Da Larry Gagosian a Iwan Wirth, Thomas Krens, Thaddaeus Ropac, Dominique Lévy: ecco come i grandi dell’arte mondiale ricordano Celant
“Al di là della sua erudizione, aveva una rara sensibilità. Era capace di rendere vivo il lavoro di un artista, svelando le sue intenzioni, rinnovandolo, facendocelo vedere con occhi nuovi”. Così il grande gallerista Larry Gagosian ricorda Germano Celant, il celebre storico dell’arte, critico e curatore scomparso il 29 aprile a Milano all’età di 80 anni per le complicazioni del Coronavirus. “Una delle sue maggiori abilità era la sua capacità di focalizzare il contesto in cui un’opera d’arte era nata. Per creare un quadro più profondo del valore dell’arte nel mondo. Un collaboratore generoso, entusiasta e anche divertente, un amico che ci mancherà molto”.
Sono molti i big dell’arte globale che hanno voluto celebrare Celant, con dichiarazioni comparse sui diversi media mondiali: mentre molti hanno notato amaramente una certa freddezza con cui la notizia è passata in Italia. “Un gigante, una stella polare nella storia dell’arte del 20° secolo”, ha dichiarato l’altro celebre gallerista Iwan Wirth. “La sua eredità influenzerà senza dubbio le generazioni a venire, ha creato il contesto per l’Arte Povera e tradotto le idee di un gruppo di artisti. In una modalità che li ha resi veramente comprensibili in tutto il mondo”.
“Abbiamo lavorato continuamente insieme su progetti a Venezia, New York, Abu Dhabi, Berlino, Bilbao, Las Vegas”, ricorda Thomas Krens, direttore del Guggenheim Museum quando Celant entrò come curatore del museo. “Un artista intellettuale con una grande affabilità unita ad un entusiasmo unico per tutto ciò che ha a che fare con l’arte e la cultura. La sua prima grande mostra al Guggenheim, ‘The Italian Metamorphosis’, rivelò gli straordinari successi italiani del dopoguerra in tutti i campi creativi, dall’arte all’architettura, dal cinema alla moda”.
“Una terribile perdita per il mondo dell’arte, mi manca un caro amico. Ho imparato moltissimo dalla sua incredibile conoscenza dell’arte”, ha dichiarato Thaddaeus Ropac, importante gallerista. Così come Dominique Lévy, che ricorda “il suo sorriso e i suoi abbracci, la sua visione e generosità, il suo ottimismo. E il suo costante impegno nei confronti dei suoi amici e artisti. Nulla sarà come prima senza la sua presenza”.
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