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Un fagiolo tra i grattacieli. A New York un nuovo mini bean di Anish Kapoor

PHOTO ROY ROCHLIN/GETTY IMAGES PHOTO ROY ROCHLIN/GETTY IMAGES
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Dopo quattro anni di lavori e ritardi, Anish Kapoor ha svelato la sua nuova opera. Si trova a New York ed è molto simile a Cloud Gate, la celebre installazione riflettente dell’artista a Chicago.

Nelle trafficatissime strade newyorkesi c’è un incrocio in particolare che in questi giorni si è popolato di curiosi e passanti. è quello all’angolo del numero 56 di Leonard Street, quartiere Tribeca, fino a pochi giorni fa poco (se non per nulla) conosciuto. Ma da poco si è aggiunta una nuova opera tra i grattacieli della città: una piccola versione di Cloud Gate, la celebre scultura di Anish Kapoor a Chicago, riproposta nella Grande Mela su scala ridotta.

Il mini-Bean, dal soprannome dato all’opera sorella, più grande e simile a un fagiolo, è alto quasi 6 metri e pesante 40 tonnellate, è incastonato tra le pareti di un condominio di lusso chiamato Jenga, progettato da Herzog & de Meuron. In questo modo solo i residenti del palazzo possono ammirarlo da tutte le prospettive. Tra questi lo stesso Kapoor, che ha acquistato un appartamento nel 2016 per circa 13.5 milioni di dollari.

L’opera, lavorata con finiture riflettenti, è in costruzione da circa quattro anni, con i lavori che sono proceduti a rilento a causa di alcune difficoltà procedurali, oltre che al Covid-19. La struttura è composta da 38 piastre in acciaio inossidabile di precisione e uno scheletro di supporto personalizzato, tutte saldate insieme, levigate e lucidate con precisione. Il risultato finale è evidente: una scultura perfetta, che appare un unico blocco senza difetti. L’unico, al momento, è che ancora non ha un nome.

L’idea è di replicare il successo di Cloud Gate, che dalla sua inaugurazione nel 2006 è diventata una delle installazioni più amate e fotografate della città. Le differenze, però, non mancano. Se Cloud Gate si apre in estensione al centro della AT&T Plaza nel Millennium Park, mini bean – un nome provvisorio per la scultura – è invece schiacciato sotto i palazzi di Tribeca, come un legume che rischia di esplodere e di deforma per resistere alla pressione. Inoltre le intenzioni e lo spirito, per così dire, sono differenti. In questo caso l’opera, nonostante si affacci sulla strada, rimane parte di un progetto privato.

Questo, al di là delle implicazioni sociali, in questo caso non necessariamente pregnanti, si ripercuote sull’esperienza che si ha dell’opera. Mini bean non gode della calma e degli spazi della piazza, il posizionamento lungo la strada rende la fruizione più difficile e potenzialmente pericolosa. Ma di certo l’effetto distorsione, caro agli appassionati, fotocamera alla mano, non mancherà.

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