Su ArtsLife l’analisi e le riflessioni di Barbara Rose, una delle storiche dell’arte di maggior prestigio al mondo. “Bisognerà ricominciare da capo, per rinascere”
Questo testo nasce da una conversazione fra un gruppo di artisti e critici d’arte, che in questo momento di isolamento dovuto alla quarantena si è sviluppata su uno dei pochi strumenti disponibili, una group chat coordinata dall’artista Rossella Vasta. Nel dibattito è intervenuta anche Barbara Rose, importante storica dell’arte, americana ma con stretti legami con l’Italia. Una protagonista di primissimo piano delle dinamiche artistiche internazionali, docente di Storia dell’arte all’American University di Washington, scrittrice e curatrice di importanti mostre.
Amica di personaggi come Andy Warhol, che la coinvolse nel suo film 13 Most Beautiful Women, di Robert Rauschenberg, di Jasper Johns, di Frank Stella, che sposò nel 1961 e da cui ebbe due figli, Rachel e Micheal. A questo ristrettissimo gruppo lei ha inviato per email questo straordinario testo. Per “dare agli artisti coraggio, e una visione coerente di cosa sta accadendo all’arte“…
I miei pensieri oggi, 27 marzo, nel nome di Santa Rosalia, che ha salvato Palermo dalla Peste
Il nostro dovere è conservare la memoria storica. A seguito della Peste Bubbonica che devastò l’Europa nel 1300, nei secoli successivi tra il XIV ed il XVII secolo l’Europa fece esperienza di un rinnovato interesse per gli studi, la scienza, la filosofia e le arti. La riscoperta degli antichi fu frutto della nuova classe emergente di mercanti, come i Medici, che avevano la possibilità di acquistare i tesori d’arte antica.
Il Rinascimento, che segue ad un periodo di oscurantismo (cosiddetto Età Oscura, come spesso viene chiamato il Medioevo), diede grande importanza alla bellezza.
L’Italia assistette alla riscoperta dell’arte antica, in gran parte distrutta dai barbari provenienti dal Nord, la cui conoscenza delle tecniche e dei materiali cominciò a tramandarsi dal maestro agli allievi.
Nessuno poteva ritenersi un artista senza lunghi anni di studio e apprendistato.
Le tecniche pittoriche si arricchirono del contributo dell’arte Fiamminga, allorché gli artisti olandesi cominciarono a vendere i loro lavori in Italia. Quando l’imperatore Carlo V divenne Re di Spagna, recando con sé i suoi pittori, questi portarono il realismo e la pittura ad olio nel sud dell’Europa. L’interscambio culturale tra le Fiandre e l’Italia fece progredire l’Italia dando vita a nuovi stili.
Gli artisti italiani si ritrovarono a creare nuove forme che rispondevano alle leggi geometriche della prospettiva e allo studio delle tecniche dell’antica Grecia e dell’antica Roma. Quelle stesse tecniche che erano scomparse gradualmente, a seguito della decadenza del crescente edonismo e materialismo degli antichi Romani.
Oggi ci troviamo a fronteggiare la stessa distruzione dell’alfabetizzazione e della cultura, creata dal trionfo della tecnologia sull’umanesimo. La riscoperta dell’antichità da parte degli studiosi e dei filosofi fu alla base del Rinascimento o la rinascita della grande arte.
Quando questa terribile crisi a cui ci sottopone il Coronavirus sarà finita, il mondo ne verrà fuori totalmente cambiato. La commedia del mercato dell’arte sarà finita, bisognerà ricominciare da capo, per rinascere.
La società civile in passato ha attraversato periodi simili, uscendone totalmente cambiata. Allorché l’economia mondiale collassò durante la depressione del ’30, furono molti gli artisti fortemente prolifici che raggiunsero il successo in quegli anni. L’artista messicano Diego Rivera, con i suoi murales, fu particolarmente prolifico negli anni ’30, lavorando ampiamente nel suo paese e negli Stati Uniti.
Rivera realizzò affreschi a New York, all’Art Institute di San Francisco e all’Institute of Arts di Detroit; i suoi lavori sono una riflessione sull’arte, l’industria e il mondo del lavoro.
L’opera di Rivera influenzò i programmi di lavoro “New Deal” creati da Franklin D. Roosevelt. Ed il suo immaginario e le tecniche artistiche impiegate furono di grande ispirazione per gli artisti che cominciarono a produrre opere per il “Public Works of Art program”, il programma sovvenzionato dal governo americano che reclutava artisti per decorare luoghi pubblici.
Le Belle Arti furono salve grazie al ruolo del governo che diede opportunità di lavoro ad artisti come Pollock, De Kooning, ed i grandi della Scuola di New York.
Questi poterono sopravvivere perché un aristocratico, Franklyn D. Roosevelt, che aveva ereditato molto denaro, ebbe la volontà di condividerlo con i meno fortunati.
Altrove, la catastrofe storica produsse grande arte. Ispirandosi alla Guerra Civile Spagnola, Picasso produsse “Guernica” in risposta al bombardamento del ’37 della città basca di Guernica. Il Cubismo fu inventato a Parigi dai rifugiati spagnoli, sfuggiti all’arretratezza della Spagna. Nel 1940 gli artisti disillusi dai modelli tradizionali europei, inventarono il modernismo quale risposta utopica all’idea di progresso.
Gli artisti rifugiati, incluso Mondrian, si spostarono negli Stati Uniti. New York divenne una sorta di piattaforma delle arti visive, attraendo i più grandi artisti ed intellettuali europei in fuga dal fascismo.
Oggi non è più così, non ci può essere un centro in un’economia globale. Oggi, le università ed i musei sono dominati da gruppi volti a realizzare programmi politici che non rispondono all’estetica. Senza più il mecenatismo della Chiesa o del governo che sovvenziona gli artisti, i concetti di artigianato e tradizione stanno morendo. Rimpiazzati dallo scandalo e dallo spettacolo.
Nel V secolo a.C., l’invasione dei barbari aveva sancito la distruzione dell’Arte Classica. L’arte Romana è praticamente morta con l’avvento di strumenti meccanici che ne resero facile la riproduzione in grandi quantità.
Allo stesso modo l’arte moderna sta morendo per mano dell’innovazione tecnica, con l’adozione delle stampanti 3D che in maniera efficiente riproducono copie. L’arte in quanto esperienza prodotta in solitaria meditazione è stata rimpiazzata dal brivido dello spettacolo. Che produce l’annichilimento dell’individualismo e dell’esperienza diretta.
Le case d’asta e gli investitori stanno riducendo l’arte ad un gioco puerile per il riciclo del denaro sporco. In virtù della cosiddetta “democratizzazione” l’estetica di Disney e il fumetto hanno preso il posto dell’estetica di Platone e Aristotele.
L’ignoranza imperante e la perdita di memoria storica servono la fame di potere, senza etica e senza formazione, di manipolatori del mercato che trasformano l’arte in un bene di consumo e di scambio, pari alle perline decorate nella cultura primitiva Potlatch. Stavolta, quando le masse si rivolteranno, e lo faranno, il risultato non sarà la democrazia ma una nuova forma di barbarie.
Il compito che ci aspetta è quello di preservare le abilità ed i valori in una cultura globale dominata dall’ignoranza e dal materialismo. Con il sacrificio di quegli artisti che hanno la forza di trasmettere e comunicare tra di loro valori etici. In un momento in cui tutta l’autorità è data al migliore offerente e a coloro che ereditano la terra, derubando coloro che l’hanno creata.
Barbara Rose