Lo scrittore cileno Luis Sepulveda è morto a causa del coronavirus. Aveva contratto il covid-19 dopo il ritorno dal festival letterario Correntes d’Éscritas, tenutosi a Póvoa de Varzim, in Portogallo.
Aveva avuto i primi sintomi il 25 febbraio scorso ed era stato ricoverato per una sospetta polmonite. Dopo la conferma della positività al coronavirus, era stato trasferito nell’ospedale maggiore di Oviedo. Anche sua moglie, la poetessa Carmen Yáñez, era stata ricoverata in ospedale perché presentava sintomi sospetti, ma era negativa ai test già da due settimane.
“Un grande cantastorie, ma la sua vita da romanzo
è superiore ai romanzi che ha scritto per una vita”
Luigi Mascheroni, Il Giornale
Nato a Ovalle nel 1949, era noto anche come attivista per i diritti civili nel suo Paese. Aveva lasciato il Cile dopo l’incarcerazione subita da parte del regime di Pinochet. Fu torturato per sette mesi e lasciò il Paese nel 1977. Ha vissuto per diversi mesi in Brasile, Paraguay e Nicaragua, poi dal 1978 si è trasferito in Europa. Dal 1996 viveva a Gijón, in Spagna.
Autore di poesie, oltre 20 romanzi, racconti e libri di viaggio, ma anche esule politico, guerrigliero ed ecologista, Luis Sepulveda ha conquistato la scena letteraria con il romanzo Il vecchio che leggeva romanzi d’amore apparso per la prima volta in Spagna nel 1989 e in Italia nel 1993.
Credo nel potere della parola, e so che, più bella è la scrittura, più forza porta il suo messaggio.
Indimenticabili “Patagonia express. Appunti dal sud del mondo” (1995), “Diario di un killer sentimentale” (1998) e la “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” (1996). Sulla scia di questo titolo arrivano “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” (2012) , “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” (2013) “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà” (2015) e l’ultimo, nel 2018, “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”.
La memoria è la pietra angolare che sostiene tutta la mia architettura di uomo e scrittore.
Ecco una intervista a Luis Sepulveda di Corrado Augias del 2012 di “Storie – Diaro italiano”:
Le mie storie sono scritte da un uomo che sogna un mondo migliore,
più giusto, più pulito e generoso.
“La più bella storia d’amore”: la poesia per la moglie Carmen
Il primo matrimonio di Luis Sepulveda e Carmen Yanez fu celebrato quando erano molto giovani e quando c’era ancora Allende. Poi nel settembre del 1973 tutto cambia con il golpe di Pinochet. E per Sepulveda inizia la latitanza in vari paesi dell’America Latina. Solo molti anni dopo si incontreranno di nuovo in Europa. E celebreranno nuovamente il matrimonio.
L’ultima nota del tuo addio
mi disse che non sapevo nulla
e che arrivavo
al tempo necessario
di imparare i perchè della materia.
Così, fra pietra e pietra
seppi che sommare è unire
e che sottrarre ci lascia
soli e vuoti.
Che i colori riflettono
l’ingenua volontà dell’occhio.
Che i solfeggi e i sol
raddoppiano la fame dell’orecchio
Che è la strada e la polvere
la ragione dei passi.
Che la via più breve
fra due punti
è il giro che li unisce
in un abbraccio sorpreso
Che due più due
può essere un pezzo di Vivaldi.
Che i geni gentili
stanno nelle bottiglie di buon vino.
Una volta imparato tutto questo
tornai a disfare l’eco del tuo addio
e al suo posto palpitante scrissi
la Più Bella Storia d’Amore
ma, come dice l’adagio,
non si finisce mai
d’imparare e aver dubbi.
Così, ancora una volta
facilmente come nasce una rosa
o si morde la coda un a stella cadente,
seppi che la mia opera era scritta
perchè La Più Bella Storia d’Amore
è possibile solo
nella serena e inquietante
calligrafia dei tuoi occhi.
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