Dai bassifondi brulicanti di mendicanti e zingare ai fasti della Roma barocca. Il ritratto di una donna che riscatta con la sua impresa una vita intera, si intreccia con le mille contraddizioni della Città Eterna. L’architettrice di Melania G. Mazzucco è un libro poliedrico, proprio come i Bricci
Di romanzi storici su donne ribelli, indipendenti e rivoluzionarie, il nostro panorama letterario è ormai, per fortuna, condito. Dunque la biografia romanzata di una pittrice e architetta vissuta a Roma del 1600 potrebbe di per sé non suscitare una grande novità in questo senso.
Eppure Plautilla Bricci è lontana dal poter essere accomunata alle protagoniste di buona parte di queste biografie. Figlia devota del Briccio, artista versatile ma inconcludente nella vita, Plautilla fa spesso scelte che soffocano la sua persona, pur di compiacerlo. Rinuncia, sia pur temporaneamente, a vedere l’amato Elpidio Benedetti, con il quale
ha una tortuosa quanto impossibile relazione, purché nessuno potesse dire che la figlia del Briccio era una poco di buono. Lo accudirà tutta la vita, studiando anche trattati di medicina pur di curarlo al meglio lei stessa. Una brava figlia che ama suo padre.
Il Briccio, dal canto suo, restituisce solo in parte questo amore. Più di un figlio gli era morto in tenera età, dunque non riteneva saggio affezionarsi ai neonati prima di essere sicuro che sarebbero sopravvissuti. Ma c’è un dono prezioso che il Briccio regala a sua figlia e lo fa con tutte le sue energie: il sapere. Oppure, per usare la metafora della stessa autrice, il dente di balena. Il romanzo inizia infatti proprio con un curioso episodio: l’arenamento di una balena nei pressi della spiaggia di Santa Severa, sul litorale romano. Il Briccio riuscirà a procurarsi, fra i resti “profanati” di quella creatura, un suo dente, che donerà proprio a lei, Plautilla.
La ragazza ne farà un uso misurato all’inizio, ancora rinchiusa nell’aura di dovere che comportava essere una donna rispettabile nel 1600. Giungerà persino a detestare il dono e a smettere di disegnare, vedendo accanto a sé l’amata Albina, la sorella maggiore, allontanarsi nello scegliere uno stile di vita più comune fra le donne dell’epoca, quello di moglie e madre.
Alla morte del padre però qualcosa in lei cambia. Plautilla si sente libera di auto realizzarsi, libera dal fardello delle inevitabili perplessità che una donna nubile che si consacrava all’arte inevitabilmente suscitava nella gente. Alla figlia del Briccio non erano concessi errori, ma Plautilla, ora individuo a se stante, era libera di uscire fuori.
Le sue opere pittoriche appartengono prevalentemente al periodo giovanile e sono in gran parte di stampo religioso. Di esse ricordiamo “La madonna col bambino” (olio su tela, Chiesa di Santa Maria in Montesanto, Roma), la “Presentazione del Sacro Cuore di Gesù al Padre Eterno” (tempera su tela, Musei Vaticani) e la “Nascita di San Giovanni Battista” (olio su tela, Chiesa di San Giovanni Battista, Poggio Mirteto).
Ma sono le opere architettoniche a renderla celebre, essendo considerata praticamente l’unica architetta dell’epoca. A Plautilla viene attribuita la progettazione di Villa Benedetta a Roma, come i prospetti, custoditi nell’Archivio di Stato di Roma, evidenziano, quella di Villa del Vascello presso Porta San Pancrazio e quella della Cappella di San Luigi nella Chiesa di San Luigi dei Francesi.
Le vicende personali di Plautilla sono sì romanzate, per conferire maggiore piacere alla lettura, ma non per questo meno accurate. Esse sono infatti il frutto del sapiente studio della Mazzucco sulla documentazione d’archivio esistente. Uno studio approfondito che fa di quest’opera, oltre che una biografia a carattere artistico, anche un ritratto della Roma del tempo.
E lo fa attraverso le voci dei vari personaggi, lungo le stradine di Trastevere ma anche, talvolta, attraverso meri fatti storici, quali la Peste che flagellò Roma in quel secolo, le menzioni dei vari papi che si successero o anche, più in particolare, la figura del Cardinale Mazzarino. Un libro poliedrico, proprio come i Bricci.
L’Architettrice
di Melania G. Mazzucco
Einaudi – Supercoralli
pp. 568