Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Marco Gobbi
Come passi la giornata, dove e come lavori ora?
Cerco di organizzare al meglio le giornate, senza lasciare momenti vuoti, l’ozio e la noia non li reggo.
Negli ultimi giorni, precedenti alla chiusura totale ho recuperato dallo studio alcuni materiali utili, ora il mio spazio di lavoro misura 51x94cm, un piccolo tavolo posizionato sotto la finestra. Principalmente disegno, progetto e sto finendo alcune sculture in legno di piccolo formato, forse modelli per qualcosa di più grande. Tengo tutti gli scarti di lavoro: cenere di sigaretta, polvere, briciole di tabacco; credo possano diventare il contenuto di qualcosa… una sorta di strana clessidra.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
“Che cosa sento?” si chiese Walter Benjamin immaginando di poter avvicinare al suo orecchio una conchiglia contenente i rumori del secolo…
Il breve clangore dell’antracite mentre cade dal secchio per il carbone all’interno dei fori del piano cottura in ghisa, l’attenuato scoppiettio della fiamma quando si accende la reticella di Auer, e il tintinnio dell’anello in ottone del paralume quando un veicolo passa in strada. E certamente anche altri suoni come il risuonare metallico delle chiavi all’interno del cesto in vimini, o il suono del campanello d’ingresso e di quello sul retro.
(liberamente tratto da “Infanzia Berlinese”, Walter Benjamin)
02:01
Dalle persiane filtra un fascio di luce blu che illumina a intermittenza la parete a destra del letto.
A tratti dallo sfondo pallido del muro compare la piccola palma in bronzo che poggia sulla mensola e la piccola a alla sua base si fa maiuscola.
02:18
Il suono blu si disperde nella notte, non riesco a riprendere sonno.
03:30
A Venezia per un breve periodo ho abitato nella casa in cui morì Christian Doppler. Inuno dei suoi esperimenti, il più curioso, mise un’intera banda musicale su un treno, e rimase in attesa ad un passaggio a livello per poter sentire le variazioni del suono dei musicisti, sia in avvicinamento che in allontanamento.
Chissà cosa suonavano…
04:32
Il tempo e lo spazio, la sostanza della coscienza furono anch’essi sottoposti a una immensa espansione; di conseguenza, senza aprire gli occhi per verificarlo seppi che le pareti della mia angusta cella si erano allontanate e che essa si era trasformata in un’enorme sala per le udienze. (“Il vagabondo delle stelle”, Jack London)
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Vivo a Brescia in una vecchia e decrepita villa liberty in centro città, sul retro si estende un enorme giardino. In queste ultime settimane i miei pomeriggi li trascorro li in mezzo al verde tra varie letture, come: Arti del corpo, sei casi di stilitismo di Gian Antonio Gilli , oppure mi perdo nell’Archivio di Dalckey di Flann O’Brian.
Inoltre una zona del giardino è stata adibita ad orto e i primi germogli stanno spuntando.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
Uscito dal cancello, dopo un primo momento di vertigine, prenderò il nuovo sovrapassaggio della stazione, all’altezza di Piazzale Repubblica girerò a sinistra per le vecchie mura fino a quando queste non si incrociano con Via Trento e poi oltre il colle del Cidneo dove inizia il sentiero n°7; si spera in buona compagnia.