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Tutte le donne sono delle eroine femministe. Art talks: Tomaso Binga, riflessioni sul corpo della donna

Binga (corriere) Binga (corriere)
Binga (corriere)
Binga (corriere)

Uno dei podcast culturali più interessanti pubblicati nell’ultimo periodo è Dior Talks – Feminist Art. In ciascuna puntata Katy Hessel, storica dell’arte e ideatrice della pagina Instagram The Great Women Artists, dialoga con artiste e curatrici che hanno collaborato con Maria Grazia Chiuri, creative director della maison di moda Dior, da sempre ispirata dall’impegno femminista.

Tra le creatività femminili celebrate vi è anche quella di Bianca Pucciarelli, alias Tomaso Binga, artista femminista multidisciplinare, professoressa e, a partire dagli anni ’70, esponente della poesia verbo-visiva, sonora e performativa. La puntata a lei dedicata è costituita dall’intervista rilasciata lo scorso 29 febbraio, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Tomaso Binga: Feminist Works 1970-1980”, presso la Galleria Mascherino Arte Contemporanea di Roma.

L’episodio è una preziosa occasione per ripercorrere le tappe fondamentali della sua carriera, partendo dalla scelta di adottare uno pseudonimo maschile per contestare con ironia l’esclusione delle donne dal mondo dell’arte, dominato dall’egemonico controllo di critici, artisti e galleristi.La sensibilità alle rivendicazioni sociali tipiche del movimento femminista, spinse Tomaso Binga a frequentare il gruppo romano di via del Beato Angelico,importante centro di elaborazione culturale fondato, tra le altre, da Carla Accardi, Suzanne Santoro e Nedda Guidi. Tomaso Binga ricorda inoltre il ruolo audace e determinante della gallerista Romana Pace e di Mirella Bentivoglio, curatrice della mostra “Materializzazione del linguaggio” del 1978, nella promozione dell’arte delle donne.

DIOR_AUTUMN-WINTER2019-2020_SCENOGRAPHY_©ADRIEN_DIRANd
DIOR_AUTUMN-WINTER2019-2020_SCENOGRAPHY_©ADRIEN_DIRANd

Nella sua produzione artistica Tomaso Binga si interrogò sul ruolo della donna nella cultura dell’epoca. Affrontò in maniera personale le questioni del corpo e del linguaggio, tipiche dell’arte femminista. Nel 1976 realizzò la celebre serieScrittura Vivente, nella quale utilizzò il suo corpo nudo per mimare e creare le lettere dell’alfabeto, intese come segni gestuali.Il progetto fu realizzato grazie alla collaborazione con la fotografa Verita Monselles e prese forma attraverso riflessioni sul corpo della parola e sul corpo della donna, intesi come potenti veicoli di significato. Attraverso questo lavoro performativo il corpo femminile cessa di essere un «corpo erotico, di amore e di possesso» e diviene«un corpo d’arte autonomo, che si esprime… che parla, con pulsioni e pensieri, che fa delle azioni», dotato di un proprio linguaggio e di una propria autonomia.

Maria Grazia Chiuri chiese all’artista di ripensare e reinterpretare la seriein occasione della sfilata autunno-inverno 2019 di Dior. Questo sodalizio culturale diede vitaa una vera e propria installazione, avente come soggetto e oggetto il corpo della donna. Sulle pareti dello showspace, allestito nei giardini del Musée Rodin, furono collocate le immagini fotografiche delle lettere “corporee”, disposte in modo tale da istoriare una poesia femminista che venne poi recitata dall’artista prima dell’uscita delle modelle.Il titolo di quest’opera di grande formato è Alfabeto poetico monumentale.

Katy Hessel conclude ogni conversazione artistica del podcast chiedendo all’intervistata di indicare la propria eroina femminista. Tomaso Binga afferma «che tutte le donne sono delle eroine femministe. Qualcosa è cambiato, ma nell’ultimo periodo i femminicidi sono aumentati. L’uomo ha perso il potere e fa scontare tale perdita, non si è rassegnato ad essere alla pari». Questa risposta dimostra la radicale onestà del suo impegno artistico, coerente a quello personale e sociale.

Informazioni utili

La puntata dedicata a Tomaso Binga è la quinta del podcast Dior Talks- Feminist Art, ascoltabile gratuitamente su https://podcasts.dior.com/e su Spotify.

La mostra “Tomaso Binga: Feminist Works 1970-1980”, in conformità alle dispositive vigenti, è visitabile su appuntamento contattando l’indirizzo galleriamascherino@gmail.com.

Dior, autunno- inverno 2019, A. Dirand
Dior, autunno-inverno 2019, A. Dirand

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