del cinema (non solo per i fan di Sergio Leone). Il grande regista di Per un pugno di dollari e C’era una volta in America racconta la sua avventura cinematografica dagli esordi come assistente alla regia (il più giovane nell’Italia afflitta dal fascismo e dalla guerra) fino allo strepitoso successo dello “spaghetti western”. Sergio Leone si rivela un narratore acuto, divertente e anticonvenzionale – oltre che al cinema, ovviamente – anche quando si tratta di raccontare sé stesso.

Redazione
Trinity College Library, Dublin

Letizia Riccio

La bella estate di Cesare Pavese
Eros e Thanatos, amore e morte, si fondono nelle storie dei giovani protagonisti di questa trilogia, misteriosi e affascinanti come gli dei greci, ma anche dissoluti e nichilisti come si addice ad una certa borghesia del dopoguerra (vedi anche La noia di Alberto Moravia). A La bella estate viene assegnato il premio Strega nel 1950 e per Pavese rappresenta la consacrazione; ma è il volume che anticipa, temporalmente e per i temi trattati, il suo tragico suicidio, lo stesso anno in una stanza d’albergo di Torino. Il terzo romanzo del volume, Tra donne sole, ha ispirato il film Le amiche di Michelangelo Antonioni. Per ricordarci che il dopo-virus è importante, così come lo fu il dopoguerra.

I grandi maestri dell’arte. Raffaello con la presentazione di Vittorio Sgarbi e un saggio di Nicoletta Baldini
Racconta Sgarbi, nella presentazione del volume, a proposito della Madonna Sistina, inviata da Raffaello al collega Francesco Francia per aggiustare i piccoli danni che il viaggio da Roma a Bologna avrebbe arrecato: “Immaginiamo un po’ tronfio il più vecchio artista, che di fronte ai suoi allievi vede apparire questo dipinto. Ebbene, muore di infarto”. In questo episodio, da sindrome di Stendhal, c’è tutta la grandezza del Raffaello artista e uomo rinascimentale. A 500 anni dalla morte dell’Urbinate, è un vero conforto da quarantena guardare con attenzione (e perché no, provare a riprodurre) le belle immagini, molto ravvicinate e in alta risoluzione, dei capolavori di Raffaello.

Chi ti ama così di Edith Bruck
Chi ti ama così non è solo un libro sulla Shoah. E’ il racconto di una ragazzina che diventa donna, attraverso la deportazione e poi lungo il tragico rientro alla ricerca di una patria dell’anima che, dopo tante peripezie, l’ungherese Bruck troverà a Roma, dove vive dal 1950. Scritto con un linguaggio essenziale e scorrevole non privo di una sottile ironia, Chi ti ama così è il classico libro che si legge nell’arco di poche ore; non a caso, l’autrice, fra i pochi superstiti dell’olocausto, dopo tanti anni è ancora ospite dei licei italiani, dove racconta la sua storia ai giovani. Dopo averlo finito, rimane solo il rimpianto di averlo già letto; mentre la quarantena prosegue.

 

Redazione
Biblioteca Vasconcelos, Mexico City

Luca Zuccala

A pienissimo regime come in questi giorni, condizione di ogni giornalista medio che lavora prevalentemente sul web durante la quarantena, la cosa migliore (almeno per il sottoscritto, per quello che può valere) è leggere quello che è propedeutico al fine che suona come un mantra: il conoscere quindi scrivere, quindi pubblicare, quindi il lavoro quotidiano. Quindi, conciliare lettura, scrittura e pensiero al fine di realizzare al meglio e con il più ampio scettro di strumenti critici una pubblicazione, un’intervista, un focus, un report, un qualsiasi cosa che vogliate. Bene, sto portando avanti un ventaglio di letture su diversi fronti e tematiche per compensare al meglio la piacevole frustrazione domestica, non tanto nello stare a casa (che rimane un privilegio) ma nel vedere il cielo azzurro da sempre la stessa finestra. Ho ripreso velocemente i libri di Donald Thompson (Lo squalo da 12 milioni di dollari e Bolle, baraonde e avidità entrambi editi da Mondadori), e l’ultimo di Georgina Adams (Dark side of the boom, Johan & Levi) per rivedere alcuni passaggi di mercato: truffe, speculazioni, riciclaggio, evasione e paradisi fiscali. Leggo ex novo due libri di Meneguzzo editi da Johan & Levi, Breve storia della globalizzazione in arte e Il Capitale ignorante, ovvero come l’ignoranza, la globalizzazione, il marketing e il conformismo (sorretti da ingenti possibilità economiche) stiano cambiando l’arte. Tema attualissimo e fondante del sistema contemporaneo, sviluppatosi da una trentina d’anni a questa parte. Per quanto riguarda il “Capitale”, questa volta “mancante”, ho appena iniziato il denso Cultura senza Capitale (Marsilio) di Simone Verde, storia e tradimento di un’idea italiana -quella dell’invenzione della cultura, dei suoi concetti e della sua gestione pubblica quale una delle più luminose avventure dell’uomo- purtroppo tradita e rimossa nella riluttanza a farsi nazione, prima, e pienamente democrazia, ora, come indica una cultura priva di risorse incapace di vedersi attribuita una missione collettiva. Ho appena terminato, invece, Storie dal mercato dell’arte di Simone Facchinetti (il Mulino), una sfilata di “casi” (siano opere all’asta o in collezioni) passati (quasi) tra le mani dell’autore (un serio e validissimo storico dell’arte). Storie vissute in prima persona che illustrano dall’interno i meccanismi del luna park del mercato dell’arte, tra giochi d’azzardo, false attribuzioni, bluff, colpi di fortuna e follie varie. Tutto molto interessante, anche se quello su cui in questo momento torno e “viaggio” con maggiore forza sono i libri di (e su) gli “artisti” (tutti rigorosamente Abscondita). Bacon, Picasso, Giacometti secondo Michel Liris (Sul rovescio delle immagini); le Lettere e scritti sull’arte di Segantini per “tentar di entrare con lo spirito dentro la materia”; e il volumetto che Rosenberg ha dedicato a uno dei pittori più bravi e intelligenti di sempre, Chardin, maestro delle nature morte avvolte in un tempo totalmente sospeso, proprio come ora.

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