Dal 16 marzo al 14 giugno 2020 la National Gallery ospita una mostra dedicata al ciclo di dipinti realizzato da Tiziano da Vecellio per Filippo II di Spagna, riuniti per la prima volta a partire dal Cinquecento. Tiziano intitolò il ciclo Poesie perché ispirato agli amori divini narrati nel celebre poema classico le Metamorfosi di Ovidio (I d.C.).
Le tele in mostra provengono da alcune prestigiose istituzioni museali inglesi e internazionali quali The Wellington Collection di Apsley House, The Wallace Collection di Londra, National Gallery of Scotland di Edimburgo, il Museo del Prado di Madrid e l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston.
Tiziano dipinse le sei tele raffiguranti le Poesie tra il 1551 e il 1562 per Filippo d’Asburgo, re di Spagna a partire dal 1556. Cosa mai vista fino ad allora, l’accordo tra l’artista e il sovrano prevedeva che Tiziano fosse libero di scegliere il soggetto dei dipinti e il modo in cui rappresentarli, a dimostrazione della stima e della fiducia che Filippo riponeva in Tiziano.
Filippo d’Asburgo fu uno degli uomini più potenti della sua epoca. Come re di Spagna, regnò sulle colonie americane spagnole, in Olanda, Genova, Milano e Napoli. Divenne inoltre regnante-consorte d’Inghilterra grazie al matrimonio con Maria I Tudor, e, successivamente,fu eletto re di Portogallo. Fu inoltre un grande mecenate e, nel corso degli anni, accumulò una ricchissima collezione, dislocata nei diversi palazzi che possedeva in Spagna.
Già a partire dagli anni Trenta del Cinquecento, Tiziano era diventato il pittore favorito del padre di Filippo, Carlo V d’Asburgo, e da quel momento la fama dell’artista era diventata internazionale. Tiziano e Filippo si incontrarono per la prima volta a Milano nel dicembre del 1548, poco prima che Filippo venisse proclamato Imperatore del Sacro Romano Impero. Da quel momento fino alla morte di Filippo nel 1576, Tiziano fu il pittore prediletto del sovrano spagnolo.
Filippo al tempo non aveva una residenza fissa in Spagna, il ciclo delle poesie non fu quindi pensato per un’ambiente specifico. Tiziano spediva i dipinti a seconda di dove Filippo si trovava, nella residenza reale a Ghent, a Valladolid o alla corte di Madrid. Si tratta di dipinti dall’alto contenuto erotico, che rispecchiano la passione del sovrano per le donne e la caccia. Tiziano dipinse queste tele con empatia, cercando di rappresentare storie coinvolgenti ed emozionanti. I dipinti risalgono a una fase tarda della carriera di Tiziano, gli anni Cinquanta e Sessanta del Cinquecento, quando era diventato uno degli artisti più famosi del suo tempo.
Le opere sono organizzate in senso cronologico a partire dal 1550, quando Tiziano inizia a spedire le prime tele a Filippo II in Spagna. In Venere e Adone (1553-1554, Museo del Prado) osserviamo la nudità delle carni, l’eroticità sottile e sofisticata, la sensualità preziosa delle vesti. Qui Tiziano mostra la bellissima dea Venere nel tentativo di trattenere l’amante Adone dall’andare a caccia, dove sarà ucciso da un orso. Le tele rappresentano amori proibiti o incestuosi, si tratta di un elegantissimo elogio all’amore divino in tutte le sue forme. In questo caso l’aspetto drammatico diventa secondario alla narrazione della scena, dominata dalla sensualità delle carni del prosperoso corpo della dea, vero protagonista del dipinto.
In Perseo e Andromeda (1554-1556, Wallace Collection) notiamo come Tiziano scelga di rappresentare il momento più tragico e scenografico delle storie di questi amori divini. In questo caso, l’artista rappresenta Andromeda incatenata ad uno scoglio per volere di Nettuno, offeso perché la madre di Andromeda, la regina Cassiopea,aveva detto le sue figlie erano più belle delle Nereidi, le ninfe marine. Il corpo della principessa invade la scena con il suo corpo sensuale, mentre Perseo la salva dal drago sullo sfondo, rappresentato sospeso nel cielo in un volo pindarico, ad effetto spettacolare, degno di un film fantasy.
Sulle tele di Tiziano i colori esplodono luminosi, come un tramonto alla fine di una giornata limpida. La nudità sensuale dei corpi è valorizzata dalle sfumature cangianti dei colori, dalle pose e dai movimenti che, concitati e sinuosi, trasmettono le emozioni dei personaggi e la drammaticità delle scene.
Nel Ratto di Europa (1559-1552, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston), colpisce particolarmente la resa dello sguardo vivo, eccitato di Giove, che, sotto le sembianze di un toro, sta rapendo Europa per portarla a Creta, dove la violenterà. Proprio questa raffinatezza nella resa psicologia degli sguardi renderà Tiziano uno dei pittori più ambiti dalle corti europee del Cinquecento. Notiamo per esempio l’atteggiamento lascivo di Europa, che non sembra per niente spaventata ma, piuttosto, sembra quasi lasciarsi rapire da Giove, lusingata. Un dettaglio degno di nota sono i meravigliosi movimenti della veste di Europa, che si rigonfia e fluttua mossa dal vento, riflettendo venature cangianti. Inoltre, si rimane incantati di fronte ai panorami che richiamano quasi i dipinti di Turner, caratterizzati da sfumature arcobaleno, dai riflessi e movimenti dell’acqua del mare, torbido, caratterizzato da onde increspate, complice e testimone silenzioso del rapimento.
Da lì a pochi anni, come possiamo osservare nella tela raffigurante La morte di Atteone (1559-1575, National Gallery), la pittura di Tiziano evolverà in uno stile sperimentale, che anticipa di secoli l’Espressionismo tedesco, caratterizzato da una pennellata cupa e agitata, dove il colore e l’emozione prendono il sopravvento sulla forma e sul disegno. La scena rappresenta il cacciatore Atteone mentre viene trasformato in cervo come punizione per aver spiato la dea Diana mentre faceva il bagno nuda.Qui il colore di disfa, perde forma per diventare pura luce e sfumature.
Nelle tele in esposizione il corpo della donna, sensuale, carnoso, formoso, dall’incarnato chiaro e luminoso, è sempre al centro della scena. La mostra è quindi un elogio non solo degli amori proibiti delle divinità, ma anche della bellezza del corpo femminile, esposto dalle dee Danae, Diana, Venere, Europa e Andromeda. Corpi svelati e rivelati, ammirati, esposti, fatti desiderare, immaginare. Tiziano rappresenta con eleganza e maestria i corpi nudi e seminudi delle divinità, dove le vesti cadono e richiamano lo sguardo voyeuristico dello spettatore. Le tele raffigurano scollature audaci e gambe scoperte al limite del pudore, dettagli sempre resi con estrema grazia ed eleganza. Il corpo maschile quasi non appare e, quando appare, è rappresentato minuscolo, nascosto, in disparte. Finalmente un elogio a corpi femminili reali, resi in tutta la loro dolcezza e delicatezza, e non inverosimilmente mascolini come i nudi rappresentati da Michelangelo nella Cappella Sistina.
La mostra è allestita in un’unica stanza, dove le pareti rosse risaltano i magnifici blu, azzurri dei cieli di Tiziano. Nella stessa sala il visitatore ha quindi la possibilità di seguire l’evolversi dello stile di Tiziano negli anni: dalle forme tonde, pienee classicizzanti di Venere e Adone, alle forme più movimentate, alle linee espressive e guizzanti, ai colori che si fondono e confondono che caratterizzano le opere più tarde (come il Rapimento di Europa).
La stanza in cui la mostra è allestita si affaccia sulla sala numero 8 della SainsburyWing, dove sono esposte opere degli anni giovanilidi Tiziano, che hanno contribuito al grande successo dell’artista presso le corti europee a partire dagli negli anni Trenta del Cinquecento. In particolare, qui possiamo osservare Bacco e Ariadne (1520 – 1523), dipinto realizzato per Alfonso I D’Este duca di Ferrara, come le tele del ciclo delle poesie, ispirato alle Metamorfosidi Ovidio, ma caratterizzato da una maggiore definizione e ispirazione classica nella resa dei corpi e delle vesti. A fianco, possiamo confrontare il dipinto con un altro capolavoro degli anni giovanili di Tiziano, il ritratto di Girolamo Barbarigo (1510), dove si può ammirare l’incredibile resa psicologica della ritrattistica tizianesca. Infine, troviamo il Ritratto della Schiavona (1510-1517), che osserva lo spettatore silenziosa, con sguardo fiero e malizioso. In questi tre dipinti, lo spettatore, ancora una volta, puòammirare la straordinaria capacità di Tiziano di rendere sui volti dei personaggi ritrattii cosiddetti moti dell’animo, come li definisce Leonardo nel trattato De Pittura.