Prima di morire, a soli 25 anni, Aubrey Beardsley realizzò oltre un migliaio di illustrazioni, deliziando e scioccando la Londra vittoriana. Nel video, il tour virtuale della mostra alla Tate Britain in compagnia delle curatrici Caroline Corbeau-Parsons e Alice Insley.
Una carriera tanto breve quanto scandalosa quella di Aubrey Beardsley. Nato a Brighton nel 1872, fu principalmente illustratore, ma anche pittore e scrittore, piuttosto influente negli ambienti teatrali all’epoca di Oscar Wilde. Malato di tubercolosi, si spense a soli 25 anni a Mentone, in Francia. Eppure, in quei 7 anni di carriera, riuscì ad imporsi con le sue illustrazioni in bianco e nero ispirate allo stile giapponese, molto di moda in quegli anni. Tra queste figura la celebre Salomè (1893), illustrata per la prima in Francia del dramma di Oscar Wilde.
Beardsley lavorò a lungo per la rivista Yellow Book, che raccoglieva l’opera di numerosi artisti e scrittori del tempo. Le sue opere destarono spesso scandalo per lo stile innovativo, ma soprattutto per la sua tendenza alla perversione e al grottesco, specialmente nei soggetti erotici. In linea con il modello estetico dettato da Wilde, la vita dell’artista fu basata sull’eccentricità e sul pubblico egocentrismo, tanto che egli stesso dichiarò: “Ho uno scopo: il grottesco. Se non sono grottesco, non sono niente”.
In programma dal 4 marzo al 25 maggio 2020 alla Tate Britain, la mostra è chiusa fino a data da destinarsi.